Fino al 29 settembre sarà possibile ammirare nel complesso delle Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli Compianto sul Cristo morto di Sandro Botticelli.
Grazie alla meritoria iniziativa L’ospite illustre, (promossa da IntesaSanpaolo) uno dei dipinti più belli di Botticelli, Compianto sul Cristo morto, arriva a Napoli.
La rassegna porta ogni anno un’opera prestigiosa, ricevuta in prestito dai grandi musei del mondo, all’interno di Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli ma non solo.
Nel capoluogo partenopeo dopo Ritratto d’uomo di Antonello da Messina, L’arlecchino con lo specchio di Picasso, I Musici di Caravaggio e, La Scapiliata di Leonardo, quest’anno è la volta di Sandro Botticelli.
Signore e signori ecco a voi Compianto sul Cristo morto.
Dipinto fra il 1501 e il 1504, questo quadro rappresenta una delle opere della maturità del pittore fiorentino in cui grazia, drammaticità, umanità e bellezza si mostrano in tutta la loro assoluta, estasiante pienezza.
L’opera, una tempera grassa su tavola, rappresenta uno dei momenti più intensi della vicenda terrena di Cristo.
Il figlio di Dio è appena spirato sulla croce.
Ma prima di essere deposto nel sepolcro, il corpo di Cristo è oggetto dell’umanissimo compianto, della pietà di quelle poche persone che fino alla fine gli sono state accanto.
Botticelli mette al centro della scena il corpo di Gesù, intorno al quale costruisce la vera e propria cornice, il dramma di coloro che non accettano quella morte.
A partire da Maria, la madre di Cristo.
La donna, sopraffatta dal dolore per aver perso il suo unico figlio, sviene fra le braccia di Giovanni Evangelista, a cui Gesù l’ha affidata poco prima di morire.
Poi è la volta della Maddalena, una delle tre donne presenti nel dipinto.
Botticelli la raffigura avvolta in una fiammante veste rossa, con gli occhi chiusi in segno di rispetto per lenire il cocente dolore.
La Maddalena abbraccia amorevolmente i piedi di Cristo, adagiandovi sopra il capo, in un gesto di infinita dolcezza e spontaneità.
Poi ecco le altre due donne.
Una nell’atto di sorreggere delicatamente il capo di Gesù, che più che morto sembra addormentato. L’altra, di cui non vediamo il volto perché velato da una bellissima veste azzurra, appare sopraffatta dalla sofferenza per quella morte inaccettabile.
A completare il dipinto c’è la figura di Giuseppe d’Arimatea.
Si tratta di colui che si occupò della sepoltura di Cristo, a partire dall’acquisto del lenzuolo di lino con il quale Gesù fu avvolto.
Botticelli pone l’uomo dietro al gruppo pittorico, nell’atto di mostrare i simboli della passione.
In una mano tiene la corona di spine che cingeva il capo di Cristo, nell’altra i tre chiodi con cui il corpo del Nazareno fu trafitto.
Difficile non rimanere estasiati davanti a questo capolavoro posto al piano terra di Palazzo Zevallos Stigliano, in una sala interamente dedicatagli.
L’opera, commissionata a Botticelli da Donato Cioni, ornava un altare nella chiesa di Santa Maria Maggiore di Firenze.
In seguito alla demolizione dell’altare, nel 1629 del Compianto sul Cristo morto, si persero le tracce.
Il 12 marzo 1879, però fu ritrovato e venne acquistato da Gian Giacomo Poldi Pezzoli.
Questi fu uno dei più grandi collezionisti d’arte dell’Ottocento, una passione che ereditò dalla madre Rosina Trivulzio.
Gian Giacomo Poldi Pezzoli non acquistò solo dipinti celebri appartenenti ad artisti come Tiepolo, Piero della Francesca, Pollaiolo, Mantegna, ma anche sculture e oggetti decorativi di vario tipo.
Opere che andarono rapidamente ad accrescere la sua collezione privata, nucleo originario del futuro Museo Poldi Pezzoli, ancora oggi uno dei vanti di Milano.
Interessante è il parallelo fra l’opera di Botticelli e quella coeva di Pedro Fernandez, Il Trasporto di Cristo al sepolcro, temporaneamente presente in Palazzo Zevallos Stigliano.
Come Botticelli, anche il pittore spagnolo sottolinea l’umano dolore che coinvolge le figure che accompagnano Cristo al sepolcro.
La tavola, oggi conservata al Museo napoletano di Capodimonte, in origine costituiva lo scomparto centrale della predella del grande polittico, che ornava l’altare maggiore di Santa Maria delle Grazie a Caponapoli.
Compianto sul Cristo morto è l’occasione ideale per visitare le straordinarie collezioni di Palazzo Zevallos Stigliano.
Da Vincenzo Gemito a Luca Giordano; da Antonio Canova a Vanvitelli ma, principalmente, Caravaggio.
Nella sala degli Stucchi, al primo piano del palazzo, nella centralissima via Toledo, è esposta l’ultima opera del pittore lombardo.
Stiamo parlando del Il martirio di Sant’Orsola, che lo scorso anno impreziosì la mostra Dentro Caravaggio a Milano
Insomma dopo aver letto questo articolo non avrete più scuse.
In questo lembo di fine estate Napoli vi aspetta con i suoi sapori, con il suo folklore, con il suo mare ma soprattutto con le meraviglie di Palazzo Zevallos Stigliano.
Fatevi sempre rapire dalla bellezza.
Maurizio Carvigno
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