Il genio di Banksy in mostra a Firenze

banksy firenze

Nessuno ha mai visto il suo volto. Nessuno sa dove abiti, chi frequenti, cosa faccia nel tempo libero. Le informazioni su di lui sono poche e decisamente scarne. Stiamo parlando di Banksy, probabilmente il più famoso esponente della street art.  Una mostra a Firenze celebra il suo genio.

 

«Banksy, come fosse un Umberto Eco che ha scelto la strada al posto delle aule universitarie, somatizza le molteplici contraddizioni del nostro tempo, in un’epoca in cui analogico e digitale convivono per ovvie ragioni, dove la tecnologia velocizza i tempi, ma cambia i parametri vitali, dove la Democrazia traballa in mille modi.»

Queste le parole di Gianluca Marziani, con Stefano Antonelli, curatore della bellissima mostra che si tiene a Firenze , dal titolo: Banksy This is not a photo oppotunity.

Inaugurata lo scorso 19 ottobre, promossa e prodotta da MetaMorfosi Associazione Culturale, questa mostra rappresenta un’occasione imperdibile per vedere alcune fra le più famose opere dell’artista originario di Bristol.

A fare da cornice a questa rassegna, prorogata per l’incredibile successo fino al prossimo 24 marzo, la prestigiosa sede di Palazzo Medici-Riccardi, sede di uno dei complessi pittorici più straordinari del nostro Rinascimento: L’adorazione dei Magi di Benozzo Gozzoli.

Ventitré le opere scelte fra le moltissime realizzate da Banksy in questi decenni di attività.

Si tratta di immagini serigrafiche che riproducono alcuni fra i suoi più celebri “affreschi popolari” che, a partire dal lontano 1998, sono comparsi sui muri di decine di città in tutto il mondo, sfidando il tempo, le istituzioni e le convinzioni borghesi.

Serigrafie, per l’appunto, in ossequio al dettato di Banksy che da sempre preferisce la diffusione orizzontale delle immagini rispetto alla creazione di oggetti unici.

Una lezione mutuata da Andy Warhol che molti anni prima aveva sdoganato la riproduzione seriale di un’opera d’arte.

Nelle sale della mostra, posta al piano terra di Palazzo Medici Riccardi, le immagini create da Banksy mettono a nudo la nostra società, le nostre ipocrisie, le nostre inevitabili contraddizioni.

Dal celeberrimo Rude Copper, in cui un bobby, il tipico poliziotto inglese, fa il gesto del dito medio alzato, all’iconica Ragazza con il palloncino, forse l’opera famosa dello street artist inglese, votata nel 2007 come la più amata dai britannici.

Impossibile non soffermarsi su una delle opere più straordinarie di Banksy: Napalm (can’t beat that feeling).

Realizzata nel 2004, questo graffito assembla tre soggetti iconici della nostra storia.

In mezzo Phan Thi Kim Phuc, la bambina vietnamita immortalata in una delle fotografie più celebri di sempre, mentre corre nuda, urlando di dolore per le ustioni provocate dalle bombe al napalm sganciate dagli aerei americani durante la guerra in Vietnam.

Ai suoi lati Topolino e Ronald McDonald. Due miti della società americana, quella stessa che ha devastato e per sempre la vita della piccola Phan.

Napalm (can’t beat that feeling), l’unica versione su tela è di Damien Hirst, viene giustamente considerata tra le immagini più inquietanti di Banksy. Un’opera che mette a nudo come l’America percepisca se stessa e come venga percepita dalle altre culture.

Non solo immagini celebri anche riproduzioni meno note ma non per questo meno incisive.

Come nel caso della bellissima Barcode, realizzata dall’artista fra la fine del 1999 e gli inizi del 2000 su un muro di una casa di Pembrock Road a Bristol.

Lo stencil, che si salvò dalla distruzione grazie alla solerzia di un insegnate che pregò il proprietario della casa di poterlo asportare, presenta per la prima volta il tema del codice a barre, in seguito riutilizzato in altre opere.

In Barcode il codice a barre assume le sembianze di una gabbia posta su un carrello, dalle cui sbarre divelte è appena uscito un felino che placido si avvia verso una ritrovata libertà.

Che dire, poi, dell’inquietante Laugh Now commissionato nel 2002 da un locale notturno a Brighton e che mostra una scimmia al cui collo è appeso un cartello.

Su esso è riportata la scritta «Ridi adesso ma un giorno saremo noi a comandare

La scimmia, il nostro parente più prossimo, spesso presente nelle opere di Banksy, testimonia «l’arroganza dell’umanità nei confronti delle altre specie viventi.»

Un’opera che ha avuto un successo straordinario e diversi tipi di riproduzioni da parte dello stesso artista. Nella sua forma serigrafica è stata per la prima volta esposta nel 2002 nella mostra Existencilism, presso la galleria d’arte 33 1/3 di Los Angeles.

Banksy This is not a photo oppotunity rappresenta una ghiotta occasione per i fan dello street artist inglese ma anche per coloro che non conoscono la sua opera.

Il mondo immaginario di Banksy è di certo semplice, ma mai elementare o banale.

Si tratta di una forma d’arte figlia della nostra epoca che, attraverso dei messaggi diretti, affronta grandi temi quali il capitalismo, la guerra, i cambiamenti climatici, mettendo in scena le contraddizioni e i paradossi insanabili dei nostri tempi.

 

Informazioni:

DATA 19/10/2018 – 24/03/2019

ORARIO 9.00-19.00

INGRESSO Via Cavour, 1, Firenze

PREZZI intero + mostra € 10,00

ridotto + mostra € 6,00

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Testo e fotografie di Maurizio Carvigno

Nato l'8 aprile del 1974 a Roma, ha conseguito la maturità classica nel 1992 e la laurea in Lettere Moderne nel 1998 presso l'Università "La Sapienza" di Roma con 110 e lode. Ha collaborato con alcuni giornali locali e siti. Collabora con il sito www.passaggilenti.com

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