Arte concettuale o concetto di arte?

arte concettuale
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L’esposizione temporanea al Pirelli HangarBicocca di Milano che è possibile visitare gratuitamente dal 12 settembre 2019 al 19 gennaio 2020, è firmata Daniel Steegmann Mangrané. Un tributo all’arte concettuale.

Artista catalano nato a Barcellona nel 1977, da sempre si è interrogato sul legame che collega l’Uomo alla Natura, la materia all’anima.

Quando andiamo a visitare questa mostra non possiamo non pensare alla foresta amazzonica. Non sono pochi infatti i richiami alla sua maestosità verde: rami secchi, installazioni di foglie, giochi di luci ed ombre dove traspare la grandezza della Natura con tutte le suggestioni che essa evoca.

L’arte di Steegmann Mangrané è certamente essenziale, minimalista, in alcuni tratti quasi incomprensibile ed eccessivamente disarmante, ma il suo impatto emotivo lo troviamo in tutto quello che la sua arte ci provoca da dentro, scatenando a livello energetico un susseguirsi di sensazioni differenti. Prima di tutto ci porta ad interrogarci: abbiamo impatti sul mondo che ci circonda? In cosa si manifestano? L’essere umano può identificarsi nella natura, può prenderne parte e diventarne addirittura elemento primario per la sua esistenza?

La mostra presente al Pirelli HangarBicocca ha un titolo che già di per sé ci dice molto sul concept delle opere: “A Leaf-Shaped Animal Draws The Hand”.

Tradotto in italiano significa “Un animale a forma di foglia disegna la mano”. Se ci concentriamo un secondo su tutte le parole presenti in questa frase, possiamo davvero trovare il fil rouge della mostra.

La foglia, elemento assolutamente naturale e collegato all’albero, assume la forma di un animale (elemento invece che può essere associato ad un aspetto più primordiale dell’esistenza), “disegna”, quindi agisce, crea, la mano (elemento umano per eccellenza). Troviamo quindi nella frase la presenza di una tripla dimensione: umana, animale e vegetale. Tutte e tre però unite dall’azione di disegnare. Quest’ultima equivale all’azione del creare, e ci riconnette con la creatività. Elemento principale dell’arte in senso ampio. Linfa della vita.

Mi ha particolarmente colpita l’opera Orange Oranges (2001) che si caratterizza da un ambiente immersivo di dimensioni variabili, una sorta di cubo dalla superficie trasparente, con la presenza di un filtro fotografico di colore arancione. Dopo aver attraverso una tenda, lo spettatore viene inghiottito all’interno della struttura, dove ha la possibilità di farsi una spremuta di arance fresche. L’opera ci mette di fronte alla dualità della dimensione esterna/interna e, contemporaneamente, dell’oggetto/soggetto. Dando pieno spazio all’importanza del colore e, ovviamente, stimolando la molteplicità dei nostri sensi (olfatto, vista, tatto).

Particolarmente innovativa e fuori dagli schemi, quindi, la mostra al Pirelli HangarBicocca: aprendo un famoso dibattito nella mente dello spettatore sul concetto se un tale tipo di arte possa essere effettivamente chiamato “arte” oppure no.

Sicuramente una cosa la possiamo dire: l’artista Mangrané ci porta ad una maggiore consapevolezza e ci fa riflettere su quanto sia importante preservare il nostro Pianeta, iniziando a guardarlo con gli occhi puri di un bambino. Non dimentichiamoci che la Terra è una sola, e che grandezze autentiche come quelle della foresta amazzonica difficilmente saranno replicabili in altre vite.

Serena Cospito

Adoratrice di Teatro in tutte le sue forme, attrice per passione, divoratrice di serie TV. Avocado dipendente:)

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