Giovanni Marracci (1637-1704), pittore e disegnatore lucchese, nato in quel di Torcigliano di Camaiore si esemplifica quale “caratterista” di un seicento intimista e “particulare”.
Studia presso la bottega di Paolo Biancucci incamerando la tecnica e la didattica, perfezionando il suo talento precoce nell’arte barocca alla scuola di Pietro Berrettini da Cortona.
Marracci assiste all’esecuzione dei soffitti cortoneschi di S.Maria in Vallicella; e della galleria di Palazzo Pamphili come semplice osservatore. Non viene data menzione di un suo contributo alle opere suddette.
Documentazione al riguardo delle sue prime committenze si registrano per l’affresco dell’Adorazione dei pastori a S.Giusto (Lucca). Attribuzione legittimata ulteriormente dal diretto rimando alla scuola di Berrettini. Si evincono le tinte pastello che inneggiano a una fastosità misurata, contenuta che non esorbita, data la poeticità della narrazione.
Nella chiesa di S.Romano è conservata l’opera che ha come soggetto “S.Pietro e S.Paolo affidano a S.Domenico il compito di predicare”.
Questa rivela lo stesso impianto compositivo prospettico. Sottolinea un maggiore didascalismo e scolasticismo. Incastonano la sua semantica nella dialettica barocca diffusa, ove gli “Exercitia spiritualia” dominano la soggettazione e la morale estetica.
Un dogmatismo formale che recinge il potenziale visivo e prospettico, sentenziando sulla postura d’animo corretta. Lo spettatore profonde in un’aura di silenzio, raccoglimento che sottende una contrizione civile e morale.
L’egida di questa compostezza “insedia” la tela di “Martino V approva la riforma fregionaria”. Il punto di svolta invece verso un minor controllo e librare del pathos si rivela in “S.Ubaldo libera gli ossessi”.
Il dinamismo prende piede dal punto di vista narrativo e stilistico. Le linee si scompongono, tormentando le figure plastiche, vibranti. Una tridimensionalità che prende spessore visivo e interno. La mimica si scompone e la compostezza si disgrega rendendo l’aere fluttuante creando disagio e irrequietezza.
Dipinto serbato a Maggiano (Lucca), nella Chiesa di Santa Maria in Fregionaia a stigma di una conversione stilistica ai verticalismi classicisti tipici del Barocco. Un senso di vertigine avviluppato al latere destro del quadro suddividendo il campo prospettico in due aree nette.
L’impostazione riserba sempre l’imprinting della scuola di Berrettini da Cortona; verte più su contaminazioni provenienti dal salone Barberini (nel particolare dei nembi).
Roberto Contini sarà uno studioso dell’arte di Marracci, stimandolo un grande disegnatore. I suoi tratti decisi e sicuri denotano una consapevolezza e maturità artistica in grado di erigere una pittura consolidata.
Sarà lui stesso a deputare “Il vescovo San Paolino distrugge gli idoli pagani” effigie dell’artista. I colori caldi, la centratura impiantistica e la narrativa classica che ripropongono lo stilema cortonesco.
Una poetica avulsa da sensazionalismi; focalizzata sulla caratura stilistica con un’affinatura soprattutto nel registro figurativo.
Costanza Marana
Salve, vorrei scrivere una tesina su Marracci per corso che sto frequentando all’università. Vorrei chiederle se esistono fonti online in cui è possibile vedere le opere di pittore. Grazie per la collaborazione
Ciao Massimiliano, purtroppo la redattrice che ha scritto l’articolo non è più nel nostro team. Quello che posso dirti che è sul web vedo molto poco su di lui, ti consiglio di cercare una monografia su Marracci (come libro) e di prendere al suo interno la bibliografia da approfondire per scrivere la tua tesina. 🙂