A spasso per borghi medievali? Qui ce n’è uno da non perdere! Scoprite Cortona e l’Annunciazione del Beato Angelico in questo nuovo Infuso d’Arte! Agosto. Ferie finalmente! E scommetto che molti di voi si sono diretti in un bell’agriturismo toscano. Siccome qui gli infusi d’Arte ci piace scoprire l’arte nascosta oggi vi portiamo a scoprire un borgo con un’annunciazione davvero fantastica. Mettete un paio di scarpe comode e seguitemi.
L’infuso di oggi è l’annunciazione dipinta dal Beato Angelico tre il 1430 e il 1433 e oggi conservata al museo diocesano di Cortona (provincia di Arezzo).
Potete visionarlo qui.
Cosa sta succedendo?
Sembra banale chiederselo vero? Eppure è una domanda seria perchè il momento clou qui non è l’annuncio dell’angelo bensì il concepimento mistico del Salvatore. L’angelo si è già annunciato da un pezzo ed è il momento in cui la Vergine si offre come madre di Cristo. Da cosa lo sappiamo? Semplice, dalla bocca dei due protagonisti escono due “fiumi di parole” che ci dicono chiaramente a che punto siamo del racconto evangelico. Per non sbagliare le parole della Vergine sono anche ricamate sullo scollo del suo vestito. A confermare il fatto che siamo all’atto dell’incarnazione c’è anche la colomba dello Spirito Santo, luminosissima e in volo sulla testa di Maria, e il gesto dell’angelo che indica il ventre della donna. Più chiaro di così…
Tutta la scena si svolge in un ricco portico tipicamente quattrocentesco sul cui lato si apre un bellissimo hortus conclusus (vale a dire un giardino delimitato da una recinzione) con rose di due diversi colori e una palma. Le prima alludono alla purezza verginale di Maria, la seconda al suo sacrificio. Un altro indizio che indica come in realtà siamo nel momento dell’Incarnazione. Lo stesso scopo del resto lo ha anche il decoro del portico. Vedete quell’uomo barbuto scolpito sopra la sena principale? Ecco lui è Isaia, colui che ha profetizzato l’incarnazione del Figlio di Dio in una Vergine.
Dello sfondo vediamo poco ma quel tanto che basta a farci scorgere un uomo e una donna afflitti e cacciati via da un angelo. Esatto! Sono Adamo ed Eva.
Un attimo. Cosa c’entrano Adamo ed Eva con l’Annunciazione?
C’entrano, c’entrano…eccome se c’entrano. Un certo vescovo domenicano di Firenze, poi divenuto santo con il nome di Antonino, insisteva particolarmente sul ruolo di Maria nella salvezza dell’umanità dal peccato originale. Lui parlava delle due donne come di due perfetti opposti. In un’occasione è arrivato anche a sostenere che il saluto dell’angelo alla Vergine, l’ “ave”, fosse il nome della consorte di Adamo a rovescio.
Manca qualcosa? La predella!
Vale a dire la fascia in basso all’intera tavola. E ospita una vera innovazione in campo pittorico. L’Angelico infatti nel riempirla come le storie della vita della Vergine non ha utilizzato divisori per le diverse scene come era d’abitudine. L’effetto era quello dei diversi fotogrammi di un film. Decisamente poco coinvolgente. Qui invece è tutto mostrato come un’unica narrazione per mettendo allo spettatore di lasciarsi coinvolgere da colori, personaggi ed atmosfere. Questo, per intenderci, è il film intero, pronto per la sala cinematografica.
Due parole sullo stile…
L’Angelico è considerato come a cavallo tra lo stile tardogotico, decisamente vicino al gusto medievale, e le innovazioni tipicamente rinascimentali. Del tardogotico abbiamo il gusto per la rappresentazione minuta dei fiori mentre di rinascimentale abbiamo la grande abilità nelle architetture. Gli edifici della predella e il portico della scena principale che con i diversi piani di profondità è un vero e proprio pezzo di bravura.
Anche questo infuso d’arte lo abbiamo bevuto ma col caldo che fa non vi resta che proseguire la passeggiata per la splendida Cortona, non vi annoierete davvero. Non siete in zona? Niente panico, questi link sono tutti per voi!
- Panico da prova costume? leggete qui!
- Voglia di una passeggiata per boschi? Attenti alla bella Diana.
Buone vacanze!
Chiara Marchesi