L’Art Nouveau di Alphonse Mucha incanta Palazzo Pallavicini

alphonse mucha bologna
Reverie, 1897, Copyright © 2018 Mucha

Fino al 20 gennaio in mostra a Bologna 80 opere di Alphonse Mucha, comprese 27 esposte per la prima volta in Italia.

Dai cartelloni teatrali realizzati per Sarah Bernhardt alle scatole decorate dei biscotti Lefèvre-Utile, ai poster. Lavori iconici che raffigurano donne attraenti ed eleganti, con uno stile unico fatto di armonia, riferimenti alla natura e forme sinuose.

Alphonse Mucha a Bologna

La mostra, aperta a settembre 2018 a Palazzo Pallavicini (via San Felice, 24, Bologna), è organizzata da Chiara Campagnoli, Rubens Fogacci e Deborah Petroni (Pallavicini srl), in collaborazione con Mucha Foundation ed è curata da Tomoko Sato. Si compone di tre sezioni tematiche: Donne – Icone e Muse, Le Style Mucha – Un Linguaggio Visivo, Bellezza – Il Potere dell’Ispirazione. 

A Parigi, nei primi anni 80 dell’Ottocento, Alphonse Mucha lavorò come apprendista pittore e nello stesso periodo si avvicinò alla fotografia.

Dal 1890 questa arte cominciò ad assumere importanza sempre maggiore per l’autore, che la utilizzava per “prendere appunti” visivi ai quali si ispirava per realizzare le opere.

Sarah Bernhardt fu una figura molto influente nella vita di Mucha, a livello artistico: egli, infatti, divenne famoso grazie al primo manifesto che illustrò per lei. Nel periodo dal 1895 al 1901, Mucha disegnò 6 cartelloni per pubblicizzare gli spettacoli teatrali in cui recitava Sarah. Tutti erano realizzati con lo stesso stile del primo (Gismonda), in un formato verticale con la figura femminile posta al centro, in una rientranza ad arco o in un cerchio di luce. Il successo come artista fruttò a Mucha anche incarichi diversi, come quello per il marchio di biscotti Lefèvre-Utile, per il quale realizzò confezioni di latta, etichette e involucri. Lavorò anche all’etichetta e alla bottiglia di profumo Lance Parfum “Rodo”. Questi materiali, presenti nella mostra di Bologna, riproducevano lo stesso stile grafico su tutto ol packaging, proprio come fanno gli artisti grafici anche oggi per promuovere i prodotti dei vari brand.

Dopo circa 25 anni trascorsi lontano dalla sua patria, Mucha tornò a Praga nel 1910.

Lì cominciò a lavorare a un ciclo di 20 dipinti sulla storia ceca e slava, ma realizzò anche altre opere su commissione. Le donne continuarono a essere presenti, sebbene il loro ruolo divenne simbolico, rappresentativo dell’unità dei popoli slavi a cui l’autore aspirava.

La mostra resterà aperta fino a domenica 20 gennaio, secondo questi orari: da giovedì a domenica dalle 11.00 alle 20.00
Chiusura il lunedì, martedì e mercoledì. La biglietteria chiude 1h prima (ore 19.00 ultimo ingresso). Il costo dei biglietti di ingresso è di 13 euro (intero) e di 11 (ridotto). Per le riduzioni consultare il sito.

Erica Di Cillo

Crediti immagine in evidenza: Reverie, 1897, Copyright © 2018 Mucha

Se volete sapere di più sull’artista leggete il nostro Infuso D’Arte:

Di chi è la colpa di questa calura? Ve la presentiamo noi in pieno stile Art Nouveau!

 

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