Nasce la “Italian Virginia Woolf Society”: a giugno il primo evento a Roma

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È appena stata fondata la “Italian Virginia Woolf Society“, che il 13 giugno a Roma si presenterà con il suo primo evento.

È una delle scrittrici inglesi più amate, una donna enigmatica, che ha dedicato tante pagine di riflessioni al mondo delle donne, che è diventata un’icona, ma alla quale in molti hanno difficoltà ad avvicinarvisi. Eppure Virginia Woolf, a oltre 70 anni dalla sua morte, non ha ancora esaurito la sua forza e, proprio per valorizzare il suo lavoro e farlo conoscere, è nata da qualche settimana la Italian Virginia Woolf Society.

Nasce su iniziativa di un gruppo di studiose che si sono occupate di Woolf in diversi scritti: Nadia Fusini, che aveva scritto la biografia “Possiedo la mia anima”, Liliana Rampello Iolanda Plescia. Infine, la presidente dell’associazione, Elisa Bolchi, la studiosa che si è impegnata per la nascita dell’organizzazione e che ci parla del suo progetto in vista della presentazione ufficiale a Roma, il 13 giugno, presso la Casa Internazionale delle donne.

italian virginia woolf societyCome nasce l’idea di aprire l’associazione dedicata a questa scrittrice?

È un’associazione culturale che vuole promuovere lo studio e la conoscenza delle opere di Virginia Woolf in Italia, ma vogliamo far conoscere anche il lavoro del gruppo di Bloomsbury. La spinta iniziale è venuta da un incontro con Nadia Fusini e poi abbiamo coinvolto Liliana Rampello e Iolanda Plescia. C’è voluto del tempo per realizzare il progetto, ma ci siamo riuscite e da febbraio l’associazione è attiva, chiunque può iscriversi. Abbiamo già una cinquantina di iscritti, non solo accademici ma anche lettrici appassionate. E poi diversi uomini.

Quindi Virginia Woolf non è solo una scrittrice per le donne?

Virginia Woolf parla di donne alle donne, ma il suo è un messaggio universale. È diventata una icona del femminismo, ma la sua opera non parla di emancipazione o pari opportunità. Lei puntava all’indipendenza intellettuale delle donne. “Per scrivere ha dovuto uccidere l’angelo del focolare usando il calamaio“, è una delle sue frasi più famose: vuole invitare le donne a rinunciare a tutto quello che la cultura ci impone, a quello sguardo di giudizio che le donne hanno nei confronti delle altre donne. Questo è un altro tema centrale della sua opera ed è di grande attualità: la necessità di una condivisione tra donne. Ha anche scritto molto sulla divisione dei ruoli tra maschi e femmine, raccontandoci come questa contrapposizione appartenga a una fase adolescenziale della vita. Da adulti dobbiamo fare tesoro di quello che ognuno può darci, per conoscerci davvero abbiamo bisogno del confronto con l’altro.

Una donna triste, tormentata, malata: è questa l’immagine di lei che ci è stata trasmessa. Ma Virginia Woolf era davvero così?

Assolutamente no. Era una donna con tanti amici, brillante, istancabile, ironica, molto amata. La rappresentazione di Woolf depressa è derivata da una lettura della sua opera che parte dalla fine, che analizza la sua opera partendo dal suicidio. Ma non è l’ottica giusta. Ci viene detto che Woolf era una donna depressa, ma un depresso è apatico. Lei era invece una donna instancabile: nel corso della sua vita ha scritto 9 romanzi, 8 volumi di lettere, 38 volumi di diario, 2 biografie. Aveva dei piani di lavoro rigidissimi, e li rispettava. Era una donna malata, certo,  ma amava la vita, la cercava. E nei suoi scritti ce la racconta.

Sembra che ci sia una grande riscoperta di questa pensatrice, perchè era questo, non solo una scrittrice, dico bene?

Stiamo assistendo a un “rinascimento woolfiano”. Ci sono nuove traduzioni e nuovi libri in corso di edizione, anche libri minori grazie ai diritti appena scaduti. C’è una grande voglia di conoscere questa scrittrice e tutto quel mondo straordinario che le ruotava intorno.

A chi volesse avvicinarsi a Virginia Woolf, da quale libro consiglia di cominciare?

Difficile dare un consiglio: Woolf affronta tanti temi e può essere letta a vari livelli. Bisogna sapere che lettore si ha davanti per dare il consiglio giusto. Quello che mi sento di consigliare è di non limitarsi alla lettura dei romanzi, ma di affrontare anche i saggi, i diari, le lettere, perché solo così si può capire la straordinaria complessità di questa grande pensatrice. Con la nostra associazione ci impegneremo proprio in questa direzione.

Silvia Gambi

Silvia Gambi
Giornalista di Prato. Autrice del blog www.parliamodidonne,com

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