Walking on the moon, favola contemporanea tra tecnologia e letteratura

Walking on the moon

La Compagnia del Teatro dell’Orologio va in scena al Teatro India dal 3 al 6 maggio con Walking on the moon, regia di Leonardo Ferrari Carissimi.

Walking on the moon è uno spettacolo capace di mescolare ironia, divertimento e delicatezza ma soprattutto in grado di tenere insieme tre realtà apparentemente inconciliabili: la letteratura, il presente ultra tecnologico e il passato che vive sotto forma di ricordo.

È una fiaba contemporanea animata principalmente da tre personaggi davvero originali e bizzarri. Elia è un giovane startupper, timido, goffo e impacciato, Alice una studentessa appassionata di poemi cavallereschi e quindi di quel mondo lontano nel tempo e nello spazio, abitato da “maghi, cavalieri, palafreni”. E poi c’è lui, Micheal Collins, astronauta della mitica missione Apollo 11, l’unico però a non aver messo piede sulla Luna, a differenza dei sui colleghi Armstrong e Aldrin.

È proprio il mondo amato da Alice, quello “degli eroi e degli amori impossibili”, a fare da sfondo e a essere il crocevia di tutte e tre le storie perché non esiste opera più completa dell’Orlando Furioso per poter parlare di desideri, di paure, di sconfitte, di sogni e di delusioni e quindi dell’umanità.

walking on the moon

E come i protagonisti del poema cavalleresco anche quelli di Walking on the moon hanno un oggetto del desiderio: la Luna, topos per eccellenza della letteratura e non solo.

Elia vuole realizzare un app attraverso cui l’uomo possa simulare di camminare sulla Luna e Collins è senza dubbio il miglior sponsor. Lui che per tutta la vita ha custodito dentro di sé la solitudine e il rammarico per non aver messo piede sulla Luna, per essere stato, la sera del 20 luglio 1969, l’uomo più solo al mondo orbitando intorno al satellite mentre “tutti i cuori dell’umanità battevano per Armstrong e Aldrin”. Per Alice, invece, la Luna è quella di Astolfo, è il luogo dove si raccolgono tutte le cose che si perdono sulla Terra, è un posto magico che vive nella sua immaginazione continuamente nutrita dalle ottave cavalleresche.

Leonardo Ferrari Carissimi dirige uno spettacolo in cui la tecnologia e la modernità incontrano l’eternità e il valore assoluto della letteratura, superando quella barriera che troppo spesso tiene distanti queste due realtà  e ci ricorda, così, che l’una non esclude l’altra. Una riflessione dunque sottile e puntuale sul nostro presente.

In un crescendo di stupore lo spettacolo coinvolge il pubblico, che guidato dalla Luna segue i protagonisti nei diversi spazi del teatro India, dalla sala teatrale al foyer, dal retro palco all’arena esterna fino ad arrivare a vivere l’emozione di camminare sulla luna attraverso dei cardboard box forniti dagli attori.
Un percorso labirintico, proprio come lo spazio del Furioso in cui i personaggi si muovono, cercano, desiderano e tornano poi al punto di partenza.

In questa fiaba contemporanea s’incontrano e si mescolano le passioni e le solitudini di tutti e tre i personaggi, dando vita così a una tavolozza di  colori e di emozioni ricca di sfumature. Dunque, il senso del meraviglioso ariostesco sposa quello del meraviglioso tecnologico in una messa in scena giovane, frizzante e delicata.

Lo spettacolo è terminato ma a mantenere viva quell’atmosfera magica e sospesa ci pensa l’attore Graziano Piazza che, sotto gli occhi emozionati di tutti, s’inginocchia e con un anello in mano chiede alla compagna di sposarlo.
Non poteva esserci finale migliore.

Walking on the moon

di Leonardo Ferrari Carissimi e Fabio Morgan
regia Leonardo Ferrari Carissimi

con Graziano Piazza, Matteo Cirillo e Anna Favella
e con Davide Antenucci, Susanna Laurenti, Benedetta Russo, Enrico Torzillo, Riccardo Viola, Pietro Virdis
scene e costumi Alessandra Muschella
assistente scene e costumi Chiara Titone
disegno luci Martin Emanuel Palma
esperienza multimediale Oniride s.r.l.

Diletta Maurizi 

Laureata in Filologia moderna, mi definisco appassionatamente curiosa del mondo, in particolar modo di cinema e di teatro.

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