Tra beats, sesso e Chemical Brothers al Teatro Vascello

Orbi sono gli uomini, gregari e intrappolati per sempre nella grande discoteca infernale


14 settembre | Ad aprire la decima edizione del Festival Teatri di Vetro al Teatro Vascello di Roma è gli Orbi, spettacolo di teatro danza della compagnia Abbondanza/Bertoni. Ci troviamo in presenza di un linguaggio spiccatamente contemporaneo, punto d’incontro tra una totale astrattezza ed un’esplicita e ammiccante consegna di chiavi di decodifica. Una comunità è riunita in cerchio e si trascina con gli occhi bendati. Questo il presupposto e a far parte di quel gruppo troviamo Tommaso Monza, Massimo Trombetta, Antonella Bertoni, Michele Abbondanza e Claudia Rossi Valli. 
Teatri di Vetro 2016
Qui per il promo: youtube.com
Si produce un racconto episodico dominato da un muro di beat elettronici che assorbe ogni presenza; esso può farsi un’eco sottile o un crescendo assordante, ma non trova interruzione e amplifica la percezione dello spazio con la perdita di qualsiasi orientamento. In questo l’aspetto musicale curato da Tommaso Monza si rivela un eccezionale continuo di suoni sintetici e droganti, sostenuto dal comparto luci di Andrea Gentili. Il ritmo ipnotico permette una ricerca di senso attraverso l’osservazione estraniata del proprio mondo. L’umanità è allora analizzata con un’ironia ammiccante e a tratti grottesca: a condizioni di gregarietà cieca e muta fanno seguito improvvise ribellioni. Il distacco da una danza spersonalizzata e di gruppo non sfocia però in una libertà dell’individuo e ad essa segue una nuova ripetitività alienante. Su questa si costruiscono piccoli teatrini, basati su brevi momenti di recitazione, che stigmatizzano i pilastri della cultura urbana del consumo e del divertimento. Troviamo quindi il rifiuto della vecchiaia, i festini e le discese degradanti nello stupro e nell’orgia accompagnate dai Chemical Brothers. La vivacità adolescenziale ed energica incontra l’eleganza del decadente e il gusto del decontestualizzato. Così un manichino maschile, dal volto coperto di stoffa, mima una cantante da piano bar mentre nella penombra alle sue spalle un uomo maturo balla in calze a rete. L’illusione della discoteca spinge ad uno sfinimento volontario la sua clientela, orba di ogni empatia ma tenera e triste, in cerca di contatto e paradossalmente isolata nel continuo tenersi per mano tra catene, girotondi e sesso. Una perfetta descrizione di una contemporaneità assordata. La compagnia Abbondanza/Bertoni dona così una bellezza altra, carica di sarcasmo e personalità, fatta della capacità di accostare in maniera geniale elementi insoliti e costruire dal loro improbabile incontro atmosfere suggestive. Il pubblico gusta il gioco e partecipa al viaggio, facendo seguire alla conclusione lunghi minuti di applausi.

Gabriele Di Donfrancesco
@GabriDDC

Nato a Roma nel 1995 da famiglia italo-guatemalteca, è un cittadino di questo mondo che studia Lingue e Lettere Straniere alla Sapienza. Si è diplomato al liceo classico Aristofane ed ama la cosa pubblica. Vorrebbe aver letto tutto e aspira un giorno ad essere sintetico. Tra le sue passioni troviamo il riciclo, le belle persone, la buona musica, i viaggi low cost, il teatro d'avanguardia e la coerenza.

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