Al teatro Trastevere la compagnia “Come risolvere in due” presenta l’esilarante commedia “Non ti fissare, chiamale se vuoi ossessioni”.

E se un
autobus si fermasse nel bel mezzo del nulla e da questo bus scendessero cinque persone, l’una completamente diversa dall’altra? Cinque sconosciuti che si guardano, si scrutano, si studiano dalla testa ai piedi. La scena si apre con confusione e i primi dieci minuti si fa fatica ad ingranare, ma dopo qualche istante di esitazione ad aprire le danze è la magnifica
Lidia Miceli. È lei a sciogliere il ghiaccio un po’ per tutti noi che stiamo a guardare, ma anche per i suoi colleghi. La storia così prende forma ed è un continuo di risate. Ognuno dei protagonisti ha una storia da raccontare, chi più chi meno, ha delle ossessioni che non riesce a sconfiggere. Così i cinque “compagni di viaggio” ci portano nel loro mondo. C’è chi è ossessionata dal lavoro e chi dai social, chi ama le donne ma non riesce a conquistarne nemmeno una, e chi è alla ricerca del vero amore perché il suo orologio biologico corre troppo in fretta, e ha paura di rimanere sola. Molto valida la regia di Velia Viti che riesce ad inquadrare tutti i momenti più divertenti e a proporli come sketch.

C’era il rischio di cadere nel banale e nella noia invece gli attori sono veloci, divertenti e senza freni. Il tutto riesce proprio per questa bellissima sintonia tra i cinque e una condivisione che coinvolge il pubblico a 360 gradi. Le battute, ma soprattutto i monologhi, perché si parla più di veri e propri monologhi (che gli attori tengono benissimo in piedi), sono spassosi.
Le musiche sono più che azzeccate e ti fanno venir voglia di ballare e ridere. Forse, per chi non ama troppo gli oggetti in scena, a volte è stato superfluo aggiungere troppi accessori. Azzeccati, invece, i vestiti che caratterizzano la personalità di ognuno dei personaggi. Una menzione speciale a tutti gli altri attori che hanno partecipato, oltre alla coinvolgente Lidia Miceli:
Alessandro Di Somma, Maria Antonia Fama, Ermenegildo Marciante, Francesco Bonaccorso. E da grandi attori derivano grandi sceneggiatori, o il contrario? Da premiare senz’altro la scrittura di
Maria Antonia Fama e Lorenzo Misuraca, sceneggiatori già stati molto apprezzati per altri tre spettacoli. Tutto questo è
“Non ti fissare, chiamale se vuoi ossessioni” al
Teatro Trastevere di Roma. Insomma, è come assistere ad una vera festa, perché il teatro è anche questo: una festa a cui tutti possono partecipare, nessuno escluso.