Riccardo Rossi da trent’anni ci fa ridere di cuore e di pancia

RIccardo Rossi

Il 31 agosto scorso la rassegna di teatro comico e cabaret “All’ombra del Colosseo” ha ospitato un instancabile Riccardo Rossi.

Sfidando un’afa quasi soffocante, Riccardo Rossi ha intrattenuto la platea con “Così Rossi che più Rossi non si può”: uno spettacolo esilarante, in cui, insieme all’altro autore Alberto Di Risio, ha condensato trent’anni di carriera e cinquant’anni di vita.

E’ un “one man show” all’americana, in cui si ride senza soluzione di continuità.

Riccardo Rossi esordisce con una premessa sulla situazione attuale. Parla del parco di Colle Oppio a Roma, dove si svolge lo spettacolo che chiude all’una di notte; del caldo afoso; dell’attesa di un temporale che scongiuri il razionamento dell’acqua corrente. Insomma, anche i disagi piccoli o grandi, reali o minacciati, diventano subito materiale per produrre risate.

Con l’ausilio di immagini evocative e foto dell’infanzia e dell’adolescenza, si alternano ricordi di vita vissuta, in cui tutti possiamo riconoscerci, e i cavalli di battaglia di Riccardo Rossi.

La sua comicità dissacrante è perfetta per descrivere la festa di Carnevale alle elementari o il tentativo di dichiararsi alla prima ragazza di cui si è innamorato alle superiori. Pieno di autoironia, Riccardo Rossi ci ricorda addirittura quanto è difficile rispettare la dieta e quanto ci rendiamo ridicoli quando cerchiamo scuse per sgarrare.

Non manca una carrellata di ritratti di persone e situazioni, analizzate in modo personalissimo: dal famoso sketch sull’acquisto dell’agenda Filofax a Londra alle lettere alla rubrica della “Salute di Repubblica”.

“Così Rossi che più Rossi non si può” coinvolge descrivendo la natura grottesca della vita.

Come sempre, Riccardo Rossi stigmatizza tutto con un certo gusto per l’iperbole, che rende folle ed esilarante ogni descrizione o racconto.

L’artista non si risparmia sul palco; è pieno di energia; è coinvolto e coinvolgente nei racconti che fa. Il monologo è lungo e può capitargli di perdere il filo, ma è divertente anche ascoltare come Rossi riesca velocemente a riprenderlo.

Non ha bisogno di essere volgare o scurrile per far ridere una platea di età variegata. Infatti, non sono certo solo i suoi coetanei che possono riconoscersi, per motivi generazionali, nei suoi ricordi e nei suoi racconti.

E’ un comico romano e si sente forte e chiaro, ma non ha bisogno neanche di parlare sempre e solo in romanesco per sembrare autentico.

In questo spettacolo, dunque, Riccardo Rossi descrive la vita sì impietosamente, ma anche “alla Rossi”, evidenziandone il carattere grottesco.

Assistere ai monologhi di  questo artista è un’ottima occasione per passare quasi due ore a ridere di cuore e di pancia.

Stefania Fiducia

Splendida quarantenne aspirante alla leggerezza pensosa. Giurista per antica passione, avvocatessa per destino, combatto la noia e cerco la bellezza nei film, nella musica e in ogni altra forma d'arte.

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