L’Equilibrio Festival con la danza contemporanea dei Paesi del Nord Europa

parco della musica roma
La danza in scena all'Equilibrio Festival 2019.

L’aurora boreale atterra all’Auditorium Parco della Musica di Roma con l’Equilibrio Festival 2019: la danza come protagonista.

Protagonista indiscussa della manifestazione, dal 10 al 26 febbraio incluso, è la danza dell’Europa del Nord (in particolare della Finlandia, Svezia, Norvegia, Islanda e Danimarca). Tuttavia non si parla della danza nota ai più, quella con scarpette a punta e tutù, quella dei canoni propri della tradizione. Si ha a che fare con la danza contemporanea, con ritmi e movimenti corporei che ci ricordano colei altrimenti nota come “la madre della danza moderna”, Martha Graham.

Ad inaugurare l’inizio del festival, una serata dedicata al maestro Mats Ek, coreografo e regista svedese che decide di tornare sulle scene, dopo il suo addio annunciato nel 2016 (“la danza è scritta sull’acqua, svanisce” aveva detto in quell’occasione). Addio che fu annunciato con la messa in scena di “Hache” che vede protagonista la sua musa di sempre, la strepitosa Ana Laguna. E Mats Ek apre l’Equilibrio Festival proprio con il suo spettacolo “Hache” (“Axe” nella traduzione in inglese). Anche se è l’ultimo di tre momenti distinti.

La prima coreografia è “Memory” (2004).

Coreografia interamente curata da Mats Ek che lo vede anche protagonista, assieme alla ballerina, nonché compagna di vita, Ana Laguna. Ana Laguna, debutta a 19 anni e la sua carriera artistica come danzatrice le ha fatto calcare i più prestigiosi palcoscenici del mondo. “Memory” fa riemergere i ricordi dal passato di un uomo (Mats Ek). E’ un inno ai tormenti esistenziali che ci perseguitano come esseri umani, mettendo in scena i ricordi, i silenzi, le emozioni che inevitabilmente segnano la relazione di una coppia. Questi elementi entrano in contatto con oggetti più “concreti”, appartenenti alla nostra vita quotidiana e alla cultura moderna: in scena, infatti, solo un televisore, un divano, una lampada. Ieri diventa oggi, il passato diventa presente. Il flusso dei movimenti dei due ballerini ha una forza calamitante, quasi a ricordare il canto delle sirene di Omerica memoria.

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La danza in scena all’Equilibrio Festival 2019.

14 minuti, questa la durata della coreografia “Memory”, il pathos è alla “one shot”.

Il secondo momento che ha contraddistinto la serata: il corto “Old and Door” (1991).

La proiezione è in prima nazionale: una vecchia signora (è la mamma dello stesso Mats Ek, che l’artista dirà di aver riscoperto in veste di giovane ragazza, mettendo a nudo i suoi più ancestrali desideri) si relaziona con una porta, e con tutto ciò che si può nascondere dietro di essa. Le musiche in sottofondo sono di Chopin, ed il contrasto con le immagini che vengono proiettate appare subito evidente. A tratti comico, quasi paradossale, la proiezione fa diventare lo spettatore testimone indiscusso dei pensieri, sogni, presenti nella mente della protagonista.

All’epoca in cui venne realizzato e diffuso (nel 1991) fece scalpore, per poi diventare un cult, quasi la firma autografa del coreografo e regista svedese. Del resto Mats Ek nasce in una famiglia ricca di artisti. Il padre, Anders, era un attore preferito da Bergman, la madre Birgit Cullberg, aveva fondato il Cullber Balletten che lo stesso Mats diresse nel 1993.

L’ultima coreografia del trittico, “Axe” del 2015.

“Ascia” nella traduzione in italiano, presentata sull’adagio struggente di Albinoni ed interpretata nuovamente da Ana Laguna e dal ballerino francese Yvan Auzely. Qui tutto si incentra su un’azione apparentemente banale: spaccare la legna. L’espressione stessa, come la coreografia, rappresenta due contrasti: da un lato lo “spaccare”, verbo che esprime aggressività, violenza; e dall’altro lato la “legna”, materiale che da fonte di calore, che da origine al fuoco (sinonimo di passione e di amore).

Attraverso la danza, Mats Ek ci fa capire come un gesto talmente ordinario come lo spaccare la legna, possa in realtà tradursi in un gesto di una disumana brutalità. Si allude alla metafora della vita, a ciò di cui l’Uomo può essere capace. In un attimo, trasformarsi in Bestia.

Matz Ek si è sempre dichiarato lontano da tutto ciò che è “carino”, “bello”. Incarna un nuovo modello di danza, la danza cosiddetta ribelle. E’ rivoluzionario. Gli applausi a fine spettacolo sembravano non finire mai. A dimostrazione del fatto che si ha fame di ribellione. E Matz Ek ci sazia.

Serena Cospito

Maria Serena Cospito
Adoratrice di Teatro in tutte le sue forme, attrice per passione, divoratrice di serie TV. Avocado dipendente:)

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