Al Teatro Quirino di Roma sarà in scena fino al 17 dicembre 2017 l’adattamento di Monica Guerritore di “Mariti e mogli” di Woody Allen.
Il film scritto e diretto da Woody Allen, “Mariti e mogli”, è la storia di due coppie di amici. Judy e Gabe una sera ricevono a cena Sally e Jack, i quali annunciano con nonchalance la loro separazione. L’unica che si rivela quasi sconvolta dalla decisione è Judy, che non si spiega la tranquillità dei suoi amici di fronte alla fine del loro matrimonio.
Si scoprirà presto che ha ragione Judy, perché la separazione si rivelerà dolorosissima e tutt’altro che serena. Costringerà anche lei stessa e suo marito Gabe ad interrogarsi sulla solidità e felicità della loro unione.
Monica Guerritore dirige il suo adattamento della sceneggiatura del film, al Teatro Quirino di Roma, fino al 17 dicembre. Il risultato complessivo è elegante e raffinato.
Gli attori sono tutti bravissimi nelle loro interpretazioni; i dialoghi sono rimasti brillanti e in perfetto stile Allen; gli intermezzi musicali tra Louis Armostrong ed Etta James, in cui i personaggi ballano, si integrano molto bene nella messa in scena.
Guerritore sceglie di rispettare le unità di tempo e di luogo. Tutti i personaggi sono riuniti in una sala da ballo dall’aspetto irresistibilmente vintage, quando inizia a piovere a dirotto. Lì trascorreranno l’intera notte. Anche se la scena resterà immutata, la sala da ballo svolgere le funzioni di una sala d’attesa, di un ristorante, “di un luogo della mente”, come sostiene Monica Guerritore.
L’artista tiene per sé il personaggio di Sally e lascia quello dell’amica Judy a Francesca Reggiani. Due attrici molto diverse tra loro, completamente a proprio agio nelle loro ruoli complementari.
Monica Guerritore è perfetta in ogni scena, esteticamente splendida ed emotivamente coinvolgente. Francesca Reggiani riesce ad essere profonda e divertente come dovrebbe essere Judy, l’unica che alla fine dei giochi ha il coraggio del cambiamento vero.
Come disse lo stesso Woody Allen, i personaggi di “Mariti e Mogli” vivono in un “girotondo di piccole anime che girano e girano intrappolate nell’insoddisfazione cronica di una banale vita borghese”.
I più insoddisfatti, ma incapaci di cambiare davvero, sembrano i personaggi maschili. Innanzitutto, l’uomo d’affari Jack, qui interpretato dal travolgente Ferdinando Maddaloni, che prima lascia la moglie concorde, poi scappa via anche dall’amante.
Sono altrettanto smaniosi ma resistenti al cambiamento l’amico professore universitario Gabe (Cristian Giammarini), l’attraente Michael (Enzo Curcurù) e l’impiegato Paul (Angelo Zampieri).
Anche i personaggi femminili “secondari” sono ben delineati e le attrici danno prova di essere all’altezza. Malvina Ruggiano convince nel ruolo della giovane e determinata Rain, scrittrice allieva di Gabe. Lucilla Minnini è spumeggiante al punto giusto in quello di Sammy, l’amante sexy e poco intellettuale di Jack. A lei, in un certo senso, il compito di dare una svolta alla trama e innescare il movimento dei personaggi.
Ma non sono soltanto la bravura degli interpreti e la regia di Guerritore a rendere tanto godibile la versione teatrale di “Mariti e mogli”.
Le scene di Giovanni Licheri e Alida Cappellini e le luci curate da Paolo Meglio donano a tutto l’impianto un’atmosfera intima e affascinante. Quando parte la musica che fa ballare gli attori in scena, tutto appare in perfetta armonia. Viene quasi voglia di salire sul palcoscenico per vivere un po’ in quell’ambiente.
A fine spettacolo si esce dalla sala con la consapevolezza di aver assistito ad un pezzo di vero Teatro.
Stefania Fiducia