Tiriamo le somme di un festival romano dal cuore grande: DOIT Festival 2016
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La lunga fila dei premi di entrambi i concorsi. Foto di Walter Mirabile |
Il 10 aprile 2016 il Teatro Planet di Roma ha ospitato la doppia premiazione della seconda edizione della rassegna teatrale DOIT Festival, organizzata da Cecilia Bernabei e Angela Telesca, e del premio drammaturgico Artigogolo della casa editrice ChiPiùNeArt. Il concorso è durato un mese, dall’8 al 20 marzo e dal 29 marzo al 10 aprile, per un totale di quattordici eventi, tra spettacoli e presentazioni, e un buon numero di testi teatrali. Erano presenti due giurie ben differenti, costituite da critici, docenti, giornalisti e blogger, nonché l’attore Massimo Mirani, poste a selezionare la prima gli spettacoli vincitori, la seconda i testi destinati alla raccolta drammaturgica Artigogolo. Il materiale partecipante di quest’ultima è stato sottoposto ai giudici in maniera anonima. Anche il pubblico ha avuto modo di far pesare il proprio giudizio in percentuale minore rispetto alla giuria, votando e commentando su apposite schede i propri preferiti. Tuttavia, le piccole dimensioni del Teatro Planet hanno permesso una partecipazione sensibilmente ridotta rispetto alla precedente edizione 2015, ospitata dal Teatro Due di Roma. Una delle novità di quest’anno sono stati invece i dibattiti, che hanno permesso l’approfondimento del percorso di creazione delle opere presentate, rivelandosi una parentesi breve, quanto stuzzicante.
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La consegna del premio per Davide Tassi, L’Intruso. Partendo da sinistra: Davide Tassi, Cecilia Bernabei e Angela Telesca. Foto di Walter Mirabile |
Lo spettacolo vincitore del DOIT Festival è stato Gretel e tutti gli altri, di Susanna Mannelli, associazione culturale Cronopios Botti du Shcoggiu, direttamente dalla Sardegna. A questo fanno seguito una serie di menzioni speciali:
- Bukowski, a night with Hank, di Francesco Nikzad, diretto e interpretato da Roberto Galano, menzione speciale premio Giuria Giovani;
- Emiliano Russo, menzione speciale alla regia per From Pinocchio;
- Marcella Pelleranno, menzione speciale alla recitazione per Gretel e tutti gli altri;
- L’intruso, di Davide Tassi, menzione speciale alla drammaturgia.
I vincitori del premio drammaturgico Artigogolo sono stati:
- Perché la guerra, di Alessandro Izzi, sezione drammaturghi in azione. Storia di una madre che cerca notizie sui propri figli partiti per la guerra e mai più tornati; il testo si sviluppa sulla base del carteggio omonimo del 1931 tra Einstein e Freud, raccolto sotto il titolo di Warum Krieg? nel ’33;
- Antigone – Metamorfosi di un mito, di Serena Gaudino, sezione drammaturghi emergenti. Si tratta di una riscrittura del mito greco, tra storia antica e le testimonianze delle vittime delle faide mafiose di Scampia. Il progetto è nato da visite nelle fabbriche e nelle comunità, volte a raccontare il mito e ad usarlo per curare il senso del presente. Ne è scaturito un libro e solo allora il testo teatrale;
Sempre per la sezione drammaturghi in azione, le menzioni speciali vanno a:
- Nascondigli, di Michela Giudici e Alessandro Veronese;
- Neime, di Amalia Bonagura. Il testo prende il nome dall’immaginario paesino italiano al centro delle vicende: un piccolo Eden autosufficiente, arroccato sulle pendici di un monte. Sconvolto dalla furia della natura e isolato in attesa dei soccorsi, Neime riceve la visita di uno straniero senza identità e senza memoria; il simbolo di un migrante, presto trasformato nello stigma del terrore e nel capro espiatorio della catastrofe. Di Neime abbiamo potuto assistere ad un assaggio, messo in scena da dodici attori della compagnia Margot Theatre. Lo spettacolo era precedentemente andato in scena al Teatro dell’Orologio di Roma dal 1 al 5 marzo.
Così si conclude un percorso che lotta nel sottobosco della capitale per permettere alle idee di circolare. Il suo sforzo garantisce ad un piccolo pubblico una visione sul mondo di altre menti, su creazioni nuove non legate alle dinamiche delle grandi produzioni, dei teatri commerciali e nazionali. Si porta sul palco la voce della comunità, quella che passa per le scene meno note e costruisce il contesto reale di una città, spesso ben diverso da quello più pubblicizzato per mezzi di maggior diffusione. Speriamo allora che l’iniziativa possa evolversi in nuove edizioni, ispirando altri ad organizzazioni di qualità, basate sui fondi umani e non su quelli materiali.
Gabriele Di Donfrancesco