Una predominanza di suggestioni e visioni orientali, ma non solo, nel secondo appuntamento della rassegna natalizia Ramific_azioni. Giovani in cerca d’occupazione, svoltosi domenica 6 dicembre al Teatro Piccolo di Pietralata.
Ospite principale è stata la danza, protagonista di tre performance/studi, in buona compagnia del concerto di musica jazz Standard Images e di un momento di svago e incontro accompagnato da un bicchiere di vino.
Ad iniziare è stata Chiara Alborino, della compagnia Danza Flux. Il suo Ainoyume è un frammento estratto da La geisha che danza per amore, lavoro che debutterà nella sua interezza nel 2016. Ainoyume è un viaggio mentale e sensoriale in un Giappone fiabesco e lontano, nello spazio e nel tempo. La scena è pressoché vuota, ma bastano pochi indizi, un profumo e piccoli gesti a trascinare lo spettatore in una dimensione altra, nella quale può, da solo, immaginare paesaggi e atmosfere in cui inserire la visione che gli si propone davanti. Si perde di vista il valore del lavoro se ci si arresta a rintracciarvi tracce e reminiscenze del Nō, del Kabuki o di qualsiasi altra forma teatrale classica giapponese a cui sì, ci si può ispirare, ma consapevoli di non poterne emulare né i gesti né il risultato. È un sottile panteismo a fare da collante, tramutando le cose, conciliando gli elementi, stimolando i sensi e l’intelletto di chi guarda e può lasciarsi scivolare tra metamorfosi forse solo immaginate, grazie alle quali un battito d’ali può farsi vento e il vento può farsi carezza tra i capelli di una giovane geisha; in fin dei conti, nient’altro che la sintesi tra individuo e arte. E cos’è l’arte se non l’incontro tra la realtà naturale e la dimensione spirituale? Domanda scomoda, a cui si potrebbe rispondere in mille modi e che non è evidentemente il caso di sviluppare qui. Non ci perdiamo in flussi di ragionamento infiniti, facciamo un salto dalle isole giapponesi verso la terra ferma.
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Ainoyume – Chiara Alborino |
È in Cina che ci porta
Francesca B. Vista, della compagnia
Atacama. Qui la metamorfosi non è più solo una suggestione ma il fulcro di
II Change, lavoro basato sull’
I Ching, il Libro dei Mutamenti, iniziato nel 2014 e in continua evoluzione. Due danzatrici. Basta che si illumini la scena per fissare nella mente le parole chiave alla base di ciò che accadrà dopo: contrasti, confronto, doppio; se si dovesse racchiudere in una sola immagine,
yin e
yang.
Una donna vestita di nero, tacchi alti, l’altra con una veste bianca, scalza. È una danza che parte sospesa, in un quasi unisono che sembra voglia assegnare alla seconda il compito di direzionare e nello stesso tempo seguire i gesti della prima danzatrice, quasi fosse il proprio spirito benigno, quasi come non fossero altro che l’una il negativo dell’altra. Subito dopo, il distaccamento, la resistenza nella contemporanea necessità di rispondersi anche se a distanza, attraverso movimenti che, pur quando uguali nella forma, risultano complementari nell’espressione. La musica evidenzia i contrasti cromatici e cinetici e cammina parallelamente all’azione, giungendo insieme al momento di incontro, al culmine di tensione dato dallo scontro tra la spinta all’evoluzione e la forza di conservazione.
Inevitabile il rito di conciliazione finale, la presa di consapevolezza del proprio sé in relazione all’altro. Tra il nero e il bianco non avviene fusione, bensì nuova fonte di energia. Il rosso: colore che indica una cerimonia, il matrimonio tra due forze che si compenetrano, nella forma perfetta di una sfera che rotolando viene attraversata dalla luce.
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II Change – studio precedente |
Non abbiamo certo dimenticato
PRESENT (research) della
Compagnia No.No, solo l’abbiamo scissa da un percorso cognitivo nel quale sarebbe una forzatura inserirlo.
PRESENT è una piccola piacevole sorpresa nata in sede d’improvvisazione dall’incontro tra la musica di
Valerio Lazzaro e la danza di
Monia Marini. Per quanto ancora in forma di brevissimo studio, il lavoro coglie l’attenzione dello spettatore nel suo continuo dinamismo e mutamento, facendo della musica il proprio dispositivo costruttivo e grazie alla collisione che nasce tra l’immutabile presenza del suono di una chitarra e la possibilità del movimento di trascendere il qui e ora per ritrovare un gesto perduto nel passato o rincorrerne uno nuovo.
Ramific_azioni ha scelto di presentare la danza in divenire, quella che si muove tra le idee e che ancora non si è fissata stabilmente nella forma, la più effimera e fragile. Una danza fatta da “giovani in cerca d’occupazione” che lascia la curiosità di scoprire quali strade prenderà, in cosa si trasformerà.
Prossimo appuntamento domenica 20 dicembre ore 19.00, questa volta con il teatro di
Compagnia No (Dance first Think later), che presenterà lo spettacolo
Napoli Trip. Indagini su Annibale Ruccello, anche stavolta al
Teatro Piccolo di Pietralata.
Chiara Mattei