Eyes Wine Shot: quando il vino fa spettacolo

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Il mondo del vino in una lettura ironica accompagnata da una degustazione in teatro per ripercorrere storia, miti e luoghi comuni del nettare degli Dei.

Si fa sempre un gran parlare di vino. Del resto siamo in Italia, ed è una delle peculiarità che rende unico al mondo il nostro paese. Peccato che a volte le modalità di comunicazione utilizzate per arrivare al grande pubblico risultino appesantite, mancando così l’obiettivo.

Colpa degli atteggiamenti a volte troppo pomposi anche al di fuori degli ambiti tecnici, dove magari potrebbero essere giustificati. Ma anche li molti rischiano di esagerare per apparire fenomeni, rendendo il vino quello che in realtà non è. In generale è un mondo che si prende troppo sul serio rischiando di chiudersi in se stesso, allontanando così la grande massa che invece vorrebbe avvicinarlo.

Qualcuno tra gli addetti ai lavori però sembra essersene accorto. Sono sempre di più le iniziative che restituiscono al vino la sua funzione di convivialità integrandolo in iniziative culturali. Esplorando i suoi legami con l’intelletto umano, finalmente il vino si rende comprimario di eventi e corsi che lo vedono relazionarsi alle diverse forme d’arte.

Questo è il caso di “Eyes Wine Shot” al Sala Uno Teatro di Roma fino al 2 aprile. La performance di Giuseppe Gandini messa in scena con Gianantonio Martinoni. I due attori amici dalle scuole medie, Ferraresi ma trapiantati a Roma da 20 anni, rispondono con piacere ad alcune domande.

Dietro lo spettacolo c’è l’amore per il vino

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Giuseppe come nasce lo spettacolo ?

Il vino piace molto a tutti e due. Dopo un’esperienza lavorativa nel mondo del vino è nato questo spettacolo che racconta tutto, o almeno buona parte, quello che c’è da sapere sul vino.

Come lo definiresti ?

Una smitizzazione del linguaggio del vino e dei suoi luoghi comuni, ma a partire da nozioni reali.

Una modo particolare di fare ironia sul vino ?

In realtà nasce come matinée per una scuola alberghiera a Ferrara, ma stiamo andando avanti oramai da oltre quattro anni. Lo spettacolo è passato per qualche teatro ma lo portiamo dovunque, dalle enoteche alle cantine, addirittura a casa. Ora abbiamo La Tognazza che ci sponsorizza in un teatro, ma è uno spettacolo che si può fare dappertutto anche in una stanza.

Ma per voi il vino cosa rappresenta?

E’ l’ebbrezza, il divertimento, il sapore buono, è le serate, per me rappresenta molto il vino. Faccio anche il regista e ho scritto ben due film sul vino, non li ho ancora fatti però…

Gianantonio secondo te il mondo del vino è troppo serioso?

A volte la si fa complicata quando in fondo un bicchiere di vino rimane un bicchiere di vino. E’ fondamentalmente un atto di socializzazione, dello stare insieme. Spesso invece si cerca di aggiungere un atteggiamento un pò snob, però questo e in generale uno dei difetti della nostra società. Uno pseudo professionismo a volte esagerato per chi vuole appassionarsi o divertirsi.

Pensi che in questo modo si snaturi un po’ la funzione primaria del vino?

Capisco che a volte alcuni atteggiamenti siano in qualche modo necessari, ma forse c’è un po’ di prosopopea.

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Lo spettacolo nei suoi cinquanta minuti scandaglia il mondo del vino, da citazioni di Neruda a nozioni sulla vinificazione. Ne attraversa la storia supportato dai collaudati tempi comici dei protagonisti, che rendono la pièce teatrale estremamente godibile per gli amanti del vino e non. L’ironia sulla degustazione e le sue modalità descrittive supera quelle viste finora. Probabilmente perché scritta e interpretata da chi il vino lo ama davvero.

La Tognazza sponsor ideale per Eyes Wine Shot

Visto lo spirito dell’iniziativa, La Tognazza, che accompagna la rappresentazione con i suoi vini sembra essere il partner ideale. Infatti per la realtà avviata a Velletri dal mai troppo celebrato Ugo Tognazzi, la definizione Azienda non sembra quella più indicata.

E’ più che altro una scelta di vita, che sopravvive al grande attore nel suo spirito volto ai valori della convivialità, del divertimento e del tempo trascorso in armonia. Una sincerità che si riscontra nei vini nati per sostenere l’ideale di questo modo di essere.

Bruno Fulco

 

Iscritto all’Ordine dei Giornalisti e diplomato presso l’Associazione Italiana Sommelier, da sempre appassionato di enogastronomia come veicolo di scambio e collegamento tra le diverse culture. Viaggiatore entusiasta specie nelle realtà asiatiche e mediorientali. La fotografia completa il bouquet delle passioni irrinunciabili con particolare attenzione al reportage. Ricerca ostinatamente il modo di fondere questi elementi in un unico elemento comunicativo.

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