Emma Dante e Bestie di scena: l’orrore della quotidianità

Emma Dante e Bestie di scena: l'orrore della quotidianità
Emma Dante e Bestie di scena: l'orrore della quotidianità

Bestie di scena di Emma Dante è una visione straniante del comportamento umano, con una buona dose di ironia al suo interno

Roma 22 ottobre || Bestie di scena di Emma Dante, in cartellone al Teatro Argentina dal 13 al 22 ottobre 2017, è uno spettacolo che rappresenta una visione volutamente ironica, alienante, auto-indulgente e a tratti noiosa del comportamento umano in comunità. Il presupposto è che la società nasconda, al di sotto della facciata linguistica e comportamentale, un sistema di relazioni e reazioni grottesche. Per dare vita a questa dimensione, gli attori di Bestie di scena si spogliano dopo pochi istanti, aprendo il varco ad una visione nuova con la peculiarità del loro gesto. Molti potrebbero pensare ad una provocazione superata, tuttavia la destrezza di Emma Dante sta proprio nel riuscire ad attribuire alla nudità in teatro un altro valore: non la forza della stranezza, ma l’orrore della quotidianità e dell’indifferenza.

I personaggi alternano momenti di pudore e gregarismo. Uomini e donne, simili a pecore e a scimmie, vagano in un unico gruppo per il palco privo di prospettiva. A scatenare l’azione sono elementi esterni, calati dall’alto o tirati in scena dalle quinte. Il contatto di questi oggetti con i membri del branco fa scattare improvvise e intermittenti coazioni. Linguaggio e scopo si perdono nel gesto, totalmente decontestualizzato, a cui i personaggi colpiti dalla maledizione della cosa si trovano inesorabilmente legati. Come giocattoli, queste creature nude sono al servizio di una volontà non loro.

Proprio l’aver privato di un codice di parola e di senso lineare i suoi personaggi rende Bestie di scena uno spettacolo sia grottesco che comico. L’ironia è voluta e fa da riflesso confuso ma significativo di una realtà normale, che nella sua forma contorta mette in luce quanto sia altrettanto contorto il reale.

Un’esperienza straniante

Lo sperimentalismo di Emma Dante è smussato dalla scelta intelligente di limitarne la durata e dalla sua componente ironica.

Non del tutto una seria critica sociale, Bestie di scena si concentra nella creazione di uno spazio altro di visione. L’ora e un quarto di nudità degli attori infrange la norma sociale. Sfida le aspettative del pubblico, portandolo a vivere un’esperienza prolungata e straniante, la cui dimensione assurda si trasforma ben presto in nuova norma.

Non un capolavoro, Bestie di scena di Emma Dante è comunque una divertita e inquietante indagine del sommerso: di quel che si nasconde sotto il linguaggio e il significato apparente del sistema sociale.

Compagnia

Regia Emma Dante
con Elena Borgogni, Sandro Maria Campagna, Viola Carinci, Italia Carroccio, Davide Celona, Sabino Civilleri
Alessandra Fazzino, Roberto Galbo, Carmine Maringola, Ivano Picciallo, Leonarda Saffi, Daniele Savarino
Stephanie Taillandier, Emilia Verginelli
e con Daniela Macaluso e Gabriele Gugliara
scena Emma Dante
luci Cristian Zucaro

Gabriele Di Donfrancesco

@GabriDDC

Gabriele Di Donfrancesco
Nato a Roma nel 1995 da famiglia italo-guatemalteca, è un cittadino di questo mondo che studia Lingue e Lettere Straniere alla Sapienza. Si è diplomato al liceo classico Aristofane ed ama la cosa pubblica. Vorrebbe aver letto tutto e aspira un giorno ad essere sintetico. Tra le sue passioni troviamo il riciclo, le belle persone, la buona musica, i viaggi low cost, il teatro d'avanguardia e la coerenza.

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