“Elettra”: una figlia in balia della disperazione e della vendetta

Elettra

“Elettra” di Hugo von  Hofmannsthal, per la regia di Giuliano Scarpinato, è andata in scena fino al 28 maggio 2017 al Teatro Vittoria di Roma.

Prodotto da “Attori & Tecnici” con Wanderlust Teatro, “Elettra” ha vinto l’ottava rassegna “Salviamo i talenti – Premio Attilio Corsini”.

Hofmannsthal racconta il mito di Elettra in un breve unico atto travolgente, come se fosse un thriller cinematografico. Chi non conosce il mito o l’omonima tragedia di Sofocle scopre l’antefatto per richiami.

Clitemnestra ed il suo amante Egisto hanno ucciso il marito Agamennone, eroe tornato dalla guerra di Troia. I tre figli, Elettra, Oreste e Crisotemi, sono terribilmente addolorati e feriti dalla violenta perdita del padre. Elettra, in particolare, vive nella disperazione, nell’odio verso la madre e nel desiderio di vendetta. Si aggira come una cagna selvatica nel palazzo dell’amatissimo padre, quasi vegliandolo. Sembra aver perso la propria identità femminile, che riesce fuori solo al fine di sedurre per ottenere i suoi scopi.

Il personaggio di Elettra (Giulia Rupi), da un lato, si rispecchia, in quello di Oreste, dall’altro si contrappone a quello della sorella Crisotemi.

Infatti, Oreste (Raffaele Musella) allontanato da bambino dal palazzo, è scomparso. Anch’egli – si scopre –  detesta la madre ed è intenzionato a vendicare la morte del padre. Crisostemi (Eleonora Tata), invece, è riuscita a conservare la propria umanità e la voglia di vivere. Non si è fatta annientare dal dolore e dalla vendetta verso la madre ed il suo amante. Vorrebbe allontanarsi dal palazzo e dalla madre, per vivere la sua vita e diventare moglie e madre a sua volta. A differenza dei fratelli, non vuole restare e riprendersi il potere del padre facendo scorrere il sangue dei traditori.

Elettra teatro vittoria
Eleonora Tata

A sua volta, Clitemnestra (Elena Aimone) viene descritta quasi come sottomessa ad Egisto (Lorenzo Bartoli), che la maltratta, e pentita delle sue scelte scellerate. E’ angosciata, rosa dal rimorso e, soprattutto, tormentata dagli incubi notturni, in cui Oreste torna per uccidere lei ed Egisto.

Personaggi sfaccettati hanno trovato interpreti all’altezza.

A recitare questi sfaccettati personaggi troviamo giovani attori, la cui recitazione è sorprendente per intensità e, al tempo stesso, per naturalità. Anche gli interpreti dei personaggi di contorno, i servi, l’aio, la guardiana, sono perfettamente all’altezza.

Giuliano Scarpinato ha proposto un allestimento affascinante del testo di Hoffmansthal, curandone anche l’elaborazione drammaturgica ed il progetto scenico, con la collaborazione di Diana Ciufo. All’inizio il sipario si apre solo per metà, lasciandoci poco più di uno spiraglio. Si intravede una tavola triste, a cui siedono Clitemnestra ed Egisto, sul palcoscenico dominato dal bianco. Le quinte di tessuto fanno da sfondo alle videoproiezioni di Daniele Salaris, che contribuiscono a rendere eterea la narrazione. Le scene ed i costumi di Dora Argento ispirano leggerezza, con l’eccezione non casuale dell’accennata armatura di Egisto e della giacca militare di Elettra. Una leggerezza contrapposta alla violenza dei sentimenti dei personaggi. Sentimenti espressi – soprattutto da Elettra – anche con movimenti del corpo davvero comunicativi. Ne nasce uno spettacolo molto fisico ed intenso, che sicuramente ha meritato il riconoscimento “Salviamo i talenti – Premio Attilio Corsini”.

Stefania Fiducia

 

Stefania Fiducia
Splendida quarantenne aspirante alla leggerezza pensosa. Giurista per antica passione, avvocatessa per destino, combatto la noia e cerco la bellezza nei film, nella musica e in ogni altra forma d'arte.

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