DOPPIO TAGLIO è uno spettacolo che affronta la tematica della violenza contro le donne, distinguendosi per la scelta di uno sguardo trasversale.
Non il racconto della vittima, né quello di un testimone o tanto meno del carnefice, ma la rivelazione di alcuni curiosi meccanismi attraverso i quali il racconto dei media può plasmare e distorcere la nostra percezione del fatto, trasformando anche la più sincera condanna in un’arma, appunto, a “doppio taglio“.
Marina Senesi è un’attrice-autrice che si è sempre distinta per la capacità di fondere in un’unica cifra la forza dell’ impegno e il gioco dell’ironia. Cristina Gamberi è dottore di ricerca in Studi di Genere all’Università di Napoli Federico II e ideatrice di percorsi formativi nelle scuole sull’educazione al genere. Dal loro incontro è nata l’idea di riadattare per il palcoscenico una ricerca accademica della Gamberi, decostruendo l’impianto lessicale e iconografico degli articoli diffusi su stampa e web, per indagare il ‘taglio’ comunicativo che i media applicano (persino involontariamente) nel descrivere l’uccisione di una donna per mano del proprio uomo. Tutto questo elaborato in una narrazione semplice ed immediata, capace di interessare e sorprendere.
La forza di questa proposta ha convinto un’artista d’eccezione: la cantautrice inglese/malese Tanita Tikaram (suo il successo planetario “Twist In My Sobritety”), che ha voluto contribuire al progetto regalando allo spettacolo un inedito dal titolo decisamente emblematico: “My Enemy”.

NOTE DI REGIA Quando Marina mi ha coinvolto in questo progetto ho immediatamente detto di sì per l’entusiasmo e la sincerità che la contraddistingue in ogni viaggio all’interno del teatro civile. Quando una sera dopo le prove mi ha telefonato a casa per dirmi: “ Andiamo a Londra domani, a incontrare Tanita Tikaram?”, ho detto subito di sì senza pensare a nient’altro se non alla voce magica di questa grande musicista. L’incontro con Tanita è stato veloce, giusto il tempo della colazione nel centro della città. Ma in quelle due ore il tempo si è dilatato come succede durante i veri incontri. … E allora le note di regia vorrei fossero proprio le parole di Tanita, formulate in un divertente italiano, attraverso una domanda diretta a Marina mentre velocemente raggiungevamo la metropolitana per il ritorno a Milano: “Marina, io non credo che il tuo racconto urli aggressivo, vero?” Ci siamo guardate e intese: “No,no!” abbiamo risposto in coro.” (Lucia Vasini)