Doppio taglio – come i media raccontano la violenza sulle donne

DOPPIO TAGLIO è uno spettacolo che affronta la tematica della violenza contro le donne, distinguendosi per la scelta di uno sguardo trasversale.

Non il racconto della vittima, né quello di un testimone o tanto meno del carnefice, ma la rivelazione di alcuni curiosi meccanismi attraverso i quali il racconto dei media può plasmare e distorcere la nostra percezione del fatto, trasformando anche la più sincera condanna in un’arma, appunto, a “doppio taglio“. 

Marina Senesi è un’attrice-autrice che si è sempre distinta per la capacità di fondere in un’unica cifra la forza dell’ impegno e il gioco dell’ironia. Cristina Gamberi è dottore di ricerca in Studi di Genere all’Università di Napoli Federico II e ideatrice di percorsi formativi nelle scuole sull’educazione al genere. Dal loro incontro è nata l’idea di riadattare per il palcoscenico una ricerca accademica della Gamberi, decostruendo l’impianto lessicale e iconografico degli articoli diffusi su stampa e web, per indagare il ‘taglio’ comunicativo che i media applicano (persino involontariamente) nel descrivere l’uccisione di una donna per mano del proprio uomo. Tutto questo elaborato in una narrazione semplice ed immediata, capace di interessare e sorprendere. 
La forza di questa proposta ha convinto un’artista d’eccezione: la cantautrice inglese/malese Tanita Tikaram (suo il successo planetario “Twist In My Sobritety”), che ha voluto contribuire al progetto regalando allo spettacolo un inedito dal titolo decisamente emblematico: “My Enemy”
Per la regia di Lucia Vasini, con il contributo delle voci fuoricampo di Filippo Solibello e Marco Ardemagni (gli inconfondibili conduttori del programma mattutino cult di Radio2 Rai: Caterpillar AM) e con il susseguirsi di immagini che scorrono parallele al racconto, scopriamo che la cronaca raramente si sottrae alla regola di una tradizione letteraria volta ad alleggerire la responsabilità dell’aggressore se si ritiene che la donna abbia varcato i confini imposti al suo genere. La narratrice si chiede, e ci chiede: “Una donna che si vede socialmente rappresentata così è incentivata alla denuncia? Perché mai dovrebbe fidarsi se sa che noi non stiamo dalla sua parte? Se, come nella maggior parte dei casi, l’immagine proposta dai media ritrae la vittima in soggettiva, cioè come se l’aggressore fosse di fronte a lei, noi lettori, comprese noi donne che ci dichiariamo impegnate e sensibili, che altro stiamo facendo se non osservare la vittima dalla stessa visuale del suo carnefice?” 
NOTE DI REGIA Quando Marina mi ha coinvolto in questo progetto ho immediatamente detto di sì per l’entusiasmo e la sincerità che la contraddistingue in ogni viaggio all’interno del teatro civile. Quando una sera dopo le prove mi ha telefonato a casa per dirmi: “ Andiamo a Londra domani, a incontrare Tanita Tikaram?”, ho detto subito di sì senza pensare a nient’altro se non alla voce magica di questa grande musicista. L’incontro con Tanita è stato veloce, giusto il tempo della colazione nel centro della città. Ma in quelle due ore il tempo si è dilatato come succede durante i veri incontri. … E allora le note di regia vorrei fossero proprio le parole di Tanita, formulate in un divertente italiano, attraverso una domanda diretta a Marina mentre velocemente raggiungevamo la metropolitana per il ritorno a Milano: “Marina, io non credo che il tuo racconto urli aggressivo, vero?” Ci siamo guardate e intese: “No,no!” abbiamo risposto in coro.” (Lucia Vasini)


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