In concorso al “Doit Festival 2018”, il breve dramma per aeroporti “Domani i giornali non usciranno” è tornato in scena a Roma il 5 e 6 aprile all’Ar.Ma Teatro.
Del bellissimo monologo “Domani i giornali non usciranno” avevamo già parlato al suo debutto ad ottobre 2017 al Teatro Studio Uno di Roma.
Confermiamo di essere rimaste affascinate anche noi da questo spettacolo coprodotto dalla Compagnia Baroni Chielli e Ferrari e dal Teatro Studio Uno.
Una donna ha appena perso la coincidenza per il suo volo e non sa quando potrà imbarcarsi sul prossimo. Per mesi si è preparata a questa partenza, per raggiungere l’uomo che la sta aspettando. Ha vissuto in uno stato non di attesa, ma di “anticipazione”.
Ora è all’aeroporto nella versione migliore di se stessa: nel suo aspetto migliore, con addosso il suo abito più bello, con il perfetto grado di abbronzatura.
Il testo è bellissimo: complesso, non immediato, ma relativamente facile da seguire. La donna si trova di fronte a elefanti nella stanza, astinenza da nicotina e ai migliori dubbi della sua vita.
L’autrice Veronica Raimo e la bravissima interprete Alessandra Chieli ci regalano battute degne di riflessione.
Ad esempio, i fisici si saranno mai accorti che quello del gatto di Schrödinger è un paradosso molto più utile alla polemica che alla matematica quantistica? Certe coppie di amanti avranno mai pensato che nella loro storia a distanza è arrivata prima la storia e poi la distanza? O ancora: come scegliamo le scarpe? La donna sospesa in aeroporto vuole belle scarpe, non comode. Vorrebbe “sentire qualcosa, fosse anche il dolore ai piedi” per lunghe camminate sui tacchi alti.
Uno spettacolo in cui parole, movimenti, suoni e luci si amalgamano tra loro in modo elegante e leggero.
La donna perde il passaporto, le dicono che sta creando una situazione di disagio. Lei, però, affronta solo i propri dubbi, senza scioglierli. Adottando le parole di un critico e del pubblico nel dibattito post-recita, c’è una donna sospesa tra l’ansia del passato e la paura del futuro. In realtà, ci è sembrato che sulla bilancia pesasse più l’ansia del passato. Sulle tante zavorre che porta in viaggio, la donna deve affrontare una riflessione.
L’uomo che deve raggiungere si palesa attraverso i ricordi di lei e una voce, rassicurante. Le parla dei loro viaggi in auto, in cui lui sceglierà la musica, lei gli autogrill e i ristoranti. Le dice che spesso le persone entrano nelle vite degli altri come delle consolazioni. Lei, invece, è la prima persona a non essere per lui una consolazione.
Abbiamo molto apprezzato la messa in scena, l’uso della scenografia e delle luci, perfettamente integrate con e nel testo. Ad un certo punto l’abito nero di Alessandra Chieli diventa uno schermo su cui proiettare immagini. Oppure le luci cambiano come ci fosse una sfera stroboscopica ed accompagnano ritmicamente parole incomprensibili – tra futurismo e dadaismo. Oppure per dare dinamicità al monologo, l’attrice sposta e smonta i telai delle porte che costituiscono la scenografia.
D’altronde, lo stesso testo di Veronica Raimo, come dice lei stessa nel dibattito a fine recita, è nato per essere smontato. Il progetto di “Domani i giornali non usciranno” si è costruito fin da subito con la collaborazione tra Raimo e l’attrice Chieli, addosso a cui è stato cucito il testo. A sua volta, i registi Emilio Barone e Massimiliano Ferrari hanno preparato lo spettacolo alla presenza frequente della drammaturga.
Questo continuo confronto tra autrice, registi e attrice ha reso “Domani i giornali non usciranno un lavoro di squadra travestito da monologo”.
Stefania Fiducia
Le fotografie sono tratte dalla pagina Facebook del DOIT Festival