Circus Don Chisciotte arriva sul palco del teatro Eliseo di Roma dal 3 al 22 aprile. Il testo scritto, diretto e interpretato da Ruggero Cappuccio insieme a Giovanni Esposito, trasporta l’eroe di Cervantes in epoca moderna.
Don Chisciotte è uno dei personaggi letterari più famosi della letteratura mondiale del mondo occidentale. L’hidalgo uscito di senno dopo aver divorato troppi romanzi cavallereschi incarna una serie di valori morali in aperto contrasto con la contemporaneità. Non a caso, il romanzo di Cervantes rispecchia il passaggio dal mondo rinascimentale a quello barocco. Un’epoca di transazione dove l’unico eroe possibile sembra essere un pazzo accompagnato da un fedele scudiero che lo asseconda.
Si sa che uno dei pregi dei classici letterari sia la loro capacità di essere attualizzati. Tra gli ultimi ad avercelo dimostrato è Ruggero Cappuccio che, nello spettacolo teatrale Circus Don Chisciotte, porta l’eroe di Cervantes nella Napoli odierna.
Operazione non di certo errata visto che non viviamo un periodo semplice. Con il progresso tecnologico galoppante è facile perdere di vista valori e abitudini che hanno sempre guidato l’essere umano.
Michele Cervante, questo il nome del protagonista (interpretato dallo stesso Capuccio), non riesce ad accettare di vedere il mondo solo attraverso uno schermo o come immagine priva di spessore. Ed è così che questo ex professore universitario decide di rinunciare alla pensione per vivere come vagabondo ai margini della società. Durante una delle sue peregrinazioni lungo un binario morto, trova Salvo Panza, un ex infermiere diventato nullatenente. Cervante riesce a convincere Salvo a mettere in piedi una rivoluzione contro l’alienazione provocata dalla tecnologia. Ai preparativi per la rivolta si uniranno altri personaggi caduti in disgrazia: una coppia di vecchi ristoratori, un ex prestigiatore amante delle moto e una principessa siciliana.
Insieme daranno vita a una serie di scene paradossali e del tutto irreali a cui credono, o fingono di farlo, proprio come lo spettatore.
Circus Don Chisciotte si fa guardare con piacere strappando più di una volta qualche sonora risata, grazie soprattutto alla simpatia di Giovanni Esposito. Peccato che il carattere immaginario delle situazioni, l’uso di vari dialetti anche molto stretti e il volume basso di alcune voci abbiano compromesso la comprensione di alcuni momenti. Anche il messaggio rivoluzionario di Cervante e del suo seguito, si perde nel susseguirsi delle scene comiche. I momenti più intimi e seri non hanno lo stesso impatto delle battute ilari.
I mulini a vento contro cui combatte il Don Chisciotte del 2018 sono la superficialità, la scontentezza e la mancanza di ideali forti tipica dell’età contemporanea. Non mancano di certo opere che parlano degli effetti dello sviluppo tecnologico sugli esseri umani. Ma la cosa più riuscita dello spettacolo è proprio la trasposizione in chiave moderna del capolavoro letterario di Cervantes.
La lingua usata dal novello hidalgo è poetica (spesso ci sono termini che ricordano la lirica trecentesca) ed espressiva. Restituisce l’idea di un cavaliere, di un intellettuale, di un uomo di altri tempi. Interessante anche la scelta di contrapporre questo modo di parlare al dialetto, più concreto, più popolare ma non privo di saggezza e spessore.
Molto bella è l’immagine dei libri e degli scrittori che viene fuori da Circus Don Chisciotte.
Don Chisciotte, come Madame Bovary, sono quei personaggi che incarnano il lato negativo della lettura. Lasciandosi trasportare dalle pagine di finzione, compromettono la loro stabilità mentale e la loro stessa vita, confondendo l’immaginario con il reale. Eppure, nello spettacolo di Capuccio i libri sono la principale fonte di sostentamento di Cervante (l’uomo chiede che gli siano letti dei libri al posto del cibo), nonché strumento utile per il superamento di alcuni ostacoli. Una delle scene più memorabili è quella in cui Cervante chiede a Salvo di passargli i volumi più significativi della storia letteraria mondiale per attraversare un lago immaginario.
Inoltre, l’ex professore si rivolge a scrittori famosi – Pennac, Roth e Oz per citarne alcuni – per diffondere la rivoluzione. è chiaro che la buona letteratura sia lo strumento più efficace per riconquistare consapevolezza di sé e del mondo. (Sull’importanza della letteratura per la vita quotidiana, potete leggere anche questo nostro articolo).
Circus Don Chisciotte può piacere sia agli amanti del mondo letterario, sia a chi ha voglia di passare qualche ora in allegria. Forse non è lo spettacolo migliore della stagione dell’Eliseo, ma di certo è una buona scelta per passare una serata a teatro.
Federica Crisci