Amleto Punk di Botta è uno spettacolo per pochi intimi

Amleto Punk di Botta è uno spettacolo per pochi intimi
Amleto Punk di Botta è uno spettacolo per pochi intimi

Amleto Punk: poesie e pensieri sparsi in un grande gioco

Roma 17.11 || Al Teatro Studio Uno Giovan Bartolo Botta si presenta con Amleto Punk dal 16 al 17 novembre, primo spettacolo di una tetralogia – Antigone fotti la legge, Bernarda, Agenti & Castisti- in cartellone fino al 26 di Produzioni Nostrane – Ultras Teatro. Solo in Amleto Punk, Botta è l’unico attore.

Amleto Punk è evidentemente una serata di intrattenimento improvvisato, dedicata agli amici di Botta.

Amleto Punk è un grande gioco o alternativamente un’immensa confusione. Sparse ai piedi di un leggio capovolto stanno le poesie e i pensieri di Botta. Non sono loro ad essere il problema, ma la totale assenza di un progetto per la serata.

Se è punk, allora si può parlare di quel che si vuole…

Chi capita in sala senza conoscere Botta, ha subito la sensazione di essere fuori luogo. Di certo non può cogliere i riferimenti a persone che lavorano con Botta, gli riesce difficile seguire la logica dei suoi pensieri o comprendere le interazioni informali tra pochi eletti che si instaurano con alcuni del pubblico.

Lo spettacolo riesce a tratti. Può scatenare il riso per una frase arguta, ma ricade presto nell’errore di fondo: l’improvvisazione eccessiva.

Di Amleto non si parla, c’è forse solo una battuta, ma la scusa era nel titolo: se è punk, allora si può parlare di quel che si vuole. Si può dare il beneficio del dubbio solo sapendo che la serata è un’introduzione, un siparietto: non ha nulla a che vedere con quel che viene nelle prossime sere, così ci viene detto. Gli altri saranno attori. La sua è una serata di poetry-slam senza sfidante e senza accompagnamento musicale. Senza, in gran parte, poetry.

Amleto Punk conclude con un pezzo sugli attori minori. È forse il punto più alto, l’unico per cui è valsa la pena del resto, un’improvvisa verità nel mucchio. Troppo poco, però, e troppo tardi.

Gabriele Di Donfrancesco

@GabriDDC

Gabriele Di Donfrancesco
Nato a Roma nel 1995 da famiglia italo-guatemalteca, è un cittadino di questo mondo che studia Lingue e Lettere Straniere alla Sapienza. Si è diplomato al liceo classico Aristofane ed ama la cosa pubblica. Vorrebbe aver letto tutto e aspira un giorno ad essere sintetico. Tra le sue passioni troviamo il riciclo, le belle persone, la buona musica, i viaggi low cost, il teatro d'avanguardia e la coerenza.

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