La caduta del Muro di Berlino, 30 anni dopo: come ha influenzato la cultura di massa?

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Trent’anni fa la caduta del Muro di Berlino, costruzione che ha rappresentato la visione bipolare del mondo durante il periodo della Guerra Fredda: ripercorriamo la sua storia, analizzando l’impatto che il Muro ha avuto nella cultura di massa del ventesimo e ventunesimo secolo.

Se volete approndire l’argomento, il sito specializzato in storia Fattiperlastoria.it ha confezionato uno speciale Muro di Berlino con 8 articoli che analizzano da diverse sfaccettature la storia della costruzione.

Il Muro di Berlino, dalla sua costruzione alla caduta: una prospettiva storica

Dal blocco di Berlino alla costruzione del muro

Alla conferenza che si tiene a Potsdam dal 17 luglio al 2 agosto del 1945 le potenze vincitrici della
Seconda guerra mondiale decidono di dividere il territorio tedesco in quattro zone di occupazione.
La Francia e l’Inghilterra si rendono conto, ben presto, di non essere in grado di mantenere a lungo
l’occupazione militare del paese; abbracciano così la politica americana che punta a ricostruire
l’economia tedesca e a risollevare il paese dalle miserie della sconfitta.

Nel giugno 1948 le zone occidentali di occupazione vengono riunificate e rimangono sotto il controllo americano. L’URSS non rimane a guardare e nello stesso mese, precisamente il giorno 24, blocca tutti gli accessi via terra verso Berlino ovest, scollegando anche la rete elettrica e lasciando gli abitanti al buio e senza viveri. Nel giro di poche settimane gli americani, coadiuvati da francesi e inglesi, danno vita ad un ponte aereo grazie al quale per undici mesi riescono ad assistere con degli aiuti alimentari i berlinesi.

L’URSS alla fine interrompe il blocco di Berlino il 12 maggio 1949. La conseguenza immediata
dell’evento è la nascita, il 23 maggio, della Repubblica Federale Tedesca nella Germania
occidentale alla quale il 7 ottobre Joseph Stalin contrappone la Repubblica Democratica Tedesca,
che ha come capitale Berlino; la città diventa così terreno di scontro per i diversi modelli sociali dei
due paesi.

Tra il 1949 e il 1961 circa due milioni e mezzo di tedeschi passano da Berlino est a Berlino ovest,
attratti soprattutto dal modello capitalista americano. Per porre fine a questo consistente flusso
migratorio nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961 i sovietici iniziano a costruire un muro che nel giro di pochi giorni trasforma i tre settori occidentali in una zona rinchiusa entro i territori russi. Da quel momento le fughe diventano praticamente impossibili e Berlino diventa una città militarizzata.

La caduta del muro di Berlino, 9 novembre 1989: una data impressa nella memoria

Negli anni successivi e per più volte i russi apportano dei rafforzamenti al muro che includono
anche altre postazioni di controllo, un fossato anticarro e ulteriori recinsioni. Col passare del tempo
anche la Repubblica Democratica Tedesca comincia a risentire del declino inesorabile e
inarrestabile dell’Unione Sovietica: alla fine degli anni ottanti il paese è allo sbando e i tedeschi
stanchi dell’apparato spionistico e repressivo della Stasi.

Nell’agosto del 1989 due eventi contribuiscono a velocizzare il collasso del regime comunista: il
picnic paneuropeo e la decisione di Ungheria e Austria di aprire le frontiere consentendo a migliaia di tedeschi di abbandonare la Germania. Le settimane seguenti vedono i cittadini scendere in piazza per protestare contro il governo. Tra le autorità berlinesi prevale il realismo e si decide di non usare la forza. Il leader della Repubblica Federale Tedesca Erich Honecker si dimette il 18 ottobre e viene sostituito pochi giorni dopo da Egon Krenz.

Il nuovo governo decide di concedere ai cittadini dell’Est permessi per viaggiare nella Germania
dell’Ovest, ma non viene chiarito al ministro della propaganda che il provvedimento dovrebbe
entrare in vigore nel giro di qualche settimana, dando così il tempo alle guardie di confine di
regolamentare tutte le procedure di concessione dei permessi.

Il pomeriggio del 9 novembre il ministro rende pubblica la notizia dell’apertura immediata dei posti di blocco e migliaia di berlinesi giungono nei pressi del muro chiedendo di poter passare. Le guardie, impreparate e incapaci di gestire la folla crescente, aprono i passaggi consentendo ad
amici, parenti e conoscenti di riabbracciarsi dopo quasi trent’anni di separazione forzata. La caduta
del muro di Berlino
, simbolo per eccellenza della Guerra Fredda, segna la fine di un’epoca.

Il Muro di Berlino nella settima arte: “Le vite degli altri” e “Deutschland 83”

Le vite degli altri, il film pre-caduta del Muro sulla storia della DDR

Vincitore del premio Oscar come miglior film straniero del 2007, “Le vite degli altri” restituisce uno spaccato importante della Berlino Est filosovietica pre-caduta del Muro e della polizia segreta che controllava la DDR, la Stasi.


Il film, ambientato nell’autunno del 1984, racconta la storia di Gerd Wiesler, valoroso capitano della Stasi a cui viene affidato il compito di spiare Georg Dreyman, un noto drammaturgo della Germania dell’Est osservatore scrupoloso delle direttive dettate dal Partito di Unità Socialista di Germania (SED). Bruno Hempf, ministro della cultura dell’Est ha perso la testa per la compagna di Dreyman, l’attrice Christa-Maria Sieland ed è alla ricerca di prove per incriminare l’artista e intraprendere una relazione amorosa con la donna. Contrariamente a quanto auspicato dal ministro, spiare le vite di Dreyman e consorte porta Wiesler ad aprire gli occhi e a cambiare idea sulle politiche adottate dalla DDR, innestando nella spia un sentimento di ribellione verso il governo dell’Est.

Deutschland 83, la serie TV che racconta le contrapposizioni tra Berlino Est e Ovest

Deutschland 83 è un’appassionante spy-story in 8 episodi ambientata durante il periodo della Guerra Fredda, nella Berlino del 1983.

Il protagonista è il sergente maggiore Martin Rauch, delle truppe della Germania dell’Est, incaricato dalla Stasi di una missione quasi impossibile: andare aldilà del Muro, nell’altra parte della città per indagare sui piani della Nato e degli USA.

Musica e Arte all’ombra del Muro di Berlino

Il Muro di Berlino e quel concerto che unì la città per una notte

Nel Giugno 1987 David Bowie, il compianto cantautore di Londra, cantò in concerto davanti alla Porta di Brandeburgo, sul lato occidentale della città. Questo grande evento si trasformò in un’esperienza collettiva che ha unito, almeno per una notte, l’intera città. Migliaia di tedeschi orientali, assiepati dall’altra parte del Muro, poterono ascoltare le note di Heroes e di altri successi del Duca Bianco grazie alla musica proveniente dalle numerose casse rivolte proprio verso il lato orientale della città.

Il rapporto speciale fra David Bowie e la città di Berlino è simboleggiato proprio da Heroes, brano del 1977 presente anche nella colonna sonora di Christiane F. – Noi i ragazzi dello zoo di Berlino. Alcuni versi sarebbero stati ispirati da vicende sentimentali del produttore di Bowie, Tony Visconti, vissute all’ombra del Muro.

Dal bacio di Heroes al bacio mortale dell’East Side Gallery

Il Bacio mortale è il celebre graffito sul lato Est del Muro di Berlino, realizzato dall’artista russo Dimitrji Vrubel, che ritrae il “bacio fraterno socialista” tra Leonid Breznev ed Erich Honecker. I due, rispettivamente segretario generale dell’URSS fino al 1982 e capo di stato della Repubblica Democratica Tedesca fino alla caduta del Muro, furono immortalati in una foto nel 1979 intenti nell’atto di baciarsi, e lo scatto divenne un simbolo del legame, all’epoca inscindibile, tra Unione Sovietica e Germania Est. Il graffito, realizzato in occasione del ventennale della Caduta del Muro, reca un’iconica didascalia: “Mio Dio, aiutami a sopravvivere a questo amore mortale“.

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