Dire Donna: l’importanza di usare le parole giuste

aprilia

Dire Donna è un workshop sul sessismo linguistico che vuole portare a riflettere sul rapporto tra la lingua italiana e il genere femminile. Si terrà sabato 27 maggio alle ore 16.30 presso il Caffè Culturale di Aprilia (LT).

Perché oggi le donne possono essere sindache, ministre, architette, chirurghe, ingegnere, ma stentiamo a dirlo? Cosa ci frena nell’usare le parole giuste per indicare le donne in carriera? È davvero più prestigioso un nome al maschile?

La risposta a tutto questo risiede principalmente nell’indole umana. Ogni persona è spaventata dall’ignoto, dal diverso, dal nuovo, da quello che non ha mai fatto o che non ha mai sentito. E questo è valido anche per la lingua e le parole. Dietro la ferma convinzione che ministra suoni male e architetta sia del tutto improponibile; che “non è importante il genere ma il ruolo”; che  “ci sono questioni molto più importanti di cui discutere!”, si nasconde il disagio di abbandonare la confort zone della tradizione.

Quello che ci frena è dunque l’abitudine. E l’ignoranza, anche. Perché ignoriamo le infinite possibilità che la nostra bellissima lingua ci offre. Crediamo forse che sia sbagliato usare un termine perché sui giornali e in tv nessuno o pochi lo usano e per questo lo temiamo come da bambini temevamo il segno rosso della matita della maestra.

La questione del genere

Dell’utilizzo corretto del femminile si è iniziato a discutere in Italia dagli anni ’80 con Alma Sabatini e il suo Il sessismo nella lingua italiana e ancora oggi il dibattito è estremamente vitale, con nuovi studi e lavori di importanti linguisti. Tra gli ultimi il volumetto pubblicato da Repubblica in collaborazione con l’Accademia della Crusca, Sindaca e Sindaco: il linguaggio di genere, a cura di Cecilia Robustelli (di cui vi abbiamo già parlato: Il sessismo linguistico c’è, ma non si vede).

La questione è molto ampia, ma particolare attenzione è stata posta proprio sull’uso del genere nei nomi di professioni. In quanto agentivi, ossia sostantivi che indicano chi svolge una determinata azione, hanno dei suffissi e delle precise regole morfologiche.

Ci sono ad esempio nomi che hanno forme diverse per entrambi i generi: sindaco/sindaca, segretario/segretaria, ingegnere/ingegnera.

Altri, invece, sono uguali al maschile e al femminile, lasciando all’articolo l’esplicitazione del genere: il/la cantante; il/la presidente; il/la giudice.

Alcuni, infine, sono invariabili solo al singolare: il/la dentista, i dentisti/le dentiste; il/la pianista, i pianisti/le pianiste; il/la pediatra, i pediatri/le pediatre.

Ma non si tratta di una questione solo grammaticale: la lingua è lo specchio del nostro pensiero e della società. È il primo strumento di socializzazione e all’interno di un determinato ambiente contribuisce a costruire l’identità di chi la utilizza, con un’azione duplice. Da un lato, parlando una determinata lingua ci si riconosce automaticamente come facente parte di un preciso gruppo culturale che condivide norme, comportamenti, tradizioni. Dall’altro è proprio con la lingua che vengono definiti i concetti che servono per costruire questa identità.

Per questo motivo ci rendiamo conto che è davvero indispensabile utilizzare la lingua in modo corretto o quantomeno consapevole. Ne vale la nostra stessa esistenza!

Dire Donna

Da queste riflessioni è nata l’idea del workshop Dire Donna, un vero e proprio laboratorio di sensibilizzazione linguistica dedicato alla questione del genere.

Dire Donna Aprilia

L’iniziativa, giunta alla sua terza edizione, è rivolta a tutti, uomini e donne di qualsiasi età, e ha l’obiettivo di riflettere su un problema per troppo tempo ignorato. Partendo dal presupposto che il linguaggio esprime, trasmette e determina la visione del mondo di chi lo utilizza, si procederà a fornire alcune nozioni linguistiche sul genere della lingua italiana, per poi approfondire la necessità di declinare al femminile alcuni sostantivi maschili della nostra lingua, soprattutto quelli che riguardano professioni istituzionali. Attraverso l’ausilio di articoli di giornali, pubblicità e materiale tratto da internet, si cercherà di delineare quali sono le tendenze di genere attuali e quali le proposte di cambiamento per rendere la lingua più rappresentativa di entrambi i sessi. Il workshop vuole essere naturalmente un momento d’incontro e di scambio di opinioni tra i partecipanti. Per questo ci saranno anche delle attività in cui il pubblico sarà coinvolto direttamente.

Dire Donna è ideato, organizzato e moderato da:

  • Francesca Papa, laureata in Lingua e Letteratura italiana con specializzazione magistrale in Italianistica all’Università di Roma Tre
  • Federica Crisci, laureata in Lingua e Letteratura italiana all’Università di Roma Tre e studentessa del corso magistrale di Italianistica della stessa università.

Il workshop sarà ospitato dal Caffè Culturale di Aprilia (LT), un’associazione culturale che si occupa della divulgazione e condivisione del sapere e del saper fare attingendo proprio alle risorse locali, attraverso corsi incontri e laboratori. Tutte le informazioni per partecipare si trovano sulla pagina Facebook dell’evento oppure contattando il Caffè Culturale all’indirizzo e-mail: caffeculturale.aprilia@gmail.com

L’ultima raccomandazione

Qualunque sia la vostra opinione, ricordatevi di usare sempre le parole in modo consapevole. Tramite di esse non solo possiamo dare la giusta visibilità alle donne e alla loro identità, ma soprattutto possiamo offrire il rispetto che ogni individuo, a prescindere dal genere, merita all’interno della società.

 

Francesca Papa

Sono laureata in Italianistica e insegno lettere. Amo la letteratura e tutto quello che riguarda la lingua italiana, ma sono anche una grande appassionata di serie tv e di musica.

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