E’ arrivato il libro per tutti gli appassionati di serie tv

Questo è senza ombra di dubbio, per noi spettatori insaziabili italiani, il decennio delle serie tv.

Ci sono sempre state, negli Stati Uniti riempiono il palinsesto di ogni network ad ogni stagione, e lì ormai la qualità ha raggiunto vette insperate fin dalla fine degli anni ’90, ma solo negli ultimi tempi gli spettatori italiani sembrano essersene veramente accorti. Grazie soprattutto a internet, nel quale le parole “streaming” e “sottotitoli” vanno per la maggiore pur se a bassa voce per ovvi motivi, le nuove generazioni stanno crescendo a pane e serie tv, e ormai la lista di quelle che si vedono è costante materia di conversazione.
Claudio Gotti e Matteo Marino hanno capito benissimo la situazione e, sfruttando una evidente passione ma soprattutto una fondamentale conoscenza della sterminata materia, ci hanno regalato con “Il Mio Primo Dizionario Delle Serie Tv Cult – da Twin Peaks a Big Bang Theory” quello che al pubblico odierno affamatissimo di serialità (americana e non solo) mancava: una bussola per districarsi tra i tanti prodotti di incredibile qualità degli ultimi anni, a cominciare dalle serie terminate per fare i classici mega-recuperi.
Claudio e Matteo in questo interessantissimo dizionario propongono davvero un numero notevole di serie tv, ma giustamente non si fermano al banale elenco e descrizione, vanno più a fondo dedicando ad ogni serie il giusto spazio, e le giuste riflessioni, strutturando ogni capitolo in varie sezioni: si comincia con una frase iconica della serie e si descrive poi l’inizio della serie che colpisce sempre l’occhio dello spettatore; si passa ad analizzare i vari protagonisti e poi si prosegue con “il marchio“, ovvero cercare di captare lo stile distintivo della serie trattata; quindi si analizza “la firma“, ovvero raccontare chi sono i creatori della serie (i cosiddetti showrunners) e si va avanti con le sezioni “vite parallele” e “serendipità” che descrivono rispettivamente le ispirazioni della serie oltre il piccolo schermo (cinema, musica, libri ad esempio) e il momento d’impatto che, oltre ogni aspettative, ci ha fatto innamorare della serie. In queste autentiche affidabilissime schede ogni tanto, fortunatamente non per tutte, c’è anche spazio per il tanto temuto “salto della squalo“, ovvero il determinato momento in cui una serie ha iniziato una netta discesa qualitativa (i veri fans conoscono la nascita di tale espressione, ma per chi non lo sapesse non vi preoccupate, il libro spiega anche questo).
Come detto, per realizzare un dizionario così ben fatto non ci vuole solo la passione, ma soprattutto la competenza, e i due autori dimostrano costantemente di averla tra citazioni e descrizioni sempre sul pezzo (non a caso, molti passaggi possono apparire oscuri a chi guarda le serie solo sporadicamente e lontano dal web, ma il dizionario fa il massimo per spiegare tutto a tutti nella maniera più diretta e semplice possibile). La competenza è dimostrata anche dalla scelta simbolica ma giustissima di iniziare cronologicamente da Twin Peaks, la serie culto di David Lynch – che tornerà in onda il prossimo anno dopo oltre 25 anni – che davvero ha cambiato il modo di fare tv e soprattutto di usufruire la tv da parte del pubblico, portando temi mai visti prima e affermando il successo della trama orizzontale su quella episodica. Ma in questo lungo percorso, inevitabilmente, l’unica vera critica che si può fare è la mancanza di capitoli fondamentali: gli autori, consapevoli che non si poteva inserire tutto, lo hanno premesso all’inizio, ma dispiace comunque constatare l’assenza di commedie importanti come How I Met Your Mother o dramedy come Gilmore Girls, di una delle serie più premiate agli Emmy Awards, vale a dire The West Wing, e di momenti fondanti della Golden Age televisiva, ovvero Oz e Deadwood, lasciando però spazio a titoli come Flash Forward che, cancellata dopo una sola stagione, è stato un flop di assoluto trash qualitativo. Ma uscendo dal soggettivo, pesano tantissimo le assenze delle due serie ritenute dalla critica le migliori nelle rispettive categorie: Seinfeld tra le commedie e The Wire tra i drammi, imprescindibili per qualunque libro sulla serialità televisiva.
La fortuna, come ammesso sempre nel preambolo del dizionario, è che si è sempre aperti ad un nuova puntata che possa colmare tali mancanze, c’è sempre “la possibilità di una seconda puntata”. Lo speriamo tutti, perché “Il Mio Primo Dizionario Delle Serie Tv Cult – da Twin Peaks a Big Bang Theory” è un pilot riuscitissimo, per rimanere nel gergo seriale, ed un’opera assolutamente ben fatta e meritevole di successo, traboccante di passione e immancabile nelle librerie di ogni appassionato di serie tv che si rispetti.
Emanuele D’Aniello
Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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