La voce delle donne, l’emozionante progetto editoriale che mette in mostra i terribili effetti che la violenza di genere ha sulle sue vittime.
Il 20 Maggio si è tenuta la presentazione del progetto editoriale ed espositivo “la voce delle donne”, presso la Casa Internazionale delle Donne.
La mostra si configura come una sorta di prefazione al libro di Sergio Battista che verrà pubblicato a breve e che si comporrà di inserti fotografici e testimonianze scritte. La sua idea nasce per poter fornire alle donne una loro versione dei fatti riguardo alla violenza di genere, termine che comprende aspetti disparati che vanno dalla violenza fisica alla più subdola violenza psicologica.
L’elemento scatenante, la scintilla che ha fatto partire il progetto “la voce delle donne” è stato il brutale omicidio di Sara Di Pietrantonio. La ragazza romana che era stata bruciata viva il 28 Maggio scorso dal suo ex fidanzato, geloso della sua nuova relazione.
Nel libro vi sono i racconti di ventuno donne di età compresa tra i 19 e i 50 anni. Un campione che fornisce esperienze molto diverse tra loro accomunate da una grande voglia di riscossa e libertà. Tutte quante hanno “messo la faccia” nel progetto, lasciandosi fotografare ed esprimendo liberamente i propri pensieri sotto forma di piccole didascalie.
Nessuna delle donne coinvolte vuole crociate contro qualcosa o qualcuno. Tutte hanno espresso stati d’animo e auspici alla ribellione e alla fierezza dell’essere donne.
Le destinatarie del libro sono, ovviamente, coloro che si riconoscono nei testi. Agli uomini, al contrario, è lasciata la sua utenza. La violenza nasce, infatti, da un cortocircuito nella comunicazione. Bisogna rendersi conto di ciò che avviene nella mente di una donna per capire il male che si arreca.
Alle parole struggenti delle voci chiamate in causa vengono giustapposte le testimonianze fotografiche. Lo scopo dell’autore è colpire alla pancia, tirare in ballo le emozioni. Nei ritratti la scelta ricade sui primi piani e sullo sguardo in camera che riesce a esprimere al massimo lo stato mentale dei soggetti.
Nelle testimonianze non è presa in considerazione la sola violenza fisica. Ad essa viene affiancata una piaga sociale spesso tralasciata, quella della violenza psicologica. Un tipo di violenza che s’irradia nell’anima della vittima segnandola irreparabilmente. Una violenza spesso causata dai preconcetti di genere e dal sessismo brutale che le donne devono sopportare ogni giorno.
A immagini e parole, nella mostra presentata il 20 Maggio, vengono affiancate anche la musica e la recitazione. Le poesie e i testi sono stati narrati da attrici, anche loro presenti nel libro come testimoni, che li hanno resi ancora più potenti e strazianti. La lettura è stata intervallata a momenti musicali in cui un’altra delle donne coinvolte nel progetto ha interpretato con intensità quattro pezzi riguardanti l’argomento (“La donna di plastica-Simona Molinari”, “Woman Is the Nigger of the World-John Lennon”, “Winter On The Weekend-Julia Stone”, “The Magdalene Laundries-Joni Mitchell”).
Ospiti della giornata Paola Migneco, sceneggiatrice, e Francesco Falabella, attore, nel film “Dentro”, presentato qualche tempo fa al “Roma Tre Film Festival“. Il film richiama il tema della mostra. È il duro racconto della sorellanza tra una signora borghese e la sua cameriera. Due donne che si scoprono simili. Che nel matrimonio vivono un rapporto quotidiano fatto di possesso, violenza, paura, dominio e, anche, incredibilmente, amore. Il film indaga sul perché un uomo arriva a fare determinate cose. Su come non si riesca a dire “non ci sto” perché trainate dall’antica passione.
In un mondo sempre più indifferente alle questioni umane, in una realtà egoistica ed egocentrica dobbiamo imparare a dire “basta”. Dobbiamo sentirci libere e non lasciarci sopraffare dalla paura. “Se ti maltratta non giustificarlo: DENUNCIALO”, dice Letizia, una delle ventuno donne del libro. Un amore violento non può definirsi tale, nessuno merita di vivere nel dolore e nella costrizione. “La donna è custode dell’amore e della saggezza, il suo amore salverà tutti gli uomini” afferma ancora Marika.
Concludo il pezzo con le bellissime parole di Livia. Suggerisco a tutti di fermarsi cinque minuti e riflettere sulle urla silenziose, sui segnali invisibili lanciati dalle donne vittime di violenza. L’unico modo per impedire che altre subiscano violenza è imparare ad ascoltare.
“Chi usa la violenza non ha altri mezzi per comunicare (…). L’intento di chi usa violenza è averla vinta senza un confronto paritario. Alzare la coppa senza gareggiare. ALLA VIOLENZA NON C’ È GIUSTIFICAZIONE, RICORDIAMOLO SEMPRE”.
Simona Valentini