Gluten Free Days: la celiachia 2.0, dalla sopravvivenza al gusto

Un settore alimentare che nel Gluten Free Days punta in maniera decisa a soddisfare il palato dei nuovi diversamente gourmet.

Pasticceria Napoleoni al Gluten Free Days

Qualcosa è cambiato nel mondo della celiachia, se prima tutto ciò che riguardava questa problematica era ammantato da un velo di tristezza ora non è più così. E’ stata questa la prima sensazione  balzata agli occhi delle oltre 4000 persone intervenute nel salone delle fontane all’Eur,  che ha ospitato il “Gluten Free Days” l’1-2 ottobre. Se prima si definivano “gli sfigati del food”, adesso rivendicano con forza e a ragione tutto il loro orgoglio gourmet, non rinunciando ai piaceri del palato e sostenuti da una serie di cambiamenti che hanno giocato a loro favore. Primo tra tutti il crescente interesse verso l’aspetto salutistico, unito al costante aumento del numero di persone interessate da questo problema alimentare. In questo senso dagli Usa hanno ricevuto un supporto importante, infatti da tempo la crescente cultura del benessere indirizza sempre più persone verso una dieta senza glutine, come stile di vita sano al di la delle intolleranze. Questa tendenza ha ingolosito sempre più aziende attratte da una nuova massa di consumatori, impegnandole in una ricerca sui percorsi del gusto per soddisfarli oltre la mera sopravvivenza.

Chef Ferrarini al Gluten Free Days
Il Gluten Free Days è una creazioni di Roberto Malfatto per il Lanificio Factory e WE FOR 2016 onlus, in collaborazione con AIC Lazio (Associazione Italiana Celiachia del Lazio) e con SuLLeali Comunicazione Responsabile, svolto con il patrocinio del Ministero della Salute,  Regione Lazio e  Comune di Roma. Giunto alla sua quarta edizione, ha esplorato questo stile alimentare sempre più in evidenza senza tralasciarne nessun aspetto. Convegni medico scientifici e screening diagnostici della celiachia, moltissimi medici disponibili per consulenze anche dal punto di vista psicologico e tante aziende che hanno presentato i propri prodotti. Corsi di cucina e  showcooking, con gli chef glutenfree  che si sono succeduti dietro ai fornelli. Presenze altolocate dal mondo del food, come il maestro pizzaiolo tre volte campione del mondo Marco Amoriello e la sua pizza “Peroni Senza Glutine”, che utilizza tra gli ingredienti dell’impasto proprio la birra creata appositamente per celiaci e intolleranti al glutine. Oppure le energiche performance di chef Marcello Ferrarini direttamente da Gambero Rosso Channel. Proprio il protagonista del programma “senza glutine con gusto”, a differenza di altri chef che si dedicano allo sviluppo di questa cucina “è” celiaco, per cui sente maggiormente l’impegno su questo fronte. In uno dei suoi show cooking ha trattato il tema della pasta, elemento cardine e spesso nota dolente di questa alimentazione e, utilizzando solamente prodotti di cui è testimonial, ha mostrato in pratica come la qualità degli ingredienti sia la via principale su cui insistere per arrivare al gusto. Lo ha fatto eseguendo dei Fusilli con ragù di struzzo, lardo di colonnata, peperoni e pinoli croccanti su emulsione al prezzemolo, piatto che ha riscontrato il gradimento dei presenti confermando più di mille parole le tesi dello chef.
Il Maestro pizzaiolo Marco Amoriello al Gluten Free Days

La dimostrazione ha indicato anche chiaramente che i livelli produttivi delle aziende si sono elevati rispetto alla fase iniziale. Per un periodo, durato anche troppo, i prodotti dedicati ai celiaci sono stati concepiti esclusivamente come elemento per la sopravvivenza alimentare, senza nessuna concessione al gusto. Per fortuna l’atteggiamento iniziale di molte aziende, volto più che altro ad un business costruito sul consumo costretto è in forte regresso, anche se alcune sopravvivono ancora nella grande distribuzione. Le molte aziende presenti al Gluten Free Days con i loro prodotti in assaggio, hanno ampiamente dimostrato che la forbice del gusto con i normali alimenti si assottiglia sempre più, smarcandosi dalla presenza o meno del glutine. Le vette più alte per ora si raggiungono in pasticceria, dove le Aziende che si sono liberate dalla gabbia della necessità come unico fine, dimostrano che i loro prodotti non presentano alcuna lacuna ne inducono alla ricerca di paragoni. Una grande conferma verso il valore della qualità la cui ricerca e sempre garanzia del gusto, indipendentemente che si parli di celiachia o meno.

Bruno Fulco 

Iscritto all’Ordine dei Giornalisti e diplomato presso l’Associazione Italiana Sommelier, da sempre appassionato di enogastronomia come veicolo di scambio e collegamento tra le diverse culture. Viaggiatore entusiasta specie nelle realtà asiatiche e mediorientali. La fotografia completa il bouquet delle passioni irrinunciabili con particolare attenzione al reportage. Ricerca ostinatamente il modo di fondere questi elementi in un unico elemento comunicativo.

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui