
Usciti a distanza di pochi anni l’uno dall’altro, le tre commedie italiane di grande successo Fantozzi 2000 (1999), Il Grande Botto (2000) e Baciato dalla Fortuna (2011), hanno in comune due cose: la dea bendata e il SuperEnalotto, la lotteria nazionale in concessione alla Sisal.
Fantozzi 2000 – La clonazione: quando la Megaditta riportò in vita il ragioniere
Nel primo film Fantozzi viene clonato dalla sua ex azienda per riportare in vita il modello di dipendente considerato un “esempio” dagli industriali: obbediente, sottomesso, ligio al dovere. Il protagonista inizia a giocare al SuperEnalotto sperando in una vincita da capogiro che gli consenta di fuggire proprio da quella vita di soprusi.
Ma quando riesce a centrare i numeri vincenti, tuttavia, scopre con grande amarezza che proprio in quell’occasione la moglie Pina non ha giocato al SuperEnalotto. Come sempre accade nei film di Fantozzi, la sfortuna non abbandona mai il protagonista, anche quando sembra che la sorte inizi a girare a suo favore.
La trama, nonostante sia lineare e semplice, è resa esilarante grazie all’interpretazione unica nel suo genere di Paolo Villaggio. Nel film viene descritta in maniera tragicomica la situazione dell’uomo medio: semplice dipendente, diviso tra la schiavitù di una vita da sottomesso e la voglia di ribellarsi per avere una vita migliore. E il dipendente cerca quindi un riscatto, magari al gioco, approfittando di un colpo di fortuna.
Baciato dalla Fortuna: la divertente commedia con Vincenzo Salemme
In Baciato dalla Fortuna, uscito nelle sale qualche anno dopo, il protagonista è un vigile urbano d’origine napoletana, Gaetano. Trasferitosi a Parma per via del suo lavoro, Gaetano non ha una vita facile: viene continuamente tradito dalla compagna Betty con il suo comandante ed è oppresso dai debiti e dagli alimenti arretrati che deve dare alla sua ex moglie.
Come per Fantozzi, l’unica cosa che ancora consente a Gaetano di avere un barlume di speranza è la vincita alla lotteria del SuperEnalotto. Tre volte a settimana, gioca fiducioso i suoi sei numeri fortunati, senza riuscire però a centrare la combinazione vincente. La commedia entra nel vivo quando incontra una psicanalista appena laureata, Anna, che lo convince a diventare suo paziente e gli fa giurare di non giocare più. Nonostante intenda rompere la promessa appena fatta, arriva in ritardo e non riesce a scommettere la solita sestina.
Ecco dunque che la storia si ripete, la dea bendata volta le spalle al protagonista e se ne prende gioco: l’unica volta in cui non è riuscito a giocare, i numeri estratti sono i suoi. Lo shock è talmente grande che Geatano sviene battendo la testa. Al suo risveglio, tutti credono che sia lui il vincitore e inizia una vera e propria gara da parte dei suoi concittadini per ingraziarselo. Colpi di scena continui e un finale divertente, poi, sono il valore aggiunto della pellicola di Salemme.
Il Grande Botto: un’avventura tragicomica alla ricerca del biglietto vincente
Il Grande Botto, uscito appena un anno dopo Fantozzi 2000, sembra inizialmente andare nella direzione dei due film appena citati, ma a un certo punto la trama se ne discosta completamente. Questa commedia italiana vede protagonisti un gruppo di amici, che hanno ormai l’abitudine di trovarsi nel bar Santos, a Ostuni, per giocare insieme la lotteria del SuperEnalotto: Michele, che è anche il proprietario del bar, poi c’è Emilio, Mario, Giuseppe e Antonio.
Durante una di queste serate, mentre sono (quasi) tutti insieme al bar in attesa dell’estrazione, alla tv annunciano i numeri vincenti, che sono esattamente quelli giocati sempre dalla comitiva.
Dopo il momento di gioia iniziale, gli amici cercano il biglietto e si rendono conto che nessuno di loro ce l’ha. E il caso vuole che Michele, ex calciatore professionista dell’Inter, sia assente proprio in quell’occasione e che sia lui in possesso del biglietto vincente.
I quattro, quindi, si mettono alla ricerca dell’amico assaliti dal panico e dalla rabbia che Michele possa essere fuggito via con il biglietto. Arrivati a Milano, però, la comitiva scopre che in realtà i timori erano del tutto ingiustificati e che nessuno ha tentato di tradirli. Michele non cercava di scappare, anzi! Il lieto fine attende, quindi, i nostri protagonisti che alla fine riescono a realizzare anche il sogno di mettere finalmente piede nel glorioso stadio di San Siro!