Tiziano Ferro porta a compimento il suo acclamatissimo Tour negli stadi. L’evento ha percorso le città più importanti di Italia commuovendo e coinvolgendo centinaia di spettatori.
Quella svoltasi il 15 luglio presso lo stadio Artemio Franchi di Firenze, si configura come la tredicesima e ultima data de “Il mestiere della vita Tour”. L’incredibile evento organizzato da Tiziano Ferro ha fatto tappa nelle maggiori città italiane coinvolgendo un vastissimo pubblico, garantendo al cantautore di Latina, come sempre, numeri stratosferici nel panorama della musica italiana.
La grandezza dello spettacolo viene anticipata dalla possente struttura che compone il palco. Anticipato da Tiziano Ferro stesso a pochi giorni dall’inizio del tour, esso garantisce una visione a 270° e inserendosi letteralmente in mezzo al pubblico attraverso una passerella mobile. I due maxi-schermi principali e gli ulteriori schermi secondari permettono agli spettatori un’immersione totale nello spettacolo fatto di effetti speciali, laser, video interattivi, fuochi d’artificio e molte altre sorprese.
L’elemento principale dello show resta, però, la potente voce di Tiziano Ferro, voce che è, da sempre, una delle più apprezzate del nostro Paese e non solo. Del resto, ammettiamolo, chi di noi non si è mai trovato a sgolarsi (e perdere la dignità) sulle note di “Sere Nere”?
Il susseguirsi delle canzoni è gestito, a mio parere, egregiamente dall’artista. Ai brani “freschi”, provenienti direttamente dall’ultimo album, vengono accostati i “colossi” della sua discografia, quei pezzi senza tempo che è impossibile non aver ascoltato almeno una volta. Non è possibile non cantare assieme a Tiziano Ferro.
La grande varietà dei pezzi è una determinante essenziale per la composizione del pubblico. Non vi è fascia d’età che possa sentirsi esclusa dallo show. I genitori accompagnano entusiasti figlie e figli adolescenti, fioccano proposte di matrimoni e potrei giurare di aver visto delle signore un po’ avanti con l’età commuoversi con la struggente cover di “Mi sono innamorato di te”, celebre brano di Luigi Tenco.
Oltre alla musica, protagonista indiscussa, Tiziano Ferro propone momenti di riflessione attraverso i suoi immancabili e commoventi monologhi. Il primo, quello che introduce il concerto, è in assoluto il mio preferito. Un’attenta riflessione sul “mestiere della vita”, e sulla vita stessa. Tiziano Ferro ci lascia accedere ai suoi pensieri. Alla voce della coscienza che permette all’artista e a noi tutti di lasciarci alle spalle il passato per iniziare un “capitolo nuovo”.
Altro momento culminante del tour è stato il tributo a Francesco Totti, cui ho avuto l’immenso onore di assistere. In questo caso Tiziano Ferro chiama in causa gli “eroi buoni” del nostro tempo. Quegli eroi che, attraverso le loro gesta, la loro dedizione e il loro cuore hanno segnato un’epoca. Hanno commosso grandi e piccini donando se stessi in nome dell’amore.
Per non farsi mancare nulla, Tiziano Ferro dedica anche un’attenzione particolare alla cultura e all’immensa storia che attraversa ogni città italiana. Emblematiche le parole che l’artista spende nella data fiorentina dove afferma che non dovremmo mai smettere di meravigliarci della bellezza del nostro patrimonio artistico. In una società che tende sempre a porre l’arte e la cultura in secondo piano, dobbiamo noi essere i primi a non perdere mai la capacità di sorprenderci ed emozionarci.
In conclusione mi sento di poter affermare che questo tour non solo ha soddisfatto pienamente le mie aspettative ma, addirittura, le ha superate alla grande. Il tempo sembrava volare all’interno dello stadio e l’atmosfera era surreale. Per un momento la paura cui ci sottopone l’attualità e gli affanni della vita sembravano ricordi lontani. Al loro posto gli abbracci tra sconosciuti e non, gli sguardi colmi di commozione, la voglia di ballare e la gioia di vivere. Un coro uniforme che mi fa essere grata di essere stata una voce di centomila.
Simona Valentini