I fiumi Tigri ed Eufrate sono l’ispirazione per il rock psichedelico degli Sherpa. “Tigris & Euphrates”, appunto, è il loro secondo disco, in uscita il prossimo 28 settembre.
Il nome della band abruzzese fornisce subito alcuni indizi interessanti sulle loro ambizioni musicali. Gli Shar-pa sono “gli uomini dell’est” e tale scelta manifesta indubbiamente il desiderio di esplorare culture lontane e di uscire dai confini nazionali. Con il disco d’esordio “Tanzlinde”, infatti, si sono guadagnati nel 2016 un discreto successo in Italia e all’estero. Apprezzati in particolare nel panorama europeo, hanno suscitato l’interesse dell’etichetta tedesca Sulatron Records che si è occupata di entrambi i loro lavori.
Non esiste, probabilmente, persona che a sentir le parole Tigri ed Eufrate (sempre in questo preciso ordine, si badi!) non sappia di che cosa si stia parlando. È quasi inevitabile tenere a bada il riaffiorare dei ricordi dei primi tempi passati sui banchi di scuola. Alle elementari, abbiamo scoperto l’importanza di questa coppia di fiumi mediorientali, culla delle prime civiltà, e da allora non li abbiamo più dimenticati.
Per questo, il titolo del nuovo album degli Sherpa non può non evocare immediatamente qualcosa di primordiale, che ci affascina e allo stesso tempo ci rassicura. Perché sappiamo che, per quanto profonde, sono lì, le nostre radici.
“Tigris & Euphrates” è una macchina del tempo che trasporta e coinvolge l’ascoltatore in un viaggio psichedelico.
La melodia si perde in atmosfere oniriche date dall’utilizzo sapiente di voce, chitarra e sinth. L’aggiunta suggestiva dei cori richiama la collettività, il bisogno di stringere rapporti che caratterizza sin dall’antichità l’animale sociale per eccellenza: l’essere umano.
Siamo nel 3000 a.C., in quella precisa zona solcata dai fiumi Tigri ed Eufrate che abbiamo imparato a riconoscere come Mesopotamia (dal greco “tra due fiumi”, appunto). Donne e uomini smettono di essere nomadi, di vivere ognuno per sé. Capiscono l’importanza delle relazioni, di collaborare per costruire gradualmente una società che diventerà la grande civiltà sumera. Troviamo nella seconda traccia dell’album, Creatures of Ur, proprio un riferimento a una delle più grandiose città fondate dai Sumeri. In questo brano gli archi suadenti di Federica Vignoni colorano l’atmosfera di mistero ed esoticità.
Altro richiamo esplicito all’antica civiltà della Mesopotamia si trova nel brano Descent of Inanna to the Underworld. Il titolo riprende esattamente quello di un poema sumero che ha protagonista Inanna, appunto, dea della bellezza, dell’amore e della fertilità. Il mito narra la sua discesa negli Inferi, simbolo della necessità per la psiche umana di confrontarsi con il proprio lato oscuro per raggiungere l’equilibrio e la completezza. Una suggestiva catabasi che sarà di ispirazione per tantissima mitologia e letteratura successiva.
Proprio le tenebre e l’oscurità degli Inferi sembrano emergere ascoltando il rock psichedelico degli Sherpa. In “Tigris & Euphrates” si abbandonano, infatti, gli aspetti più vivaci e le melodie pop rintracciabili nel loro primo lavoro per abbracciare una sonorità decisamente più lenta e cupa.
Le parole sono poche e spesso enigmatiche.
Gli Sherpa, nel mistero dell’evoluzione umana, evidenziano il ruolo fondamentale del linguaggio (Abscent to the mother of Language è un’altra delle tracce). Esso, allo stesso tempo, plasma ed esprime la nostra persona nonché la nostra visione del mondo. Le sue caratteristiche e il suo mutamento influiscono profondamente sulle relazioni umane. Si riconosce l’esistenza di un linguaggio primordiale “pre-babelico”, che, così come la musica, riesce ad accomunare tutti, indipendentemente dalla nazionalità, dalla cultura e dalla religione.
Ecco, perciò, alla fine dell’ascolto dell’album una sensazione quasi inaspettata. Percepiamo affiorare, nell’oscurità che abbiamo raccontato finora, una luce di salvifico ottimismo. Gli Sherpa, con il loro ultimo e originalissimo disco, testimoniano l’inesauribile e straordinario potere taumaturgico della musica.
Francesca Papa