Gli Offspring a Roma: il punk rock invade la capitale

the offspring concerto roma

È stata la band californiana a chiudere la serie di concerti estivi all’interno della rassegna musicale “Rock in Roma”.

Gli Offspring sono stati l’ultimo appuntamento dell’anno e hanno chiuso in bellezza quella che si può definire una vera e propria festa del punk rock. Con loro altre due band storiche ad alternarsi sul palco e ad aprire le danze, dalle 19:30 per circa un’ora, sono stati i Millencolin, band svedese anch’essa nel giro da ormai più di vent’anni. Bravi a far scaldare il pubblico in entrata (una bellissima emozione sentire la loro Penguins and Polar bears dal vivo) in un’esibizione completamente diurna.

Una delle tantissime band distribuite da mamma Epitaph, l’etichetta comune denominatore che ha visto passare sotto di loro (in diversi archi temporali) tutte e tre le band presenti stasera. A seguire sono saliti sul palco i Pennywise.

Millencolin

Un’ora e poco più di pogo e devastante punk rock.

Pennywise

La band di Hermosa Beach (California) ha letteralmente infuocato il pubblico. Politicamente più schierata, ha invitato più volte i presenti a gridare sonori “VAFFA” all’indirizzo del presidente americano Donald Trump. Da qualche anno tornati assieme al frontman Jim Lindberg, i quattro californiani hanno optato per una scaletta di grandi classici come Can’t believe it, Fight ‘till you die e Bro Himn vero e proprio inno con cui la band chiude i concerti. Il brano è dedicato alla memoria di Jason Thirsk, storico bassista della band che si è tolto la vita nel 1996 (anche se sulla questione aleggiano parecchie ombre). Sonorità decisamente più Hard Core che vanno a descivere le tante sfaccettatutre musicali presenti nell’americano mondo del punk rock.

I Pennywise deliziano il pubblico con tre cover: Blitzkrieg bop (Ramones), Territorial Pissing (Nirvana) e la celeberrima Stand by me. Un’esibizione “violenta” che, sotto i colpi dello straordinario batterista Byron McMackin ha ovviamente scatenato un pogo furibondo facendo scaldare i presenti in attesa della band headliner.

Alle ore 23 tocca ai The Offspring salire sul palco dell’ippodoromo delle Capannelle.

Si nota subito l’assenza di Kevin “Noodles” Wasserman, che sembra aver dato forfait alle ultime date del loro tour a causa di un malanno. Al suo posto Todd Morse, il terzo chitarrista che dal 2009 accompagna la band in tour. Il pubblico ci mette poche note a caricarsi e il primo brano You’re gonna go far kid è una vera e propria molla che fa scattare tutti i fan.

Dexter Holland, classe 1966 e da poco diventato dottore in biologia,nonostante “la camicia che fa difetto” è lo stesso biondino ossigenato degli anni d’oro. Il loro motto “fai ciò che vuoi purchè ti faccia stare bene” è ancora vivo e con il loro secondo brano All i want sembrano voler fissare questa idea più forte che mai, anche dopo vent’anni dal loro Ixnay on the hombre. Una scaletta tirata che ha visto suonare i loro brani più famosi, da Pretty Fly (for a white guy) a The Kid’s aren’t alright passando per le canzoni del disco che li ha lanciati in vetta alle classifiche di tutto il mondo: Smash.

All’interno della scaletta anche la cover di Seven nation army (tributo all’Italia pallonara?).

The Offspring

Una vera e propria corsa attraverso la carriera della band di Orange County.

I The Offspring non sembra abbiano intenzione di smettere e questo non può che far piacere. La voce di Dexter ovviamente non è più al top ma è sicuramente godibile (quasi) come un tempo. Ogni loro brano è un tuffo nel passato, nella giovinezza di ognuno di noi. Noi che abbiamo superato le trenta primavere e che il punk rock ancora lo seguiamo. Se non altro per rallentare il nostro invecchiamento. Ci rispecchiamo in Self Esteem, balliamo come sedicenni su brani come What happened to you o Come out and play e infine ci lanciamo sudati, stanchi e senza fiato nel tentativo d’intonare Staring at the sun. Cercando d’immaginarci correre sulle loro note come quei proiettili impazziti che puntano al sole.

Scaletta The Offspring:

You’re Gonna Go Far, Kid
All I Want
Half Truism
Come Out And Play
Genocide
Seven Nation Army
(cover White Stripes)
Original Prankster
Staring At The Sun
Want You Bad
What happened to you
Bad Habit
Gone Away
Hit That
Why Don’t You Get A Job
(Can’t Get My) Head Around You
Pretty Fly (For A White Guy)
Kids Aren’t Alright

Americana
Self Esteem

 

Immagine di copertina: www.onstageweb.com

Emiliano Gambelli

 

Cantautore e scrittore per passione, "non" poeta per mia stessa ammissione, sognatore e poi sì, ho anche un lavoro vero.

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