L’entusiasmo di un ragazzino e l’esperienza di un veterano
Ascoltare la Mike Stern Band suonare, in concerto a Roma, ancora con la stessa energia, lo stesso entusiasmo di una band di giovani musicisti nel pieno del loro entusiasmo è un emozione che difficilmente trova parole che possano esprimerla. Il chitarrista americano ha saputo creare quell’atmosfera di intimità con il pubblico in sala. Ne è scaturita una serata di jazz e fusion di altissima qualità, unica nel suo genere, coinvolgendo tutti i presenti.
Ad assistere al concerto un pubblico romano numeroso, giunto per l’occasione nella prima delle sue quattro date italiane. L’esperienza di Mike Stern e dei musicisti ha reso la serata, un evento memorabile. Il successo è stato riscontrato sia per chi aveva avuto modo di assistere ad altri suoi concerti, sia per chi come me, era la prima volta che assisteva ad un’esibizione di questi fantastici musicisti.
Una Mike Stern Band in forma smagliante quella salita sul palco romano lo scorso 12 aprile, piena di vitalità e voglia di suonare.
Una biografia degna di invidia
Per chi non conoscesse la biografia di questo chitarrista basti sapere che ha iniziato la sua carriera quando viene notato da un altro gigante delle sei corde come Pat Metheny. Sarà lui a introdurlo al suo percorso che in breve tempo lo porterà a collaborazioni con musicisti quali: Miles Davis, Billy Cobham e Jaco Pastorius.
Con lui sul palco a formare la Mike Stern Band sono saliti: Dave Weckl, batterista con cui collabora da molti anni, Bob Franceschini, al sax e Tom Kennedy al basso. I quattro hanno dato vita ha un concerto che ha ripercorso la carriera del chitarrista. Si parte con Nothing Personal brano scritto da Michael Brecker che ha tenuto il pubblico incantato per i primi quindici minuti. A seguire una splendida ballata Avenue B eseguita, per l’occasione, a velocità superiore rispetto alla versione dell’album. Prova della splendida forma in cui versano ancora oggi questi musicisti.

Il concerto diviso in due set, ha ospitato anche brani più recenti come Trip, tratto dall’omonimo ultimo lavoro di Mike Stern uscito nel 2017. Ovviamente, non poteva mancare una jam, durante la quale i musicisti hanno improvvisato assoli colmi di groove e melodia che hanno trascinato il pubblico in una trance ipnotica dalla quale, alcuni di noi, stanno ancora tentando di uscire. Finale a sorpresa con un tributo a Jimi Hendrix: Red House in pieno stile fusion, brano sul quale i musicisti hanno dispiegato ulteriormente tutte le loro doti tecniche improvvisando assoli da perdifiato.
Groove, melodia e trasporto ingredienti essenziali della musica di Mike Stern nel concerto di Roma
Una capacità di entrare così dentro la musica, dopo tanti anni di palchi di tutto il mondo è veramente ammirabile e lodevole. Anche quando si sta in un ambiente intimo e non eccessivamente grande come è quello del Crossroads. Questa intimità ha concesso una sintonia tra il pubblico e i musicisti che nei grandi eventi è quasi sempre difficile che si crei.
Non possiamo quindi che ringraziare questo straordinario chitarrista e tutti i musicisti per la splendida serata che hanno regalato al pubblico romano. Pubblico composto di questo concerto a Roma, per altro, da molti giovani, sinonimo che non è vero che la musica sta morendo e che, invece, è più che mai viva e sentita anche dalle nuove generazioni. Speriamo, quindi, di poter continuare a recensire concerti così belli.
Tommaso Fossella