Sul palco dell’Anfiteatro di Ponente, per la rassegna “Luci e Suoni a Levante”, la città pugliese di Molfetta ha ospitato, il 18 luglio scorso, una stella del jazz contemporaneo.
Il concerto di Kamasi Washington è inserito nel cartellone del Bari in Jazz, ed è organizzato dalla Fondazione Valente in collaborazione con l’Associazione Culturale Abusuan e Bass Culture,
Un gigante della musica, un artista di calibro internazionale che coniuga la migliore tradizione jazzistica (con numerosi accenni agli standard jazz più famosi, come, per esempio, A Love Supreme di John Coltrane) con la modernità dei suoni delle tastiere e dei synth, uniti a ritmi di varia provenienza, come funk, musica afro e bossa. Insomma, un jazz che si avvicina alla fusion. La sua musica ha il grande pregio di avvicinare tutti al jazz. Si apre al grande pubblico e non rimane chiusa nei club udibile solo ai cultori del genere.
Per una sera l’Anfiteatro molfettese si è trasformato in una jazz club a cielo aperto, in una calda notte estiva.
Kamasi Washington sul palco è una presenza imponente. Il mantello sulle spalle (che ricorda l’immagine di uno dei suoi maestri ispiratori, Sun Ra). Il sax come prolungamento naturale delle sue mani e strumento per esprimere appieno la sua personalità e la sua anima.
Durante l’intenso ed emozionante spettacolo, Kamasi ha introdotto con particolare enfasi alcuni brani tra cui:
Leroy and Lanisha ispirata al suo cartone animato preferito durante l’infanzia cioè Charlie Brown;
e Henrietta Our Hero una canzone dedicata alla nonna “l’importante diceva mia nonna non è ciò che possiedi, ma quello che fai”. Indimenticabile l’emozione sul suo volto quando è entrato in scena suo padre, Rickey Washington al sax soprano e flauto traverso, per suonare questo brano “intimamente familiare”.
Silvia Bilenchi