Tris di Star all’Ippodromo delle Capannelle: Joan Thiele e Giosada introducono il soul di Lukas Graham.
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Lukas Graham e il bassista Magnus Larsson. |
Il festival rock più famoso della capitale continua a mischiare generi e artisti per serate sempre più divertenti.
Martedì 21 giugno è il momento di tre musicisti totalmente diversi tra loro ma con una sola cosa in comune, l’approccio al pubblico. Si parte subito con la giovanissima
Joan Thiele, artista italo-colombiana che propone al pubblico
un soul spensierato, un po’ indie un po’ pop. L’aspetto delicato e le movenze gentili traggono però in inganno, le note della sua voce accompagnate prima dalla chitarra poi da un ukulele entrano nel cuore ed emozionano gli spettatori. Tra le canzoni eseguite spicca sicuramente
“Save Me”, un brano ricco di significato, scritto dalla giovane cantante e cavallo di battaglia del nuovo album.
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Joan Thiele. |
Non dimentichiamo però che questo è un festival rock. È proprio Giosada a rinfrescarci la memoria, accompagnato dai fantastici Barismoothsquad. E rock sia!
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Giosada. |
I cinque salgono sul palco caricando subito l’atmosfera di elettricità. Il pubblico è in visibilio e
il cantante grazie alla sua potente voce tira fuori tutta la passione e grinta di cui è dotato. Si salta, si canta e ci si diverte dall’inizio alla fine senza un istante di pausa. Il picco si raggiunge quando
il carismatico showman scende dal palco e sale sulle transenne concedendosi ai fan e contando la canzone che lo aveva portato pochi mesi fa a conquistare la vittoria ad X Factor,
“Il rimpianto di te”.
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Le movenze inconfondibili del cantante. |
È veramente un peccato che a presentarsi siano stati pochi spettatori, nonostante la data infrasettimanale non avesse lasciato molte pretese.
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Graham brinda con il pubblico. |
Dopo una breve pausa giunge il momento della star più attesa, Lukas Graham. La sua voce lo ha portato a scalare le classifiche di tutto il mondo. Nonostante piccoli problemi tecnici iniziali l’artista danese da subito l’impressione di essere a suo agio con il pubblico, proponendo, birra in mano, un brindisi col pubblico per alleviare l’attesa. I problemi vengono prontamente risolti e la magia ha inizio. Su una dolce melodia tessuta da piano, sax e basso la chiara voce di Graham si aggira solitaria e potente. I riflettori sono tutti per lui, non esiste nessun altro. Dopo questa stupenda introduzione la serata prende un piega decisamente più giocosa, complice di un’intesa che gli artisti sul palco instaurano con il pubblico. Il soul si scontra con il pop dando vita a un ritmo piacevole e di successo. Ne sono esempi “Drunk in the Morning” e “Mama said”, uno dei suoi singoli più famosi, nel quale come in una cantilena Graham racconta un pezzo della sua storia.
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Lukas Graham durante “Drunk in the Morning”. |
La connotazione affettiva è una delle caratteristiche principali delle sue canzoni. Il giovane artista tiene a specificare che l’impulso a fare musica è venuto di conseguenza alla morte del padre. L’evento però non l’ha abbattuto, anzi, gli ha dato una spinta tale da portarlo a diventare un artista di fama internazionale.
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Lukas Graham. |
Il concerto procede in maniera molto positiva, non deludendo le aspettative. Si giunge così al gran finale con “7 Years”, la canzone che ha raggiunto la prima posizione nelle classifiche di tutta Europa. È inutile dire che è stato il pubblico a cantare ogni singola parola, rendendo orgoglioso l’artista che non può far altro che dire “Grazie!” a tutti i presenti.
Come al solito il Rock in Roma ci lascia sempre soddisfatti e con la voglia del prossimo concerto.
Foto: Gianclaudio Celia
Gianclaudio Celia
@Gian_Celia