Il guerriero Jeff Beck conquista il Teatro Romano di Ostia Antica

Noi c’eravamo, diremo un giorno. Il mito Jeff Beck si piazza ai vertici delle dieci glorie del rock and roll, per la sua spettacolare performance di uomo e di guerriero in una serata magica al Teatro Romano di Ostia Antica.

Il concerto di Jeff Beck del 24 giugno è stato uno degli appuntamenti più attesi del solstizio d’estate di Rock in Roma, una grande kermesse diffusa che vede la presenza di ospiti internazionali.

Uno scenario di rara bellezza, un auditorium naturale incastonato tra i pini secolari, dove un palco tra le colonne corinzie ospitava la strumentazione della band; lo charme del neoclassico dove passato e presente sembrano incontrarsi in una relazione passionale e clandestina.

Quella di Jeff Beck è una carriera straordinaria che lo hanno reso uno dei chitarristi rock più influenti di sempre e fra i più importanti per l’evoluzione della chitarra moderna.

Ha ottenuto otto GRAMMY Awards, è stato classificato da Rolling Stone come uno dei 100 più grandi chitarristi di tutti i tempi ed è stato inserito nella Rock & Roll Hall of Fame per ben due volte: una come membro della Yardbirds e una come artista solista.

Il popolo del rock ha atteso per un’ora e mezza il grande chitarrista, composto ma impaziente, padri con i figli ai quali hanno trasmesso l’amore per la grande musica, moltissimi musicisti, facce celebri come Carlo Verdone.

Quando la pazienza cominciava a scarseggiare, arriva l’annuncio dell’indisposizione fisica di Jeck, settantaquattro anni proprio il giorno del concerto.

Alla fine il grandissimo rocker sale sul palco e i primi venti minuti sono quelli che toccano il cuore: un uomo sofferente che con grande professionalità riesce a compensare la presenza con la tecnica e il feeling con gli altri che si alternavano in assoli micidiali. Parliamo di musicisti come Vinnie Colaiuta e Rhonda Smith.

Un’emorragia costringe Beck a sanguinare tutto il tempo ma riesce a ritrovare la forma e a deliziarci con la sua arte. Non abbiamo bisogno di “sentire” perchè la leggenda non è messa in discussione; è lo spirito guerriero dell’artista britannico che trionfa su tutto, con il suo strumento e la maglia insanguinata.

“I’m fall in love” dice, mi sono innamorato e il pubblico riunisce le voci in un “Happy Birthday” al chiarore della luna.

jeff beck

Ma per scoprire meglio il termometro emotivo del pubblico cerco qualche addetto al settore e incontro Enrico Durante, il chitarrista del gruppo romano Hunters of Headhunters; gli chiedo le sue impressioni sulla serata.

Enrico, quali sono le tue impressioni sul concerto di stasera?

Ciao, Antonella. Oggi non abbiamo semplicemente assistito allo spettacolo di un’icona rock delle sei corde. Uno dei protagonisti assieme a Clapton e Jimmy Page della British Invasion negli anni 60; ripreso dalla cinematografia dell’epoca in “Blow-up” di Antonioni mentre distrugge una chitarra in un concerto.

Non abbiamo soltanto visto ed ascoltato un artista dal calibro mondiale che ha continuato per decenni ad innovare lo stile chitarristico, creando un suono allo stesso tempo potente ed evocativo.

Nel timore di saltare il concerto per il malessere dell’artista, abbiamo viceversa partecipato ad un happening di rara bellezza e drammaturgia. Come se Eschilo avesse ordito una trama perfetta per una sua tragedia. 

Nell’emiciclo del Teatro Romano di Ostia Antica, il chitarrista britannico ha eseguito una performance avendo cura delle sensazioni proprie e del pubblico, in un conflitto tra il destino della serata e la responsabilità del professionista.

Ha cosparso il palco di salviette tamponanti imbracciando la sua “Strato” bianca a paletta reverse insanguinata eseguendo assoli lancinanti, armonici iperbolici, senza perdere né la sua verve né l’ispirazione.

Qualche nervosismo quando abbandonava frettolosamente il bottleneck in vetro in esecuzione di brani in slide, ma nulla più. Solo lirismo e poesia..

Completamente d’accordo con Enrico, ho percorso il lastricato romano del ritorno con la certezza di aver assistito a qualcosa di eccezionale.

Antonella Rizzo

 

Antonella Rizzo
Poetessa, scrittrice, performer, giornalista. Collaboratrice di Culturamente dal 2015.

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