Jazz&Remo, un disco per celebrare Sanremo, undici brani, tutti da ascoltare e ricordare, rivisitati in modo impareggiabile da quattro grandi artisti.
Avete voglia di riascoltare, in una versione jazz, alcuni dei più grandi successi cantati a Sanremo nel corso della sua pluridecennale storia? Ebbene non dovete fare altro che acquistare il cd Bruno Santori Quartet, dall’intrigante titolo Jazz&Remo il Festival.
Prodotto nel 2017 da Bruno Santori e Zenart, pubblicato da SoloMusicaItaliana, l’etichetta discografica di Radio Italia e distribuito dalla Sony Music, questo disco nasce da un’idea del maestro Bruno Santori, che è stato per diversi anni direttore d’orchestra della più importante kermesse sonora italiana. Proprio da questa collaborazione il compositore lombardo, nato a Trezzo sull’Adda nel 1957, ha preso spunto per realizzare un disco che celebrasse, a suo modo, gli oltre sessant’anni di storia del Festival della canzone italiana, coniugando due generi apparentemente distanti come il jazz e il pop.
Un lavoro non semplice, incentrato sul tentativo, perfettamente riuscito, di rispettare «le strutture armoniche e ritmiche dei brani, cercando di non perdere l’originalità della canzone stessa, rispettandone la linea melodica e la riconoscibilità.»
Una lettura, dunque, in chiave soft-jazz, dei pezzi più celebri cantati all’Ariston in questi anni, attraverso la rivisitazione di quattro artisti prestigiosi, a partire dallo stesso Bruno, al pianoforte, Fabio Crespiatico, al basso, Stefano Bertoli, alla batteria, il tutto accompagnato dalla suadente voce di Giulia Pugliese.
Undici i brani scelti e arrangiati dallo stesso Bruno Santori e mixati presso lo studio Santanna di Castelfranco Emilia, undici canzoni che hanno davvero fatto la storia del Festival, e, di conseguenza della nostra musica.
Si parte con la struggente E non finisce mica il cielo, pezzo scritto da Ivano Fossati che Mia Martini portò a Sanremo nel 1982, per proseguire, poi, con Quello che le donne non dicono di Enrico Ruggeri cantato dalla Mannoia nel 1987. Terza traccia di questo bellissimo disco è E poi di Giorgia, che l’artista romana cantò nel 1994, mentre quella successiva è Cambiare del compianto Alex Baroni, successo del 1997.
Il cd comprende anche l’indimenticata Ancora, scritta dal duo Migliacci (testo) e Mattone (musica), che il cantante napoletano, Eduardo De Crescenzo, presentò nel corso della XXXI edizione di Sanremo nel 1981 e che divenne uno dei pezzi sanremesi più famosi di sempre; Luce, cantata da Elisa nel 2001, Vacanze Romane, lo splendido brano che i Matia Bazar portarono sul palco dell’Ariston nel 1983, nonché la celeberrima Volare, che Domenico Modugno portò al successo nel 1958 e che, in seguito, divenne una delle canzoni italiane più famose di sempre in tutto il mondo.
Ricordato che nel disco sono anche presenti Il Cuore è uno zingaro (brano cantato in origine da Nicola di Bari e Nada nel 1971) e Le Mille bolle blu, (il virtuoso pezzo che la grandissima Mina portò a Sanremo nel 1961), una menzione speciale, per la particolare e suggestiva esecuzione del quartetto, spetta certamente ad Adesso Tu, con la quale, un giovanissimo Eros Ramazzotti, vinse il Festival nel 1986, affermazione che lo consacrò definitamente nell’olimpo della canzone italiana e non solo.
Un disco, dunque, per ripercorre, in una veste assolutamente nuova e diversa, brani che hanno rappresentato momenti indimenticabili delle nostre vite. Un cd indicato, non solo, per chi ama, da sempre, il Festival sanremese ma anche per chi sa apprezzare la buona musica, l’incontro, come ha più volte ricordato Santori, fra due pezzi della sua storia artistica, il festival della canzone italiana e il jazz.
Un consiglio: ascoltatelo con le cuffie, per assaporare, appieno, la sua bellezza impareggiabile, scommessa, riuscita, di un grande interprete musicale.
Maurizio Carvigno