Ezio Bosso con THE ROOTS rende omaggio alle proprie radici

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Un lavoro che scava in fondo, fino alle radici di Ezio Bosso

In THE ROOTS (A Tale of Sonata) è condensata molta emotività musicale del maestro Ezio Bosso. È un viaggio tra i sentimenti, le emozioni che le influenze musicali hanno segnato nel percorso del compositore e maestro d’orchestra. Questo album, racchiude: il passato le radici, quelle della musica classica che ha formato il maestro; il presente, lo sguardo che rivolge alla musica contemporanea e l’interpretazione che è la vera novità e quindi il futuro. musica da camera

Il lavoro che viene presentato come un album cameristico, e che in effetti se volessimo uscire un po’ scherzosamente dalla rigida tassonomia della musica classica, questo è un album da ascoltare in camera e in assoluto silenzio. È un disco che può trasportare l’ascoltatore, attraverso un vortice di emozioni sonore, in dimensioni sconosciute ai più. Ma è proprio qui che si vede la grandezza del maestro Bosso, nel comporre un album che prende spunto dalle radici, appunto, della musica classica ma che risulta piacevolmente ascoltabile da chiunque, anche da coloro i quali non sono avvezzi a queste sonorità.

L’elaborazione e l’interpretazione che il maestro fa dei brani a cui si ispira è un discorso musicale per tutti. Nel disco infatti, il maestro suona il pianoforte accompagnato da uno dei suoi più grandi amici e musicisti di sempre il violoncellista Relja Lukic, che ha saputo interpretare alla perfezione le intenzioni del maestro Ezio Bosso, restituendo agli ascoltatori la sensazioni di due strumenti che amoreggiano leggiadramente nell’aria, schivandosi e sfiorandosi di volta in volta in alternanza a momenti di intensi abbracci e scambi d’affetto sonoro, che fanno vivere a chi li ascolta emozioni intense e profonde. Tutto ciò avviene in un susseguirsi di trascinamenti di stati d’animo musicali che si alternano per tutto lo scorrere dei brani.

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Il maestro Ezio Bosso (Photo by Guido Harari).

Un disco che vale molto più del suo prezzo

The Roots (A Tale Sonata) molto probabilmente sarà l’ultimo album che lo vedrà come compositore, in quanto, come da lui dichiarato, la fatica sta prendendo il sopravvento. È un lavoro che per vedere la luce ha impiegato tre anni, ma che probabilmente ha sempre coltivato dentro di sé. Il risultato finale è un disco di undici tracce che riprende Bach, Beethoven ma anche compositori moderni come Arvo Pärt, che viene ripreso in Fratres una composizione del 1977.  C’è spazio anche per delle dediche speciali Dreaming Tears In A Crystal Cage, brano dedicato a John Cage. Immancabile, quella che forse è la prima radice musicale del maestro, La sonata al chiaro di luna, brano che “mi fatto diventare un musicista; ancora bambino, andai di nascosto dai genitori ad acquistarne la partitura”.

Nasciamo per diventare qualcosa, ma non dobbiamo mai scordarci chi siamo

Radici che poi diventano alberi e si liberano nell’aria. Questa è la sensazione di libertà che tutti i brani arrivati ad un certo punto, restituiscono. Come dichiara lo stesso Ezio Bosso: “Prima o poi c’è un momento nella vita in cui iniziamo a riflettere intensamente sulle nostre radici. Spesso coincide con la perdita di una radice per noi essenziale, ad esempio la scomparsa di un genitore, come è successo a me. È mancato mio padre, e la sua mancanza mi ha fatto pensare alle mie radici. Mi sono quindi fermato a riflettere: ma cosa sono le nostre radici? Senza dubbio qualcosa di meraviglioso. Da ragazzi pensiamo siano un ostacolo; crescendo intuiamo invece che sono proprio loro a renderci indipendenti”.

Il disco, che presentiamo oggi nella sezione musica, è stato registrato all’Auditorium Giovanni Arvedi di Cremona con la collaborazione di un grande tecnico del suono quale è Michael Seberich e l’ottima qualità del suono è sicuramente un aspetto che risalta subito all’ascolto.

Speriamo quindi, che questo non sia veramente l’ultimo dei lavori del maestro in qualità di compositore e esecutore, anche se comprendiamo benissimo le sue difficoltà. Noi possiamo solo che ringraziarlo per tutta la bellezza che ci ha donato e, ci auguriamo, ci possa donare ancora in qualsiasi veste.

Tommaso Fossella

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