Sarà vero che gli errori, o tutto ciò che li fa sembrare tali, non sono altro che nuove opportunità? Sì, è vero, basta guardare l’altra faccia della medaglia, cambiare punto di vista.
“Beautiful Mistakes” ne è la prova, terzo album in studio dei Droning Maud e prodotto dall’indie label I dischi del Minollo.

I Droning Maud nascono nel 2006, anno in cui esce una rilettura cronologica delle avventure di Corto Maltese (ricordate i fumetti di Hugo Pratt?) e che, se qualcuno conosce, sarà in grado di ricollegare a questo nome…
Ma ora concentriamoci su “Beautiful Mistakes”, registrato tutto d’un fiato proprio per conservare l’alchimia espressiva creatasi all’interno della band. Per non lasciarsi sfuggire nulla.
Maurizio, Vincenzino, Andrea, Marco e Silvio (loro sono i Droning Maud) fanno scoperte “serendipitarie” durante la creazione di questo disco, che sono talmente significative da dare il titolo all’album.
Sono tutta quella serie di cose che capitano per caso e che involontariamente hanno suggerito nuovi modi di suonare e nuovi arrangiamenti, come mi spiega Maurizio.
Errori che hanno valenza estetica. Ragione insita di essere capitati. Me ne accorgo quasi subito, prima di questa spiegazione, perché ricorrenti sono i cambiamenti di melodie all’interno di uno stesso brano, quasi da ghost track.
E forse non sarebbe stato male se ce ne fosse stata qualcuna…
Ma non è mai troppo tardi per lasciarsi trasportare dalla musica, in qualunque modo essa voglia. A patto, però, che la si lasci parlare.
Otto tracce dalle atmosfere ora intime ora corali, sospese ma complete, minimali, vulnerabili, aperte al cambiamento. Come anche i testi, che rincorrono e declamano la necessità di qualcosa: di cambiare, di vedere i sogni, di scoprirli, necessità di conoscenza. Il filo conduttore è l’enorme spazio lasciato alla musica: la voce si mette da parte per fare posto alle note.
Ed è in questi momenti (tanti) in cui il loro potere è forte, in cui si capisce che non solo le parole cantate sono musica. Non sono le parole a renderla bella, ma è la musica in se ad esserlo.
Potete ascoltare l’intero album qui e magari farci sapere cosa ne pensate!
Serena Pastorelli