Prima di dire rock: “Dai Led Zeppelin allo Zen” di Antonio Papagni

storia della musica

Quando si dice una cultura enciclopedica: il libro di Antonio Papagni Dai Led Zeppelin allo Zen è una stesura precisa e appassionata di un periodo di vita attraversata dall’amore per la musica.

L’opera di Papagni, difficimente catalogabile nei tradizionali generi letterari, fa parte della collana Script manent della casa editrice CartaCanta Editore, particolarmente attenta alla qualità delle sue pubblicazioni.

Tutto inizia con la scoperta di un disco dei Led Zeppelin, esperienza comune agli adolescenti di tutto il mondo. Perché il famoso gruppo ha una consistenza atemporale e costituisce il punto di partenza del percorso di iniziazione alla musica.

Il libro cammina sulle strade percorse da migliaia di ragazzi che adesso, da donne e uomini adulti, continuano a battere il tempo ai concerti dei grandi monumenti della musica.

Mi ha emozionato profondamente la lettura di questo volume che ha tracciato i momenti salienti della mia vita, scandita dalla musica e completamente pervasa dal suo significato più profondo. La musica ha rappresentato per quelli della mia generazione qualcosa di totale e ha plasmato sentimenti.

Ed è stata il sentimento stesso in un’epoca nella quale venivano meno le certezze della rivoluzione e iniziava la solitudine dello smarrimento degli ideali.

Papagni inizia dai Led Zeppelin il pellegrinaggio attraverso le stanze della modernità musicale e del nichilismo crescente che trasforma i suoni potenti del rock monumentale nelle ruminazioni metalliche del punk e del post-punk, dal classicismo iniziatico del progressive al narcisismo nevrotico della new wave.

Chi ha iniziato ad ascoltare musica in quegli anni è stato contaminato da infinite sollecitazioni e da cronista di guerra è fisiologico che abbia trovato rifugio nello Zen. Tutto passa attraverso il filtro della sociologia a tutto tondo: cinema, estetica, psicoanalisi, arte, politica.

Buona l’architettura letteraria di sfondo che introduce ogni passaggio cronologico; fa comprendere come la maggior parte della vita sia compresa proprio nello spazio dell’imprinting musicale, destinato a connotare le scelte di tutta l’esistenza.

Lo scrittore ha una cultura musicale antropologica, contestualizza con precisione ogni avvenimento e sa fornire una chiave di comprensione di ogni movimento come interno alla propria vita.

Un libro che non deve mancare nella libreria di ogni musicofilo che si rispetta, e noi di Culturamente abbiamo preso nota.

Antonio Papagni è nato e lavora a Roma. Oggi vive in un borgo in prossimità del lago di Vico dove è riuscito a riunire le sue passioni: la lettura, la musica, la natura. Nel dicembre 1991 ha partecipato al Guitar Craft fondato e diretto da Robert Fripp.

Ha creato e mantiene il sito Centro Studi Addizionali. Dopo essersi dedicato alla chitarra classica, da qualche tempo ha iniziato lo studio del violino.

Antonella Rizzo

Poetessa, scrittrice, performer, giornalista. Collaboratrice di Culturamente dal 2015.

2 Commenti

  1. Bellissimo libro e bellissima recensione. Complimenti soprattutto all’autore che ho potuto conoscere di persona a “più libri più liberi “di Roma. Mi piacerebbe interloquire con lui, specialmente sulla sua esperienza con lo “stage” di Robert Fripp.

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