Dopo un’attesa di 24 anni il concerto dei Guns N’ Roses ad Imola scatena il pubblico.
“Not In This Lifetime Tour”. Mai titolo di un tour di un gruppo musicale fu più appropriato. Perché dopo il concerto dei Guns N’ Roses di Imola dello scorso 10 giugno, non si può pensare che sia di certo in questa vita che i Guns N’ Roses siano pronti ad abbandonare il palcoscenico.
Non è in questa vita che rappresenteranno mai un gruppo musicale in decadimento. Non è in questa vita che smetteranno di regalare emozioni.
Prevendite esaurite da mesi, misure di sicurezza raddoppiate, temperature che sfiorano i 30 gradi, gente di qualsiasi età venuta da tutta Italia e non solo.
Novanta mila assetati di rock presenti al concerto dei Guns N’ Roses, con lo scopo di far scoppiare l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari a ritmo dei vocalizzi di Axl e degli accordi di Slash.
È stato definito l’ evento dell’anno, il gruppo più atteso in Italia, il concerto che ha registrato il primo sold out del Golden Circle in meno di 24 ore.
Non bisogna essere per forza degli amanti del rock per capire che il concerto dei Guns N’ Roses è stato un evento-spettacolo fortemente desiderato.
Diverse generazioni accomunate dalla grinta, dalla passione e dall’emozione di vedere finalmente la formazione originale della band di Los Angeles nell’unica tappa italiana, in quella che è, a quanto pare, l’ultima reunion prima dello scioglimento definitivo della band.
Molte voci hanno anticipato il tour definendo i Guns N’ Roses una band incapace di reggere il confronto con il passato.
Cosa del tutto prevedibile vista l’età dei cantanti, i problemi con alcool e droga e le conseguenti difficoltà salutari.
Ma ad Imola, il 10 giugno, queste voci si sono dissolte nell’aria con le prime note di It’s so easy. Canzone che ha aperto il concerto dei Guns N’ Roses, confermando Axl Rose ancora oggi re del palcoscenico dalla voce graffiante.
Infatti se non c’erano dubbi sui virtuosismi di Slash e della sua chitarra e sulle performances di Duff, non si può dire lo stesso per la voce di Axl. Questa ha destato non poche preoccupazioni anche tra i fedelissimi,che temevano che quelli sul corpo non fossero i soli segni del tempo che si sarebbero notati.
In un contesto ben riscaldato da Phil Campbell and the Bastard Sons e dai The Darkness, gruppo che ha preceduto il concerto con un’esibizione veramente notevole del cantante-chitarrista Justin Hawkins, i Guns N’ Roses hanno regalato ai loro fan 3 ore ininterrotte di spettacolo. Spaziando tra tutti e 6 gli album pubblicati, non è mancato il tempo da dedicare alle cover, ormai diventate veri cavalli di battaglia dei Guns, come “Black Hole Sun”, emozionante omaggio in ricordo di Chris Cornell.
Certo la prestanza fisica non è quella del lontano 85 e la velocità nemmeno. Ma la grinta e lo sguardo fiero di chi calca il palcoscenico con il peso di 4 MTV Video Music Awards, 4 American Music Award, 2 World Music Award e l’inserimento nella Rock and Roll Hall of Fame si fanno sentire perfettamente. I Guns hanno convinto, nel caso ce ne fosse bisogno, affascinando il pubblico, che almeno una volta nel corso della serata avrà pensato, “This is the Paradice City”.
Sara Alvaro