Come onde che emergono dal mare la poesia di Valentina Casadei si spande nel nostro animo, creando cerchi concentrici di bianco e nero. Il nero delle paure non dette e il bianco delle speranze.
Siamo alberi e mare. La natura ci permea e ci spiega l’animo e l’amore. Siamo una donna magra che si specchia e si conosce, le ansie non sono nel corpo che si arrende all’animo ma che resiste. Metafore chiare ci spiegano gli stati fluttuanti dell’animo, le paure e le decisioni non prese. Il mondo naturale è la tavolozza da cui si traggono le forme per spiegare la nostra psicologia, quella dell’autrice, quella di una donna che scava nell’immaginario naturale per capirsi.
“Le foglie toccano il suolo” e generano poesia, aggiungo io, le foglie dei versi ci nutrono di immagini e metafore.
E, io, lettrice divengo albero con lei e onde di parole. Casadei è una donna giovane che si cerca. A volte divide il mondo in bianco e nero per dirci che la razionalità matematica non spiega la vita ma l’intossica: nulla è bianco e nero e 1+1=1, come indica il titolo del libro e una delle sue poesie più belle.
La natura e l’animo non hanno una voce matematica di galileiana memoria. Hanno la voce che l’autrice impone loro e quella della loro ribellione, come quando le onde scagliano frecce per cancellare le sue parole. Chi sono? Quali immagini mi aiutano a capirmi? Chi è colui che amo? Cosa è l’amore? E perché esistono i muri che distruggono la comunicazione? Queste sono le domande che emergono come spari in un vuoto assordante.
La poesia parla di poesia in questo libro: piange lacrime di mare e si confonde con la natura. Valentina diviene cielo, mare e nuvole, ma soprattutto, radici di se stessa.
Gli affetti cari si ricordano negli oggetti, come la coperta della nonna, le problematiche del suo animo e gli screzi con il suo amato, si risolve vicino alla canzone del mare: il mare avvolge e ci sostanzia. La voce delle onde ricorda a Valentina l’indipendenza nel dolore e la voglia di essere. Il mare e le radici sono gli elementi che inquadrano la poetica di Valentina in un moto perpetuo di essere e volere, di cercar di essere e di cercar di volere. La vita comune, ordinaria, di tutti i giorni non viene esclusa da questa raccolta: il lavoro alla posta, le fragole a sconto, la pizza, ballare e i litigi, il non comprendersi – come se i due innamorati fossero circondati dal vetro delle loro paure – sono sempre i protagonisti. Tutto viene avviluppato dal velo della poesia che rende l’ordinario speciale, magico.
Il soffio del mare rompe i vetri, anche quelli resistenti, e ricongiunge l’io con l’io, l’amato e l’amata. La poesia fa parte della vita in questa silloge. Si potrebbe azzardare e dire che equivale alla vita stessa? Senza poesia non ci sarebbe comprensione della vita, questo sicuramente. I versi snocciolano i pensieri e le paure e li chiariscono a Valentina che mi immagino guardare stupefatta le sue parole, come una donna guarda la sua anima attraverso lo specchio.
Voi lettori e lettrici come vi guardate dentro? Come capite chi siete?
Valentina scrive; forse lascia i suoi segni ovunque, su ogni pezzo di carta, scontrino e biglietto del treno. Sono parole che chiariscono e costruiscono la sua essenza, che trasformano il mondo nel suo sguardo: tutto in questa silloge rispecchia l’animo; la vita diviene un ibrido fra esserci e guardarsi e la natura parte di noi grazie al medium delle parole. il mondo perde il suo lato oggettivo, che non ha mai posseduto per intero, per trasformarsi nell’angolo del non detto, del desiderato e della poesia, lo specchio ibrido e sporco dei sogni e delle paure.
Leggete questo libro breve e intenso se volete sapere come la natura e la poesia divengono uno e tanti, come voci dello stesso attore e maschere della stessa attrice. E se non ne volete sapere di poesia, leggete i versi di Valentina comunque: vi donano immagini care, personali e universali. Tutti ci siamo sentiti alberi e abbiamo parlato con il mare, ascoltato la sua canzone e scansato le sue frecce. Tutti ne siamo stati anche colpiti. Penso. Forse è il mare che distrugge i muri che delimitano i nostri confini e non ci fanno essere parte dell’amore. Forse sono i nostri ricordi che ci proteggono dalle insicurezze, ma forse bisogna solo essere rami per incorniciare il nostro spazio di cielo.
Finiamo con le parole di Valentina:
“Sono quercia:
Le radici nella miseria
Vecchi uccelli neri
Gracchiano sulle mie fronde.”
Valentina Casadei, Uno Più Uno Fa Uno | POETRY | Edizioni Ensemble, 2020
Barbara Gabriella Renzi