“Splendore” di Margaret Mazzantini: una pagina di vita, un’emozione
Ogni libro di Margaret Mazzantini è un pugno allo stomaco.
Ogni cosa che l’autrice di Non ti muovere scrive, in maniera meravigliosa, è pura emozione. La sua opera non è mai banale, poiché racconta infiniti attimi di vita. Non chiede mai permesso al lettore. Lo afferra, lo scuote e, in certi momenti, lo violenta senza, però, deluderlo mai.
Splendore, ultimo romanzo dell’autrice pubblicato nel 2013 da Mondadori, ben s’inserisce in quel percorso comunicativo che la Mazzantini ha principiato nel 1994, con Il Catino di zinco, e proseguito con altri libri, come Venuto al Mondo.
E’ la storia di un amore omossessuale. Un sentimento acerbo e timido, che coinvolge due adolescenti, Guido e Costantino, diversi per ceto sociale, cultura e carattere ma uniti da un’emozione che all’inizio trovano ingombrante, ma poi imparano a riconoscere e cercare.
Roma anni ’70, il figlio di un portinaio e quello di un medico si ritrovano nello stesso stabile e poi, per uno scherzo del destino, nella stessa classe. Apparentemente lontani, iniziano ad avvicinarsi, imparando a conoscersi. Daranno inizio a un rapporto che è sesso e sentimento, voglia di possedersi e lasciarsi, paura e necessità. Un tema forte, come tutti quelli trattati dalla Mazzantini, esposto senza censure, raccontato in modo reale, con tinte forti e dolcissime.
Un racconto fatto di due trame. Fili di colore diversi che si intrecciano per caso, dando vita a un novello nodo gordiano che recidere diventa impossibile. Guido e Costantino sono ragazzi e poi uomini che imparano a conoscere i loro corpi e a dare un nome alle loro emozioni. Un nome da pronunciare sottovoce per non dare scandalo e non turbare le coscienze. Come Castore e Polluce, anche i protagonisti non possono fare a meno l’uno dell’altro. Portano sulla pelle il marchio di una storia che, in un’Italia bigotta e ipocrita, non può essere mostrato.
Splendore è la storia di un’iniziazione sentimentale. Un perfido racconto dell’impossibilità di essere completamente liberi. Una dura testimonianza di come le regole e le convenzioni dominino i nostri comportamenti e sentimenti. Uno specchio in cui ogni lettore, indipendente dalle tendenze sessuali, si può e si deve specchiare.
Un libro da divorare con lo stesso ardore che anima i due protagonisti. Un romanzo dolce e salato, fatto di baci, graffi e ferite che lasciano cicatrici visibili e dolorose. Un libro che grida il nome dell’amore! Obbliga a riflettere, mostra limiti e speranze delle nostre umane vite. Tratteggia la nostra fragile umanità, che ruota intorno al dilemma sul coraggio di essere davvero se stessi. Un romanzo che è Splendore non solo nel titolo ma in ogni pagina
“perché la vita (…) non è un fascio di speranze perdute, un puzzolente ricamo di mimose, la vita raglia e cavalca nel suo incessante splendore”.
Maurizio Carvigno
Meraviglioso articolo. Come sempre riesci a farci sentire emotivamente coinvolti e intellettualmente vivaci. Grazie.