Psycho, il libro che Hitchcock volle come film

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Psycho, il libro che Hitchcock volle come film

Un classico della letteratura horror che entusiasmò il grande regista inglese, il quale fece di tutto per trasformarlo in una pellicola di successo mondiale.

Per molti Psycho è soltanto un grande film, prima ancora, però, è un romanzo straordinario, pura adrenalina, un libro divenuto di diritto un classico.

La scena dell’assassinio sotto la doccia, con il sottofondo di un’angosciante e azzeccatissima colonna sonora, che la produzione un poco bigotta volle nella speranza di distrarre lo spettatore dalla schiena nuda di Janet Leigh, è una delle più famose del cinema mondiale.

Così come celebri sono le immagini della casa gotica in cui vive Norma Bates, che gli scenografi crearono ipsycho hitchcockspirandosi a un celebre dipinto di Edward Hopper.

Di cosa stiamo parlando? Ovviamente, del celeberrimo film di Alfred Hitchcock, Psycho.

Forse, però, non tutti sanno che il grande regista inglese realizzò quella sua pellicola nel 1960, dopo aver letteralmente divorato l’omonimo romanzo di Robert Bloch, facendo di tutto perché quel libro, che trovava straordinario, divenisse un film.

Psycho, infatti, prima ancora che una pietra miliare della cinematografia mondiale, è un romanzo, un bellissimo romanzo, che tiene il lettore incollato fino all’ultima pagina anche se, grazie alla trasposizione filmica di Hitchcock conosciamo bene la trama.

Scritto nel 1959 dallo sceneggiatore Robert Bloch, amante del genere gotico e in particolare dello scrittore Howard Phillips Lovecraft, che conobbe e con il quale intrattenne un fitto rapporto epistolare, Psycho è senza dubbio il suo più famoso romanzo.

Giustamente ripubblicato in Italia per i tipi de Il Saggiatore nel 2014 con il suo titolo originale, la prima volta, infatti, nel nostro paese era stato edito con il titolo Il passato che urla, Psycho è un concentrato di adrenalina pura, a cominciare dallo stesso incipit:

Quando sentì il rumore, Norman Bates ebbe un sussulto.

Ispirato a una vicenda reale, quella che vide protagonista l’americano Ed Gein che fra il 1947 e il 1957 commise alcuni omicidi particolarmente efferati per la loro esecuzione, Psycho è incentrato interamente sulla figura di Norman Bates, il titolare dell’omonimo motel, appassionato di tassidermia, con una personalità decisamente sociopatica, con un’infanzia e un’adolescenza difficile, dominata dalla figura totalizzante e opprimente della madre.

L’assassinio di Mary Crane, un’anonima impiegata che ha sottratto quarantamila dollari all’azienda per cui lavora con l’ingenua speranza di cambiare la sua anonima vita, non sapendo, invece, di andare incontro alla morte, è alla fine soltanto il pretesto che Bloch utilizza per entrare a piedi uniti nella vita di Bates, nel suo mondo costellato di animali imbalsamati, nella sua casa buia e tetra, nel suo passato oscuro, nel suo presente angosciante.

Se, infatti, quella ragazza psycho hitchcocknon fosse stata uccisa con ripetute coltellate, Marion “non si accorse della porta che si apriva (…) e a causa del vapore non riuscì “a scorgere la faccia” del suo assassino, nessuno avrebbe fatto la conoscenza di quell’hotel e di quel suo psicopatico proprietario e del suo oscuro e passato.

Leggere il libro di Bloch è accostarsi anche all’America di quegli anni, desolata e sconfinata, è entrare nella casa isolata, cercando di non fare rumore, spiando, da vicino, un uomo apparentemente normale, anche se decisamente isolato e che, invece, nasconde un segreto inconfessabile e terribile.

Un classico della letteratura psicologica, che si legge di un fiato, che spaventa, immobilizza, grazie a una narrazione davvero cinematografica, che, non a caso, entusiasmò Hitchcock, parole simili ad immagini, che, come una telecamera seguono ogni passo di Norman Bates in quel luogo che fa paura solo a vederlo.

Maurizio Carvigno

Nato l'8 aprile del 1974 a Roma, ha conseguito la maturità classica nel 1992 e la laurea in Lettere Moderne nel 1998 presso l'Università "La Sapienza" di Roma con 110 e lode. Ha collaborato con alcuni giornali locali e siti. Collabora con il sito www.passaggilenti.com

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