I promotori sono Monaldi e Sorti, semifinalisti al Premio Strega proprio con un libro dedicato allo scrittore pratese che tanti anni fa al Premio Strega…
Un Premio Strega “ad honorem” per Curzio Malaparte, nel sessantesimo anniversario della sua morte: una iniziativa per riconciliare lo scrittore pratese con il riconoscimento letterario più ambito d’Italia. Malaparte ha partecipato due volte in lizza per il Premio Strega, senza mai vincere.
Anzi, la seconda volta decise di ritirarsi: era arrivato alla finale, insieme a “La bella estate” di Cesare Pavese, che poi vinse. Ma Malaparte decise di non correre e si ritirò commentando con la frase celebre “Io bevo champagne, non Strega“.
La petizione per il riconoscimento “ad honorem”, che sarebbe una novità assoluta per il Premio Strega, ha preso corpo sui social negli ultimi giorni e sta girando anche una petizione che sta raccogliendo le firme di scrittori, giornalisti, storici. Il primo firmatario è infatti lo storico Franco Cardini, che ha commentato:
Malaparte uomo di grande ingegno e persona coraggiosa, come scrittore è stato una figura sottovalutata e un po’ dimenticata in Italia per diverse e anche comprensibili ragioni. L’area sulfurea che ha avvolto la sua vita, il passato fascista, la conversione al cattolicesimo, quella al comunismo. In realtà ha avuto il coraggio di andare controcorrente più di una volta, senza curasi di alleanze o di diplomazia.
Ma Malaparte è già protagonista al Premio Strega quest’anno, con il libro di Monaldi&Sorti “Malaparte. Morte come me” edito da Baldini e Castoldi. Il libro è infatti stato selezionato tra i dodici finalisti e bisognerà aspettare il 12 giugno per sapere se avrà qualche speranza di entrare nella cinquina dei finalisti.
Il libro della coppia Rita Monaldi e Francesco Sorti non solo ha come protagonista Malaparte, ma in qualche modo ne fa rivivere anche la scrittura. Nella storia raccontata Malaparte si trova a Capri alle prese con un delitto da risolvere perchè lui è il primo sospettato.
La vittima è la giovane poetessa Pamela Reynolds, che nel 1935 precipitò davvero da una scogliera. Storia e finzione si intrecciano anche nel libro, scritto seguendo lo stile del celebre scrittore e giornalista, un linguaggio aspro, essenziale, ma anche molto godibile. Il libro ha già una nutrita schiera di fan, il primo dei quali è Walter Veltroni.
Malaparte è uno dei grandi intellettuali italiani, inserito tra i grandi scrittori del Novecento, ma che purtroppo per le sue idee politiche e per il suo carattere poco condiscendente non è mai stato valorizzato come avrebbe meritato.
Uno scrittore poco studiato, poco letto, “di nicchia”, ma che ha saputo raccontare il suo tempo perchè ha voluto vivere fino in fondo anche le esperienze più estreme. Forse nel sessantesimo anniversario della sua morte riuscirà a montare sul palco di Villa Giulia e bersi un meritato bicchiere di Strega. Metaforicamente, s’intende.
Silvia Gambi