“La casa dell’eternità”: viaggio nell’aldilà con Piero Camporesi

inferno libro- pietro camporesi

Nuova edizione di un saggio alla scoperta delle concezioni ultramondane attraverso i secoli.

Piero Camporesi (1926-1997) è stato una figura molto singolare dell’accademia italiana. Formatosi a Bologna, avviatosi come studioso di letteratura italiana, ha poi esplorato diversi campi di ricerca. Storia, filologia, antropologia: una scorsa alla sua vasta bibliografia dà l’idea della poliedricità dello studioso. Il Saggiatore ha avviato la ripubblicazione delle sue opere, da ultimo con La casa dell’eternità (prima edizione 1987),  un viaggio alla scoperta delle credenze sull’aldilà attraverso i secoli. Il saggio si concentra soprattutto sul periodo che va dal Seicento a parte del Settecento. inferno libro

Parte prima: Inferno.

La prima parte del volume si concentra sulle rappresentazioni dell’aldilà, in primo luogo dell’Inferno (primo dei tre ambienti ultramondani – la casa a tre piani).

 Con descrizioni vivide ed efficaci, Camporesi ne traccia un quadretto memorabile:

Locus inquietissimus, l’impero del male non può conoscere l’armonia del bene, l’ineffabile grazia della consolante serenità. Nullus ordo, laggiù, soltanto confusio. Regno del chaos, non conosce i celesti concenti che deliziano i beati, ma solo rumore, grida strazianti, lamenti e bestemmie, dissonanze spietate e musiche insopportabili,  come in uno charivari selvaggio.

La rappresentazione dell’Inferno, in realtà, anche se molto consolidata da Dante, muta nel corso del Medioevo. Ad esempio, osserva Camporesi, il ghiaccio presto scompare e lascia spazio al predominio della fiamma. Anche i diavoli si fanno da parte, col tempo. L’innovazione dell’Inferno barocco, invece, consisterebbe in un ritorno al chaos e al disordine.

Puteus Abyssi: l’Inferno maleodorante.

Si aggiunge a tutto ciò sporcizia, puzzo, tinte fosche. Camporesi ne dà una vasta campionatura, citando una grande varietà di fonti. “Nel tardo Seicento però le variazioni sadiche raggiungono un livello nefando, insopportabile per la nostra delicata sensibilità e per la nostra caritatevole pietà postconciliare”.

Parte seconda: l’ostia.

La seconda parte del saggio non si concentra su Purgatorio e Paradiso bensì sulle dispute teologiche attorno all’ostia consacrata. Se nel Settecento erano finiti i roghi per le streghe in Italia, dice Camporesi, i profanatori di ostia venivano ancora perseguiti ferocemente. Questo per illustrare l’importanza che l’ostia rivestiva nel credo dell’epoca. “Se l’ostia poteva essere un talismano potentissimo, la consacrazione eucaristica veniva spesso sentito come un incantesimo”. Immensum in parvo, “carne divina”, elisir vitae: svariati testi celebrano il mistero dell’ostia con grande controversia fra loro. Del resto, la transustanziazione è sempre stato un argomento caldo nella storia della chiesa.

Una lettura per specialisti.

 Con queste dispute si conclude il viaggio di Camporesi nella “Casa dell’eternità”. Un viaggio certamente non leggero, visto il terreno impervio. Lo stile del saggio, poi, non è esattamente piano: la ricchezza e la vivacità delle descrizioni, tuttavia, lo rendono una lettura che rimane impressa nella memoria. Non si può dire che attiri un pubblico troppo ampio, per l’alto specialismo dei temi trattati, ma gli addetti ai lavori ne trarranno sicuramente giovamento.

Davide Massimo 

Davide Massimo
Sono nato e cresciuto a Roma, dove ho conseguito presso La Sapienza-Università di Roma una laurea triennale in “Lettere Classiche” e una laurea magistrale in “Filologia, Letterature e Storia del mondo antico”. La mia più grande passione sono i libri e la letteratura di ogni epoca e paese (non solo classica), le biblioteche, i manoscritti, i libri antichi e rari. Ho studiato teoria musicale e pianoforte per diversi anni. Tra le mie altre passioni ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema.

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