Per te morirei: i racconti perduti e ritrovati di Francis Scott Fitzgerald

Pubblicati i racconti inediti di uno dei giganti della letteratura americana.

È sempre una piacevole sorpresa quando le carte perdute di un grande scrittore vengono alla luce. Se poi questo scrittore è Francis Scott Fitzgerald (1896-1940), mito della letteratura americana e padre de Il Grande Gatsby, l’evento è ancor più gradito.

Questo è ciò che è avvenuto all’inizio del 2017. Per te morirei e altri racconti perduti (I’d die for you and other lost stories) raccoglie, a distanza di decenni, una ventina fra racconti brevi e alcuni soggetti cinematografici inediti. L’edizione originale inglese è a cura di Anne Margaret Daniel, studiosa di Fitzgerald. La traduzione italiana, edita da Rizzoli in aprile, è a cura di Vincenzo Latronico.

“Perduti” è una dicitura fuorviante. I racconti sono perlopiù pezzi degli anni ’30 rifiutati dagli editori e rimasti per anni nelle carte private di Fitzgerald. Adesso, però, sono stati finalmente raccolti e sono a disposizione degli studiosi e dei lettori.

Disperazione, solitudine, povertà: un altro Fitzgerald.

Copertina dell'edizione italiana di "Per te morirei".
Copertina dell’edizione italiana di “Per te morirei”.

Il grosso dei lavori di Fitzgerald risale agli anni ’20. Racconti dell’età del Jazz è del 1922, così come Belli e Dannati; Il Grande Gatsby del 1925. Con quei lavori, Fitzgerald aveva costruito il mito dei Roaring Twenties. Ragazzi poveri invaghiti di ragazze ricche, gli astri nascenti del cinema, le grandi città. Se si dà uno sguardo a questi nuovi racconti, frutto del lavoro degli anni ’30, si nota uno stacco.

I racconti contenuti in questa raccolta parlano di divorzio e disperazione; di lunghe giornate di lavoro e serate trascorse in solitudine; di adolescenti dotati cui la Grande Depressione impedisce di frequentare il college o trovare un impiego; della storia americana, con le sue guerre, i suoi orrori e le sue promesse; di sesso, con o senza nozze riparatrici; della vitalità selvaggia e incontenibile e della povertà schiacciante di New York, una città che Fitzgerald amò profondamente e della quale comprese ogni sfaccettatura – le opportunità quanto la superficialità e le brutture. I testi non mostrano l’autore come un altro dei suoi «giovani tristi», che invecchiando vive ancora nel ricordo della sua epoca d’oro, ma come uno scrittore della letteratura moderna, capace di indagarne tutti gli sperimentalismi e le complessità emergenti.  [dalla postfazione di A. M. Daniel]

Il racconto Per te morirei, che dà il nome alla raccolta, è molto emblematico in questo senso. Nasce da un soggiorno effettuato dall’autore per motivi di salute in North Carolina. Aleggiano nella storia un malessere e un cattivo umore, appesantito dalla leggenda del ragazzo per colpa di quale si sarebbero suicidate diverse donne.

Nuove luci, nuove prospettive.

Ad arricchire il mondo di Fitzgerald si fa strada sempre più l’industria cinematografica, a cui lo scrittore si interessò. Secondo A.M. Daniel, uno stile cinematografico influenza alcuni di questi racconti.

Nel complesso, questa raccolta ha un valore epocale che sarà più evidente col tempo e col lavoro degli studiosi. Nel frattempo, è accessibile a tutti i lettori e permette di intravedere sotto una nuova luce un gigante del Novecento. È un affresco illuminante sul processo creativo di uno scrittore che, perfino nell’ultima parte della sua carriera, afflitto da difficoltà economiche, non fu disposto a compromessi o interferenze (dalla quarta di copertina). Perché Fitzgerald era convinto della validità di questi racconti.

Osserva A.M. Daniel in chiusura:

Sarebbero state quelle muove idee comiche, e non quelle tragiche, a rammentare il suo nome al mondo. Perché per tutto quel tempo, a dispetto delle difficoltà, dell’alcolismo e della malattia, Fitzgerald non aveva mai smesso di scrivere e di interrogarsi sulla realtà di cui era attore e testimone. E la sua cifra più autentica, ben visibile in questi racconti, è la loro apertura alla speranza [postfazione].

 

Davide Massimo

Sono nato e cresciuto a Roma, dove ho conseguito presso La Sapienza-Università di Roma una laurea triennale in “Lettere Classiche” e una laurea magistrale in “Filologia, Letterature e Storia del mondo antico”. La mia più grande passione sono i libri e la letteratura di ogni epoca e paese (non solo classica), le biblioteche, i manoscritti, i libri antichi e rari. Ho studiato teoria musicale e pianoforte per diversi anni. Tra le mie altre passioni ci sono i viaggi, la fotografia e il cinema.

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