“Non ci resta che ridere”, vignette satiriche di Enzo De Amicis

Era il 18 dicembre del 1932 e la città di Latina, all’epoca Littoria, nasceva letteralmente dalla palude per divenire la città nuova fondata da Benito Mussolini. A distanza di 83 anni, traguardo comunque giovane per la storia di una città, molte sono sicuramente le riflessioni che si potrebbero fare su come negli anni Latina si sia trasformata rapidamente. Riflessioni che inevitabilmente lasciano spazio alle molte polemiche venute alla luce in seguito alle vicende che negli ultimi mesi hanno interessato la vita politica e giudiziaria del capoluogo Pontino, decretando, almeno in parte, il fallimento di una città nata per essere “il gioiello del razionalismo”. 
A scandire la vita di una società, circoscritta come quella pontina, ci ha pensato con le sue vignette satiriche una matita d’eccezione, quella di Enzo De Amicis, medico e politico di Latina che nell’ultimo anno e mezzo ha voluto raccogliere episodi e aneddoti in un tascabile intitolato “Non ci resta che ridere” (Ego Edizioni), presentato domenica 20 dicembre presso il chiostro Stoà a Latina. Enzo De Amicis medico pontino classe 1957, è sicuramente una figura poliedrica che negli anni ha saputo districarsi tra professione, politica, satira, pittura e sport, ricoprendo cariche quali responsabile sanitario del Latina calcio dal 1987 al 2009, consigliere comunale dal 1993 al 2015, e attualmente consigliere provinciale. 
“Non ci resta che ridere” è quindi il risultato di un punto di vista sicuramente soggettivo, ma al tempo stesso diventa testimonianza diretta di chi è a conoscenza dei fatti e sceglie di fornirne una versione ricca di umori, riflessioni e visioni dettate da un’oggettiva quotidianità, senza concedere sconti a nessuno. Vecchia abitudine quella di far satira, che da giovane gli costò persino un’espulsione da scuola a causa di alcuni disegni caricaturali che ritraevano compagni di classe e professori. Una passione che oggi fa di Enzo De Amicis un “autentico e veritiero termometro della società civile pontina, confezionando in maniera assolutamente obiettiva un centinaio di vignette ironiche e pungenti che ritraggono alcuni aspetti più controversi della recente storia della città-capoluogo, scandendone i tempi, i modi, i topoi, le manie, i vizi privati e le pubbliche virtù”.

enzo de amicis
In occasione della presentazione del libro, l’autore ha avuto modo di rispondere ad alcune domande e curiosità, prima fra tutte la motivazione che lo ha spinto a sintetizzare, sotto forma di vignetta satirica, la vita cittadina del capoluogo pontino. “Credo – ha dichiarato De Amicis – di aver spostato il mio punto di vista, lasciando libero sfogo a tante curiosità che avrebbero scatenato in chiunque ilarità e ironia. Sono infatti convinto che la satira sia un mezzo immediato e potente per comunicare ciò che si pensa in realtà, e che riesca sopratutto a far uscir fuori alcune cose così come andrebbero dette, o almeno come le si vorrebbe dire davvero, senza troppi mezzi termini”. Rispondendo poi a chi ha ipotizzato possibili ripercussioni di tipo legale in merito ad alcune vignette ritenute più scomode l’autore ha spiegato: “Spero e sono piuttosto convinto di non incorrere in alcun tipo di bega legale a causa delle mie vignette, in caso contrario risponderò in mia difesa realizzando un’ennesima vignetta in modo tale da ironizzare, scherzandoci su. Certamente – ha poi specificato – nel libro ce ne sono alcune un po’ più ‘toste’, ma ritengo di essermi fermato sempre all’ironia senza mai scadere nell’offesa. Tra l’altro – ha aggiunto il medico pontino – all’interno del libro è contenuta anche una vignetta su me stesso, proprio perché ritengo che prima di ironizzare sugli altri sia necessario saper fare satira su se stessi”.
Sempre in occasione della presentazione, è stata ribadita l’importanza della satira quale strumento di comunicazione efficace ed intelligente, puntualizzando che l’autore ha ritenuto doveroso dedicare il libro alle vittime della strage di Charlie Hebdo, morte in nome della satira. “La creazione di ogni vignetta – ha spiegato De Amicis – viene realizzata in maniera piuttosto immediata, impiegando al massimo 3-4 minuti: gli unici strumenti di cui ho bisogno, sono infatti una biro e un foglio. Riconosco – ha ammesso – che la mia è una tecnica antica e piuttosto semplice, ma al tempo stesso sono consapevole del fatto che un’immagine, seppur chiara ed immediata a livello visivo, presuppone una conoscenza dei fatti, delle persone, nel mio caso addirittura della vita politica e della società. Proprio per questo – ha infine concluso – anche grazie alle didascalie presenti in ogni pagina del libro, credo e mi auguro che dalla vignetta si possa fare un percorso a ritroso, sforzandosi di conoscere meglio i fatti che hanno portato alla satira”.
Un libro che sicuramente riesce a strappare un sorriso sul volto di chi Latina la conosce e l’ha vissuta, capace di lasciare ogni singolo cittadino a riflettere, con amara ironia, sul futuro di una città nella quale ci si augura un giorno di poter dire anche altro, oltre ad un sarcastico “Non ci resta che ridere!”.
Francesca Pantaleo

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