Quest’estate è uscito Monochrome dell’autore Alessandro Fusco, un breve romanzo horror/urban colmo di colori e sfumature in una vita Monocolore.
L’autunno si è già insediato e piano piano sta prendendo piede anche il freddo dell’inverno.
Dopo questa estate torrida, una storia ambientata in questo freddo autunno è l’ideale per vivere con un po’ di brivido questa stagione.
Monochrome è il primo romanzo uscito dopo anni di pausa dell’autore Alessandro Fusco. Un ritorno tanto atteso dai suoi fan, che avevano già avuto l’opportunità di leggere un piccolo estratto di questo racconto horror qualche anno fa.
Il romanzo, seppur breve, è molto intenso, cattura fin dalla prima pagina, catapultando il lettore in quella giornata autunnale con le foglie rosse e gialle che cadono nel parco dove i due protagonisti si incontrano.
Tutto comincia con un colpo di fulmine tra due sconosciuti. Un colpo di fulmine paradossale quasi assurdo, ma non è altro che il fato che materializza un incontro tra due persone che, ancora prima di conoscerlo, sanno di corrispondersi.
La vicenda si svolge nell’arco di un mese ed ogni giorno raccontato ci mostra sia la versione di Giorgia che di Vlad, i due protagonisti, facendo coincidere i momenti che trascorrono insieme, fino alla conclusione.
Monochrome nasconde un significato sottile. Giorgia, la protagonista femminile soffre di acromatopsia, ossia è cieca ai colori, la sua vita è una sfumatura di grigi, oscilla tra il bianco e il nero. Come spiegato dal dottore al protagonista Vlad, il suo non è un problema genetico, ma neurologico.
Valentina non riesce a vedere i colori, vede tutto in sfumature di grigio perché lei vive la vita in grigio nella sua testa. L’incontro con Vlad è la svolta (capita a tutti prima o poi nelle nostre vite) che le fa cambiare il modo in cui vede tutto nella vita.
Il legame che si crea con lui le fa rendere conto che non è sola a sopportare le disavventure di questa vita, che non è la sola a vivere la vita in grigio.
C’è sempre qualcosa o qualcuno che alla fine ricorda che vale comunque viverla in tutta la sua pienezza e ricchezza (di eventi negativi e positivi).
È con il sacrificio che lui compie per lei, quando le fa promettere di vivere per loro, che le fa capire di essere amata e si ha sempre un’altra occasione.
In quel momento lei si sblocca e vede finalmente il rosso vivo del sangue. Il sangue, il sinonimo più reale che c’è di vita, come la linfa per una pianta.
Questo libro di poco più di cento pagine è grande e profondo come pochi libri sanno essere! Ci sono tanti volumi ricchi di pagine e di parole, scritti da grandi autori ma vuoti nel loro significato.
Non molti autori sanno scrivere un romanzo così breve e così intenso, ed è qui che si riconosce il talento di uno scrittore. Non si tratta solo di saper mettere nell’ordine corretto parole e seguire le regole della grammatica.
Un bravo autore sa esprimere in poche pagine qualcosa che va oltre le parole, oltre le immagini che si creano nella mente e arriva giù dritto nell’abisso del nostro essere profondo, attraversa il conscio e approda nell’inconscio, fino a scatenare una tempesta in noi stessi.
Alessandro Fusco è riuscito a realizzare questo nel suo romanzo, in cui si evince anche il suo passato di Poeta nell’uso superbo delle parole.
Il libro, edito da Scatole Parlanti, è uscito in estate e da settembre l’autore ha iniziato la sua presentazione nel Nord Italia
Ambra Martino