Lo scrittore non ha fame. L’ultimo romanzo di Maria Letizia Putti

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Lo scrittore non ha fame. L’ultimo romanzo di Maria Letizia Putti

“Sono sbalordita. Farei a meno di andare al lavoro per avere tempo da dedicare alla lettura. C’è un tesoro nelle novelle”.

Una sera come tante in una bella casa di Orvieto, un luogo straordinario dove arte e paesaggio hanno da secoli stretto un’alleanza segreta e infinita. Claudia ha appena finito di leggere i racconti che suo marito, a sua insaputa, ha scritto ed è letteralmente entusiasta. Di libri se ne intende per questo consiglia ad Andrea di far leggere quei racconti a qualche editore e prima di un bacio gli dice semplicemente “pensaci”.

Andrea Visconti, un lavoro alla Biblioteca Nazionale di Roma, una passione per la musica, una bella e numerosa famiglia, a tempo perso scrive, lo fa sul treno, quello che quotidianamente prende per andare e tornare dalla capitale. Sul quel mezzo, che sa di antico e moderno, che attraversa dondolando placido panorami sempre uguali e al tempo stesso magicamente diversi, Andrea, come un attento fotografo, osserva i viaggiatori, scruta i loro volti, indovina le storie che si celano dietro atteggiamenti apparentemente ripetitivi e, infine, scrive, eternando su fogli volanti le sue sensazioni, le sue immagini, le sue verità. Sulle prime l’esortazione di sua moglie a pubblicare quanto scritto, un romanzo e numerosi racconti, rimane confinata nel medesimo cassetto dove sono racchiusi quei fogli sparsi, poi, però, quel cassetto Andrea lo apre e prova a far leggere tutto a un editore, un piccolo ma entusiasta editore, e la sua vita semplicemente cambia.

Così inizia Lo scrittore non ha fame, il bel romanzo, edito da Graphofeel, di Maria Letizia Putti, archeologa e storica dell’arte che da anni vive nella Tuscia meridionale e che aveva già mostrato il suo talento di scrittrice con l’opera d’esordio, Il Passato remoto e la biografia romanzata La signora dei Baci. Luisa Spagnoli, quest’ultimo sempre edito per Graphofeel.

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Maria Letizia Putti

 

Con una prosa scorrevole, leggera e accattivante, pagina dopo pagina il sogno impossibile prende forma, i racconti piacciono, ancor più il romanzo e Andrea da viaggiatore pendolare, da innamorato del Jazz, diventa rapidamente uno scrittore di successo, un autore di fama, che sforna successi a raffica e la sua vita cambia, ma con ritmi eccessivi che non riesce a sostenere, a sopportare. La “fama” ha il suo prezzo e Andrea lo scopre a sue spese, rompe equilibri, modifica rapporti consolidati, indirizza scelte, ruba tempo prezioso. La “fama” è un’animale multiforme che spiazza, disarma, sconvolge, travolge e se prima ubriaca, dopo lascia esausto con il solo ricordo di una fastidiosa ebrezza, di infiniti viaggi, di letti d’alberghi sempre diversi e distanti, di un profluvio di parole rilasciate in noiose interviste, di persone amate che rimangono colpevolmente ai margini.

Lo scrittore non ha fame segue il filo di questi cambiamenti, raccontando la storia di Andrea Visconti, che da crisalide diventa improvvisamente farfalla, rendendosi, però, rapidamente conto che volare non è poi sempre bello, specie quando si è costretti a compiere rotte che allontano, che lasciano esausti, che non emozionano. Una tela dipanata con capacità narrativa, in cui si delineano i profili di familiari, colleghi, ed amici e che cerca di rispondere alla semplice e atavica domanda se il successo, la notorietà siano la porta della felicità o, invece, una prigione dorata che, dopo aver abbagliato con l’artefatto luccichio, soffoca, una veste che dopo aver indossato diventa scomoda, e nella quale non ci si sente a proprio agio.

Una prova letteraria convincente per il tema trattato, per lo stile incalzante e intrigante, a partire dall’originale titolo in copertina, per la carrellata di diversi personaggi che fanno da corona al protagonista del romanzo. Un intreccio riuscito che scorre piacevolmente riservando, specie nel finale, un’inattesa sorpresa che è, alla fine dei giochi, la risposta di Andrea Visconti e della sua creatrice alla domanda sul senso ultimo della fama.

Una lettura da consigliare per queste feste, che ha i suoni del crepitio del camino, le note di musiche jazz, il sapore della carne sulla brace, e il colore del vino rosso che colora serate in amicizia intorno alla tavola imbandita a raccontare storie ed emozioni.

 

Maurizio Carvigno

Nato l'8 aprile del 1974 a Roma, ha conseguito la maturità classica nel 1992 e la laurea in Lettere Moderne nel 1998 presso l'Università "La Sapienza" di Roma con 110 e lode. Ha collaborato con alcuni giornali locali e siti. Collabora con il sito www.passaggilenti.com

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