Alain Delambre ha cinquantasette anni, una moglie e due figlie. Una vita tranquilla fino a quando non viene licenziato.
Leggendo “Lavoro a mano armata” di Pierre Lemaitre, edito da Fazi Editore, ho avuto delle sensazioni stranissime. Più mi dicevo: “Ma no, dai, è troppo assurdo”, più c’era qualcosa che teneva i miei occhi incollati alle pagine per saperne sempre di più.
Trama coinvolgente, originale e che tocca un tema molto importante che è quello del lavoro evidenziando la difficoltà di ricollocamento della categoria degli ultracinquantenni.
Il protagonista è Alain Delambre che ha trascorso buona parte della sua vita tranquillamente con la sua famiglia e il suo lavoro. Fino a quando però, con l’avvento della crisi, tutto è cambiato. A partire dalla sua mente e dalle sue idee.
“Nicole ha ragione. Sono diventato suscettibile.Dice che è un effetto dell’inazione. Mi piace questa parola, anche se non è la prima che mi viene in mente quando mi alzo alle quattro del mattino per andare a prendere calci nel sedere.”
In seguito al licenziamento e alla conseguente disoccupazione, si è ritrovato in poco tempo in un vicolo cieco. Per cercare una soluzione, ha messo in pratica tutta l’esperienza accumulata lavorando come responsabile delle risorse umane in modi un po’ diversi dai canoni lavorativi ai quali siamo abituati.
Con il licenziamento Alain ha perso tutto, il suo equilibrio, la sua serenità
Questo libro rappresenta la disperazione che può colpire certe persone stanche della situazione in cui si ritrovano, stanche di essere prese in giro da un sistema che conoscono fin troppo bene.
“Ogni volta sto al loro gioco. Un annuncio? Io rispondo. Dei test? Faccio i test. Dei colloqui? Vado ai colloqui. Bisogna aspettare? Aspetto. Devo tornare? Torno.
Sono conciliante. Con tipi come me, il sistema può dormire sonni tranquilli.”
La vita di Alain viene completamente stravolta quando gli sembra possibile avere un’altra possibilità di essere assunto. Talmente è la voglia di tornare alla sua vita normale che non si ferma davanti a niente ed è disposto veramente a tutto pur di lavorare.
“…anche fra gli emarginati quelli che sopravvivono sono i più competitivi perché riescono a sbaragliare la concorrenza.”
Ogni azione è per lui, per la moglie e per le figlie, ma nonostante l’amore che Alain prova per la sua famiglia, niente lo ferma nel mettersi in situazioni difficili da capire per chi gli sta vicino. Enigmatico e calcolatore, il protagonista del libro mette a dura prova i nervi delle persone a lui care. Ogni volta che decide di intraprendere una strada, le conseguenze che ne derivano sono imprevedibili.
In questo libro vince il volerci credere a tutti i costi, l’ostinazione, la forza, la strategia.
Alain non vuole rinunciare a riavere quello che gli hanno tolto
Le pagine scorrono veloci, il mix è perfetto. Curiosità, interesse, assurdità. Diverse emozioni che si incontrano pagina dopo pagina. C’è anche la storia di una bella amicizia, l’unica vera amicizia del disoccupato ultracinquantenne.
“Il difficile non è essere disoccupato, è continuare a vivere in una società fondata sull’economia del lavoro. Dovunque ti giri, tutto ruota intorno a quello che non hai.”
È una storia maledettamente attuale che segna il malessere che molte persone sentono e avvertono in loro. Il lavoro è dignità e quando questo viene tolto c’è il rischio di sentirsi persi come esseri umani. La ricollocazione è un diritto che spetta a tutte le persone di qualunque età e mai come in questi tempi sta diventando un miraggio.
L’autore ha ricreato un male comune dando vita a dei personaggi e a una storia pazzesca. Ha uno stile molto personale, o lo ami o lo odi, con una spiccata immaginazione e la capacità di suscitare diverse emozioni.
“Il mio unico riferimento è Nicole. Il mio universo è limitato al mio amore. Senza di lei, non so più dove sono.”
In questo libro c’è tutto: amore, amicizia, disperazione, cinismo, malessere, ricatti, violenza, soldi. E soprattutto non mancano i colpi di scena, quando pensi che ci possa essere una continuazione, ecco che tutto cambia. La regina è l’imprevedibilità, più vai avanti e più non riesci a smettere di leggere.
Debora Montoli
Mi piace molto questo scrittore , leggerò questo libro nella sua versione originale; vi consiglio un altro libro suo ” Ci rivediamo lassù”, premio Goncourt 2013; un argomento totalmente diverso ma molto appassionante .